La Nuova Ferrara

Ferrara

cronistoria

Il cammino della giustizia

di RAFFAELE ATTI*

Le principali date che hanno scandito il caso. 25 settembre 2005 - È l'alba di una domenica, quando Federico Aldrovandi, 18 anni, muore in via Ippodromo. Quattro poliziotti, per contenerlo,...

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Le principali date che hanno scandito il caso.

25 settembre 2005 - È l'alba di una domenica, quando Federico Aldrovandi, 18 anni, muore in via Ippodromo. Quattro poliziotti, per contenerlo, ingaggiano con lui una colluttazione violenta e con l'uso degli sfollagente. Dopo sarà inutile l'intervento del 118: Federico muore per un arresto cardiaco. Cosa lo ha causato? Si attendono gli esami medico legali per trovare la verità.

2 gennaio 2006 - La mamma, Patrizia Moretti, dopo mesi di silenzio, in un blog racconta la storia di Federico, le indagini che vanno a rilento, i retroscena di una vicenda su cui nessuno le ha ancora dato risposte. Il blog su Kataweb, fa esplodere il caso. In pochi giorni è il blog più cliccato d'Italia, il caso Aldrovandi diventa caso nazionale. Con gli inquirenti che, sotto pressione, accelerano gli atti dell'inchiesta.

Marzo 2006 - A sei mesi dalla morte del giovane, i 4 agenti che immobilizzarono Federico vengono indagati: le prime ipotesi sono di omicidio preterintenzionale, poi diventato omicidio colposo per l'eccesso nell'intervento. Nel frattempo, cambia il pubblico ministero: la pm Guerra lascia, subentra Proto.

20 giugno 2007 - Dopo le indagini, le perizie e la superperizia in incidente probatorio sulle cause della morte di Federico, i 4 agenti vengono rinviati a giudizio dal gup Silvia Giorgi che fissa il processo davanti al giudice Francesco Maria Caruso.

19 ottobre 2007 - È la prima udienza del un processo. Quasi due anni di dibattimento e oltre 60 udienze mettono in luce anche tutto ciò che è accaduto dopo la morte di Federico: i veleni, i depistaggi nelle indagini da parte di funzionari e ispettori di polizia. Le inchieste si sovrappongono e nascono altri filoni: Aldro bis, Aldro Ter e altro ancora.

6 luglio 2009 - Il giudice Caruso condanna i 4 agenti (Enzo Pontani, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri) alla pena di 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo nell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi. Nel frattempo, la procura ha svolto nuove indagini nei processi paralleli e rinvia a giudizio altri poliziotti nei procedimenti Aldro Bis e Aldro Ter (poi condannati e assolti).

1 giugno 2011 - La Corte d'appello di Bologna conferma la sentenza di primo grado: sono oltre 300 pagine in cui i giudici rivedono attentamente fatti e indagini.

21 giugno 2012 - Il processo Aldrovandi arriva in Cassazione. Anche qui, i giudici della Suprema Corte, confermano tutto: pena, tesi d'accusa e la ricostruzione del fatto: i 4 agenti sono andati - da qui l'eccesso - oltre l'impiego lecito dei mezzi di contenimento consentiti. La pena è definitiva: 3 anni vengono scontati per indulto, restano 6 mesi da scontare.

Luglio-agosto 2013 - Scatta il fine pena per i quattro agenti. A fine luglio escono da carcere dell’Arginone Pollastri e Forlani. Dopo qualche giorno torna libera Monica Segatto, che era ai domiciliari, e alla fine di agosto anche Pontani, che per un cavillo giuridico aveva iniziato a scontare la pena in ritardo. Davanti hanno altri 5 mesi di sospensione dal servizio, quindi saranno reintegrati, ma non in ruoli operativi.

Marzo 2015 - La Corte dei conti stabilisce che i 4 agenti dovranno versare 560 mila euro al ministero dell’Interno e non 1 milione e 871 mila euro, che è la somma versata dal Ministero alla famiglia Aldrovandi a titolo di risarcimento per la morte di Federico: poco più di 224 mila euro dovranno pagare Pontani e Pollastri (prima Volante intervenuta), 56 mila Forlani e Segatto (seconda Volante).