Un ministro al museo del Belriguardo
Esposti preziosi reperti provenienti dalla necropoli di Voghenza. Sabato Dario Franceschini taglierà il nastro
VOGHIERA. Più di un millennio della nostra storia rivive nella nuova sezione archeologica del Museo Civico di Belriguardo a Voghiera: un viaggio tra i reperti ritrovati, tracce, a volte uniche, delle antiche civiltà etrusca e romana.
E sabato alle 11.30 sarà il Ministro dei beni e delle attività culturali, il ferrarese, Dario Franceschini ad inaugurarla insieme a Chiara Cavicchi (sindaco di Voghiera), Paolo Benetti (assessore alla cultura), Ottorino Bacilieri (ispettore Soprintendenza ai beni archeologici, nonché ex assessore voghierese), Valentino Izzo (funzionario della Soprintendenza e coordinatore dei lavori), Fede Berti (Museo Archeologico Nazionale di Ferrara) e vari sindaci della provincia.
Il primo nucleo del Museo fu istituito a Voghenza nel 1979 da alcuni volontari e da don Primo Cristofori (allora ispettore della Soprintendenza archeologica, poi sostituito da Renzo Cirelli), e nel ’94 viene trasferito a Belriguardo. Adesso, la sezione si arricchisce dei numerosi pezzi trovati a Fondo Tesoro (nel centro di Voghenza) tra l’84 e l’89, e mai esposti prima. In attesa dell’inaugurazione ufficiale di sabato la Nuova ha visitato in anteprima la nuova sezione.
Il percorso inizia con vari oggetti del periodo etrusco, i più antichi mai trovati nel nostro territorio. Fu il professor Nereo Alfieri a riportare alla luce, nel ’54, queste testimonianze risalenti al IV-III sec. a.C. Proseguendo, ci imbattiamo in un bronzetto raffigurante il dio Mercurio, del II sec. d.C., ritrovato negli anni ’20 del ’900, oltre a scarti di fornace ed a importanti oggetti provenienti da Fondo Tesoro, del I-II sec. d.C. Oltre a utensili di uso civile (mortai, anfore, serrature), troviamo una tuba e un diploma militare, inciso sui quattro lati in bronzo e appartenuto a Lucio Bennio Beuza, militare dalmata della flotta imperiale di Ravenna il quale, dopo ventisei anni di servizio, ricevette la cittadinanza romana dall’imperatore Traiano. Si è riusciti a decodificare la data precisa: era il 12 giugno 100 d.C. Poco oltre, un’altra traccia fondamentale: su un frammento in ceramica vi è la più antica testimonianza ebraica trovata nel nostro territorio.
Un altro periodo è quello della necropoli romana di Voghenza (I-III secolo d.C.): vi troviamo monete, un balsamario in vetro a forma di dattero, un corredo da trucco e uno splendido anello d’ambra con amorino che guida una biga. Infine, un pezzo unico al mondo: un magnifico balsamario in sardonice del I d.C. Si passa quindi al IV d.C., fine dell’età imperiale, periodo in cui Voghenza diventa sede della prima Diocesi ferrarese. Qui i resti della necropoli bizantina testimoniano le umili origini dei defunti, eccezion fatta per una spilla con croce.
È un ulteriore motivo d’orgoglio la nuova sezione: un altro fondamentale luogo di conoscenza storica nel territorio, un punto di riferimento per gli amanti dell’archeologia.
Andrea Musacci
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