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«Ministro, che fine ha fatto il patrimonio della Cassa?»

Interrogazione di Bratti e Boldrini (Pd), inevasi da mesi i quesiti di Capelli (Cd) Tagliani lancia messaggi: perplessità su Bankitalia. I sindacati vedono rosa

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Si muove la politica sulla vicenda Carife, in vista dell'intervento nel capitale del Fondo interbancario che potrebbe comportare l'azzeramento del capitale sociale e del valore delle azioni. «Non è che mi facessi illusioni sul valore delle azioni - ha dichiarato ieri il sindaco Tiziano Tagliani - ma un altro conto è parlare di azzeramento del loro valore. La carenza di comunicazione dei commissari va oltre i doveri della riservatezza. Per quanto riguarda Bankitalia ricordo ancora una volta che l'operazione di ricapitalizzazione della Carife, sottoscritta dai cittadini, è stata effettuata sotto la sorveglianza e con l'approvazione degli organi di vigilanza, dopodichè a distanza di pochi mesi (due anni, in realtà, ndr) è stato deciso il commissariamento e a distanza di altri mesi si viene a scoprire che le azioni non valgono più nulla». Il sindaco ha poi allargato le responsabilità in maniera significativa, tanto da far pensare a mosse future dell'amministrazione: «Ci sono stati errori nella conduzione della banca, ma vi sono tante perplessità sulla presenza di Bankitalia. La speranze era che utilizzasse in modo diverso i suoi poteri. L'ingresso del Fondo interbancario è una garanzia per la continuità della banca e per i lavoratori, che però comporta un prezzo straordinariamente alto per Ferrara».

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Tagliani ha rivelato di aver chiesto ai parlamentari ferraresi di chiamare in causa il ministro Padoan, visto che è formalmente il ministero delle Finanze a nominare i commissari. E nel pomeriggio è arrivata l’interrogazione urgente con risposta in commissione firmata dai deputati Alessandro Bratti e Paola Boldrini (Pd), per sapere «quali tutele saranno adottate per i 29mila piccoli risparmiatori, per lo più famiglie e imprese, che nel 2011 (una parte di loro, ndr) hanno sottoscritto l’aumento di capitale Carife. Vogliamo capire come sia stato possibile che, nonostante la vigilanza controllata della Banca d’Italia e due anni di gestione commissariale, il patrimonio di 350 milioni di euro registrato nel 2012 da Carife sia stato totalmente azzerato e il valore delle due azioni annullato. E se la sottoscrizione da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi dell’aumento dei capitale», che ne farà l’azionista unico dell’istituto «espropriando di fatto la città della sua banca, non si trasformi nell’ennesima beffa a danno dei piccoli risparmiatori». L’interrogazione fa la storia della crisi Carife, ricordando tra l’altro che fin dall’aprile 2010 era sotto Vigilanza rafforzata di Bankitalia. L’unica interpellanza presentata finora sul tema, da parte di Roberto Capelli, deputato ex Cd, è senza risposta da sette mesi.

Si soffermano, come ovvio, più sull’aspetto della salvaguarda della continuità aziendale e dell’occupazione, i sindacati aziendali. «Apprendiamo dalla stampa che la Cassa di Risparmio di Ferrara starebbe per uscire dall’amministrazione straordinaria grazie all’acquisizione da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi, il quale provvederebbe alla ricapitalizzazione con 300 milioni di euro - si legge nella nota Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Ugl credito - Non abbiamo ricevuto conferme ufficiali da parte dell’organo commissariale in merito alla veridicità di queste affermazioni. Riteniamo comunque che, se fossero vere, si tratterebbe di novità positive per il futuro della banca e di tutta la clientela, in particolar modo se anche gli azionisti saranno salvaguardati. Auspichiamo a breve - concludono i sindacati - una nota ufficiale da parte dell’organo commissariale e/o del Fidt che possa contribuire a fare chiarezza sul futuro della banca, ricordando che questi due anni sono stati particolarmente gravosi, e che è soprattutto grazie ai dipendenti che la banca continua a svolgere la propria funzione di sostegno economico del territorio». (m.p. e s.c.)