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Rsu Berco, solidarietà ai lavoratori di Terni

Copparo, un’ora di sciopero a fine turno per protesta dopo i fatti di Roma «Il governo ha evidenti responsabilità e deve scusarsi con i lavoratori»

31 ottobre 2014
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COPPARO. «Mercoledì i lavoratori dell'Ast di Terni hanno dato vita a un presidio davanti all'ambasciata tedesca a Roma, per protestare contro la decisione della ThyssenKrupp di licenziare 537 dipendenti dell’acciaieria». È questo l’inizio di una nota firmata dalla Rsu Berco di Copparo. «Dal presidio dei lavoratori della Ast-Tk è partito un corteo pacifico diretto verso il ministero dello sviluppo economico a cui la polizia ha risposto con una carica assolutamente ingiustificata - spiega ancora la nota della Rsu - in cui sono rimasti feriti quattro lavoratori nostri colleghi dell'Ast-Tk e alcuni dirigenti sindacali. È vergogno vedere lavoratori pagati dallo Stato che picchiano altri lavoratori che protestano e lottano per difendere il loro posto. Il Governo ha evidenti responsabilità e deve scusarsi con i lavoratori ed operare per affrontare le crisi aziendali nell'ottica di salvaguardare le attività produttive e tutelare l'occupazione. A fronte di questi fatti gravissimi, la Rsu Berco dichiara 1 ora di sciopero da effettuarsi venerdì 31 (oggi, ndr) alla fine di ogni turno di lavoro o giornata lavorativa». E alla nota della Rsu si è aggiunta anche una dura presa di posizione di Rifondazione Comunista che scrive, tra l’altro, «desideriamo testimoniarvi il nostro sentimento di solidarietà per i gravi atti di repressione di cui siete stati oggetto. Come ai tempi di Genova 2001 una siffatta gestione dell'ordine pubblico è figlia dell'input politico del Governo. Quando il premier Renzi agisce una sistematica ed ossessiva campagna di aggressione mediatica contro il sindacato per metterlo ai margini dei processi decisionali, quando si punta con fredda determinazione a smantellare il sistema di tutele democratiche nel lavoro, - conclude la nota del Prc - allora il messaggio diviene chiaro: costoro non intralcino il cammino della "modernità" e se proprio insistono li si manganelli».

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