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Sant'Anna addio, mi riprendo quadri e presepe che non avete traslocato

Melotti davanti al presepe
Melotti davanti al presepe

Il gallerista Renzo Melotti ha fatto causa al S.Anna per mancato trasferimento a Cona delle opere che aveva donato all'ospeael di Corso Giovecca: il giudice ordina la restituzione, lui dice: porto tutto a Firenze

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FERRARA. Tutti i quadri esposti nei corridoi del vecchio Sant’Anna, oltre un centinaio di opere d’arte contemporanea, e il presepe napoletano del ’700 che accoglieva tutti nel salone monumentale dell’ospedale di Corso Giovecca - un patrimonio globale di svariati milioni di euro -, rischiano di non esser più esposti a Ferrara e finire a Firenze all’ospedale pediatrico Meyer. Lo annuncia Renzo Melotti, gallerista ferrarese e mecenate, che aveva donato il patrimonio artistico all’ospedale ponendo la condizione che le opere venissero esposte al pubblico dell’ospedale e dunque dopo la chiusura del Sant’Anna venissero trasferite nella nuova struttura a Cona. Ciò non è avvenuto e così Melotti ha fatto causa (e l’ha vinta) contro l’azienda ospedaliera che di fatto aveva negato il trasloco, adducendo motivi tecnici (ufficialmente negli atti) ed economici (ufficiosamente). Il giudice del tribunale di Ferrara, Caterina Arcani ha così ordinato la restituzione dell’intero «Lascito Quadreria d’arte contemporanea» (tre donazioni sulle cinque eseguite) perchè ha ravvisato l’inadempimento da parte della direzione ospedaliera «agli obblighi di garantire la libera e completa fruizione delle opere d’arte, lasciate abbandanate nella vecchia sede di corso Giovecca», spiegava ieri Renzo Melotti. La conclusione della causa è recente ed ora per la soluzione del problema si apre uno scenario sul quale Melotti si dice possibilista. La sentenza del tribunale è esecutiva (in attesa di ricorso, in teoria) e dunque i quadri e il presepe potrebbero essere restituiti anche domani mattina a Melotti. Più facile a dirsi che a farsi.

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E così lo stesso Melotti e il suo legale Roberto Anselmi spiegano di essere disponibili a trovare una via d’uscita alla conclusione giudiziaria: «Attendiamo che l’Azienda ospedaliera si faccia viva e ci proponga cosa e come fare - spiegava il legale - Melotti si è reso disponibile a coordinare i lavori di trasferimento, aveva già trovato un altro centinaio di opere da collocare, quadri e sculture, per aumentare la collezione e anche altri pezzi per il presepe». Poi il legale e Melotti rammentano che «quando si cominciò a parlare di trasloco con l’allora direttore Baldi, l’ospedale disse di essere favorevole, poi il diniego». Per motivi tecnici spiegano nell’atto del tribunale. Ma non solo: la vera ragione sarebbe quella delle spese di trasloco e della manutenzione, dentro e fuori l’ospedale, dell’esposizione: perchè ovviamente, i problemi di Cona, purtroppo, sono altri, e hanno la priorità.
Daniele Predieri