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Supplenti, 700 sperano nell’assunzione

Supplenti, 700 sperano nell’assunzione

La Corte di Giustizia europea ha bocciato l’abuso di contratti a termine e aperto la strada al posto stabile

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Interessa potenzialmente diverse centinaia di lavoratori ferraresi della scuola (una prima stima, molto parziale, parla di 700 tra insegnanti, amministrativi e bidelli) la recente sentenza della Corte di giustizia europea che ha bocciato l’abuso dei contratti a termine per provvedere alla copertura di posti vacanti: un vero e proprio sistema della precarietà, e di supplenze annuali strutturali, che è stato giudicato illegale. La decisione apre le porte all’assunzione in pianta stabile.

«Si tratta indubbiamente di una vittoria storica – spiega Hania Cattani, segretaria della Flc-Cgil provinciale - è una sentenza che condanna la politica dello Stato italiano. Ora il Governo deve dare una risposta chiara, altrimenti scatteranno le sanzioni. Le 148mila immissioni in ruolo previste nell’ambito del piano “La Buona scuola” sarebbero dovute iniziare dal settembre 2015 per poi spalmarsi su più anni. Ora le cose cambiano: i precari possono esigere fin da subito il diritto di essere assunti a tempo indeterminato».

La sentenza riguarda il personale precario, docenti e non docenti, che abbia svolto almeno 36 mesi di servizio. A livello nazionale si parla di circa 250mila persone. Una parte di questi a partire dal 2010 avevano fatto ricorso in giudizio per fare valere le proprie ragioni. «Diversi casi sono fermi in Cassazione, proprio in attesa della sentenza della Corte europea. Quelli patrocinati noi, Flc di Ferrara, sono quasi 150», dice Tommaso Cibinetto, il coordinatore dei precari della scuola per la Cgil in provincia.

Rimane da vedere come intenda muoversi il Governo. «In effetti le prospettive non sono affatto chiare: sapendo che i nodi a novembre sarebbero venuti al pettine, Renzi si è mosso prevedendo l’assunzione di quella che è tutti in effetti solo una parte della platea interessata», osserva Cibinetto. Chiaro che c’è la possibilità di una nuova pioggia di ricorsi da parte dei supplenti che fossero esclusi. Anche perché il quadro è mutato rispetto ai primi “viaggi” in tribunale.

«In effetti – sostiene la Cattani – dal 2010 la situazione è profondamente evoluta e si sta valutando la possibilità di nuovi ricorsi da parte di chi all’epoca non aveva ancora maturato i 36 mesi di servizio».

Poi c’è un altro fatto che inquieta i sindacati. Secondo loro il piano Renzi pensa principalmente ai precari delle graduatorie di abilitati; invece molti dei supplenti ricorrenti appartengono alle graduatorie dei non abilitati. La questione è che la sentenza europea si rivolge a tutti, indipendentemente dall’abilitazione. E tra l’altro potrebbe essere estesa a tutti i precari della pubblica amministrazione, non solamente a quelli della scuola.