La Nuova Ferrara

Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, dà il proprio assenso all’introduzione del reato di tortura in discussione alla Camera, ma ammonisce sul rischio che potrebbe demotivare e disincentivare le forze dell’ordine nello svolgimento del loro dovere, poichè la sua applicazione deve «tutelare le vittime» e al tempo stesso «salvaguardare le funzioni svolte, spesso con grandi difficoltà, dalle forze dell’ordine». Insomma , il rischio è che si arrivi a denunce strumentali contro i tutori delle forze del’ordine, che hanno obbligo e dovere di usare messi di coercizione.

A questa apertura da parte del numero uno della Polizia replica a distanza Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi: «Mi fa piacere che ne abbiano parlato, che ci sia questa apertura dai vertici della polizia - spiega la Moretti - . Mi va bene che se ne discuta e si trovi una soluzione poichè è un passo avanti. Sono contenta soprattutto se c'è questa intenzione di definire comunque questa norma nel nostro ordinamento. Ma nessuno vuole che vengano fuori denunce strumentali».

Sul fatto che il capo della Polizia ha insistito sulla necessità di «tipizzare meglio la fattispecie» di reato onde evitare «denunce strumentali» Patrizia Moretti ha aggiunto: «è una norma tecnica in cui è difficile anche per me entrare, però il fatto che se ne parli, che il Capo della polizia sia favorevole a condizione di 'normarla’ per bene. Che si debba rivedere e approfondire benissimo, purchè si faccia. È comunque un grande passo avanti, che questa norma sia in discussione e la si voglia definire e concludere». «Ci sta benissimo ogni discussione, ogni contradditorio - ha concluso - tutto quello che è possibile. La nuova legge deve tenere conto di tutte le parti. La proposta che c'è adesso è ancora molto migliorabile».