VOGHIERA

Un ministro al museo del Belriguardo

Un ministro al museo del Belriguardo

Esposti preziosi reperti provenienti dalla necropoli di Voghenza. Sabato Dario Franceschini taglierà il nastro

11 marzo 2015
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VOGHIERA. Più di un millennio della nostra storia rivive nella nuova sezione archeologica del Museo Civico di Belriguardo a Voghiera: un viaggio tra i reperti ritrovati, tracce, a volte uniche, delle antiche civiltà etrusca e romana.

E sabato alle 11.30 sarà il Ministro dei beni e delle attività culturali, il ferrarese, Dario Franceschini ad inaugurarla insieme a Chiara Cavicchi (sindaco di Voghiera), Paolo Benetti (assessore alla cultura), Ottorino Bacilieri (ispettore Soprintendenza ai beni archeologici, nonché ex assessore voghierese), Valentino Izzo (funzionario della Soprintendenza e coordinatore dei lavori), Fede Berti (Museo Archeologico Nazionale di Ferrara) e vari sindaci della provincia.

Il primo nucleo del Museo fu istituito a Voghenza nel 1979 da alcuni volontari e da don Primo Cristofori (allora ispettore della Soprintendenza archeologica, poi sostituito da Renzo Cirelli), e nel ’94 viene trasferito a Belriguardo. Adesso, la sezione si arricchisce dei numerosi pezzi trovati a Fondo Tesoro (nel centro di Voghenza) tra l’84 e l’89, e mai esposti prima. In attesa dell’inaugurazione ufficiale di sabato la Nuova ha visitato in anteprima la nuova sezione.

Il percorso inizia con vari oggetti del periodo etrusco, i più antichi mai trovati nel nostro territorio. Fu il professor Nereo Alfieri a riportare alla luce, nel ’54, queste testimonianze risalenti al IV-III sec. a.C. Proseguendo, ci imbattiamo in un bronzetto raffigurante il dio Mercurio, del II sec. d.C., ritrovato negli anni ’20 del ’900, oltre a scarti di fornace ed a importanti oggetti provenienti da Fondo Tesoro, del I-II sec. d.C. Oltre a utensili di uso civile (mortai, anfore, serrature), troviamo una tuba e un diploma militare, inciso sui quattro lati in bronzo e appartenuto a Lucio Bennio Beuza, militare dalmata della flotta imperiale di Ravenna il quale, dopo ventisei anni di servizio, ricevette la cittadinanza romana dall’imperatore Traiano. Si è riusciti a decodificare la data precisa: era il 12 giugno 100 d.C. Poco oltre, un’altra traccia fondamentale: su un frammento in ceramica vi è la più antica testimonianza ebraica trovata nel nostro territorio.

Un altro periodo è quello della necropoli romana di Voghenza (I-III secolo d.C.): vi troviamo monete, un balsamario in vetro a forma di dattero, un corredo da trucco e uno splendido anello d’ambra con amorino che guida una biga. Infine, un pezzo unico al mondo: un magnifico balsamario in sardonice del I d.C. Si passa quindi al IV d.C., fine dell’età imperiale, periodo in cui Voghenza diventa sede della prima Diocesi ferrarese. Qui i resti della necropoli bizantina testimoniano le umili origini dei defunti, eccezion fatta per una spilla con croce.

È un ulteriore motivo d’orgoglio la nuova sezione: un altro fondamentale luogo di conoscenza storica nel territorio, un punto di riferimento per gli amanti dell’archeologia.

Andrea Musacci

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