Ecco svelato il patto della salama
Il fondo domenicale del direttore della Nuova Ferrara
Ora che l’Emilia è sfebbrata dalle raggrinzite elezioni regionali, va disvelato un accordo segreto. Che non tiene le dimensioni nazionali e sacrali del Nazareno, però la sua dignità ce l’ha. Lo chiamo Patto della Salama. Al di là del nome gastronomico che ne indica la geografia, esso è assolutamente strategico e ha per fulcro Bondeno, in destra Po e sinistra Panaro: la più lombarda delle città emiliane e, a rigor di urne, la più leghista. La forsennata e ruvida campagna elettorale di Salvini con Fabbri in groppa è stata coronata dal successo del guado del Po. Salvini, milanese San Cristoforo, è riuscito ad attraversare il Grande Fiume (tra l’altro in piena) e a metter piede in una regione che secondo il credo leghista era irredenta, comunista, cooperativista, imprendibile. Ce l’ha fatta. Il Patto della Salama ha funzionato. Di conseguenza Bondeno va considerata la testa di ponte della nuova Lega, del centrodestra post-berlusconiano.
Ecco, Berlusconi. Perché mai lo sfiorito ex Cavaliere avrebbe permesso al Carroccio di farsi trainare gli stinti colori di Forza Italia nella nostra regione? Perché mai l’ex Cavaliere avrebbe concesso al Carroccio di doppiare Forza Italia consentendo al sindaco di Bondeno di entrare in consiglio e a Salvini di passare al rango di principe pretendente del centrodestra?
La sintonia fra le parti sarebbe stata suggellata mercoledì dallo stesso Berlusconi.
Quando Berlusconi ha detto ai litiganti del suo partito «Salvini è un goleador, io il suo regista». Sta capitando qualcosa di forte dentro il convulso centrodestra, e ogni indizio porta appunto a Bondeno, o se volete più topograficamente, a Burana, frazione dove Fabbri è nato e vive. A Burana nella mattinata di sabato 11 ottobre l’auto guidata dal fidato Francesco Marangoni di Diamantina ha caricato Fabbri, atteso a Villa San Martino di Arcore. Nel primo pomeriggio si è svolta una riunione di vertice di Forza Italia e della Lega. Presenti dunque Berlusconi e Salvini. Quest’ultimo ha presentato il sindaco ferrarese mentre il primo gli ha fatto la schermografia.
Al di là delle battuta "saresti un bel ragazzo, tagliati il codino", l'ex Cavaliere lo ha interrogato su Emilia e prospettive. E ha deciso: il candidato del centrodestra era lui, Fabbri. Esattamente la notte prima il sindaco forzista di Mantova Nicola Sodano, nel marasma di una crisi di giunta cronica, era stato salvato in consiglio dal voto di sfiducia dallo sfilamento di un consigliere leghista. Nome e cognome: Carlo Simeoni, raggiunto dall'ordine personale di Salvini di fare il possibile per sostenere il sindaco vacillante della città lombarda. E' stata una seduta-psicodramma, addirittura con accuse di sequestro di persona e procurato allarme. Si presume che il prolungamento in vita della giunta mantovana grazie a un leghista sia stato barattato con la scelta di un leghista quale candidato alla presidenza dell'Emilia Romagna. Salvare Mantova per avere l’Emilia.
O Berlusconi non avrebbe scommesso un euro del suo patrimonio sul successo del centrodestra nella nostra regione "comunista"; oppure già intuiva che con la discesa in Emilia di Salvini (con Fabbri in groppa) avrebbe reincorporato una Lega prepotente nel centrodestra in deperimento. Non per nulla oggi Berlusconi incorona Salvini goleador (segretario?) e se stesso regista (presidente?) di un nuovo soggetto partitico. Solo 75 chilometri dividono Mantova da Bondeno. E qui prende corpo e s'insacca il Patto della Salama. Fabbri mercoledì pomeriggio ha scelto di fare il capogruppo in Regione avviando così una nuova carriera, incarnata dal fatto che da oggi in poi si presenterà come il più genuino anti-Bonaccini e sovrastatore di Forza Italia. Diverrà il proconsole leghista a sud del Po in un disegno molto ampio che mira alla costruzione di una Lega nazionale (non più lumbàrda alla maniera bossiana).
Indubbiamente Salvini sta espandendo l'area di influenza e collocando propri uomini nella prospettiva di giungere al traguardo fantascientifico ma possibile: le primarie per la scelta del nuovo leader del centrodestra.
Ora come ora l'unico personaggio con le stesse radici ed eguale vocazione nazionale di Salvini è il sindaco di Verona Flavio Tosi al quale, un tempo, Fabbri guardava con interesse. Il Patto della Salama si è di conseguenza quasi realizzato. Otto gli spicchi canonici a cottura lunghissima: 1 messa in salvo del sindaco di Mantova; 2 via libera a Fabbri quale candidato presidente della Regione; 3 responsabilità piena a Salvini delle dinamiche del centrodestra in Emilia Romagna; 4 Fabbri proconsole anti-Bonaccini; 5 Salvini riconosciuto goleador da Berlusconi; 6 Salvini che riconosce Berlusconi come regista emerito; 7 Salvini che corre per le primarie di un centrodestra che va da Casa Pound al centro, sino a fare attrito con le propaggini di Ndc; 8 prevenzione delle mosse del sindaco di Verona Tosi.
Non mi è rimasto che chiedere a Fabbri se Salvini durante la campagna d'Emilia ha mai mangiato la Salama. Il sindaco (ancora per poco) di Bondeno risponde svelto: «No. Eravamo sempre di corsa. Non abbiamo mai mangiato». Infatti mancano gli ultimi tre spicchi.
Stefano Scansani
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