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Prete operato a Cona torna a camminare

Da Bologna a Ferrara per un delicato intervento di ernia al torace. Il sacerdote: avevo difficoltà a muovermi, ora sto meglio

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Da Bologna a Ferrara per sottoporsi ad un intervento chirurgico delicatissimo ed evitare il rischio di una paralisi. Ed è un paziente speciale per l'ospedale Sant'Anna, Raffaele Bellemo, sacerdote nato a Chioggia ma residente nel capoluogo emiliano.

Il 'don' è arrivato a Cona con una diagnosi che metteva «in evidenza una situazione molto complessa: ernia discale dorsale con danno del midollo situata nella zona del torace», spiega in una nota l'azienda ospedaliera. E l’ernia si trovava in una parte del corpo «difficilissima da trattare» e a rischio di possibili complicanze, anche molto gravi.

Senza contare, sottolinea ancora il Sant'Anna, che la «complessità dell'operazione era potenziata dal fatto che l'accesso doveva avvenire per via toracica e questo comportava la presenza di un team multidisciplinare».

Protagonisti della vicenda, oltre al parroco, i medici e il personale sanitario che lo scorso ottobre hanno messo in campo tutta la loro esperienza. «La zona del torace è la sede più rara dalla quale può fuoriuscire un disco e questo implica una difficoltà dell’intervento chirurgico non solo durante ma anche dopo», scrive l'azienda Sant'Anna. I rischi sono molteplici: peggioramento del danno, instabilità della colonna vertebrale, emorragie, danni ai polmoni fino ad arrivare alla paralisi.

L'intervento è stato compiuto dall'equipe diretta da Michele Alessandro Cavallo e Pasquale De Bonis, rispettivamente direttore del Reparto di Neurochirurgia e dirigente medico della stessa unità operativa, che hanno collaborato con un team multidisciplinare: i neuroradiologi Massimo Borrelli e Andrea Saletti, la direttrice del Reparto di Neurofisiologia Valeria Tugnoli, la neuroanestesista Manuela Pellegrini ed il direttore del Reparto di Chirurgia Generale e Toracica Giorgio Cavallesco.

Ognuno si è occupato di un tassello dell'intervento. Il neuroradiologo Saletti, ad esempio, ha studiato mediante l’angiografia il percorso di un’arteria che irrora il midollo per poterla evitare durante l’operazione mentre Valeria Tugnoli ha preso in esame quale fosse la funzione residua del midollo. La mattina dell’intervento, per poter individuare la vertebra corretta Borrelli ha “marcato” la vertebra sovrastante l’ernia attraverso l’utilizzo di cemento introdotto con tecnica percutanea, scrive ancora il Sant'Anna.

Cavallesco ha aperto il torace e Pasquale De Bonis con Michele Alessandro Cavallo ha rimosso completamente l’ernia bloccando quel tratto di colonna vertebrale con viti in titanio.

Nel vuoto lasciato dall’ernia rimossa è stato introdotto un pezzo di costola del paziente stesso. Dopo un giorno in terapia intensiva il sacerdote è stato trasferito all’interno del Reparto di Neurochirurgia.

Già dalle 24ore successive i primi miglioramenti, dopo tre giorni il paziente ha iniziato a muoversi. Don Raffaele Bellemo ha iniziato ad avere difficoltà a muovere le gambe e camminare nel settembre scorso. «All’inizio sentivo solo una gamba rigida poi la situazione è precipitata e ho iniziato ad avere forti dolori fino ad arrivare a vere e proprie difficoltà a muovermi. Non riuscivo più a prendere l’autobus e a spostarmi. Non nascondo che ero timoroso – racconta don Raffaele – perché avevo capito che la situazione era molto seria e c’erano tanti rischi. Ho riposto la mia fiducia nei medici ed ora sto meglio anche se mi aspetta un percorso di riabilitazione».