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PRIMA VISIONE

La Spia, thriller col marchio di Le Carré

di GIAN PIETRO ZERBINI
La Spia, thriller col marchio di Le Carré

E' l'ottavo bestseller tradotto in film e allo stesso tempo l'ultima grande recitazione di Philip Seymour Hoffman

30 ottobre 2014
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Ottavo best seller di John Le Carré tradotto in un film per il grande schermo. Terzo lungometraggio, se si escludono i lavori musicali, del regista olandese Anton Corbijn che sembra prediligere questo genere dopo aver diretto anche George Clooney in “The American”.

Quarantaduesimo e ultimo film per Philip Seymour Hoffman, una specie di testamento artistico del suo grandissimo talento prima della tragica morte dello scorso febbraio. Sono questi i numeri salienti di “La Spia - A Most Wanted Man”, un film di spionaggio ovviamente vista la fonte letteraria, con intrighi ed emozioni fin dalle prime scene.

Ambientato in Germania, l’alone del mistero e la paura dello sconosciuto sono le basi di una storia dove bisogna prestare grande attenzione per non perdere il filo, come per la Talpa ad esempio.

Tra la matrice terroristica sempre in agguato, una complessa eredità custodita in una banca di Amburgo e i servizi segreti internazionali sempre alle costole tra di loro, il film scivola via bene pur con qualche battuta a vuoto. Una guerra a colpi di spiate dove fidarsi e bene, non fidarsi è meglio.