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Ferrara, ordine pubblico e satanisti. Negri: nessuno mi ascolta

di Marcello Pradarelli
Ferrara, ordine pubblico e satanisti. Negri: nessuno mi ascolta

L’arcivescovo torna sulla movida e sulle scritte davanti all’ingresso del duomo «C’è un problema di educazione e un altro che riguarda sicurezza e vivibilità»

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FERRARA. Ieri l’arcivescovo Luigi Negri era a Roma, anzi in Vaticano per l’appuntamento di mezzogiorno legato alle manifestazioni del “Summorum Pontificum”, dal nome della lettera di papa Benedetto XVI (7 luglio 2007) che rinverdiva il “vetus ordo”, la messa in rito romano antico, la liturgia messa all’angolo dalla Chiesa post conciliare. Nella Basilica di San Pietro monsignor Negri ha tenuto l’omelia nel corso della messa celebrata da monsignor Laise.

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Nel tardo pomeriggio la telefonata a monsignor Negri inizia proprio parlando dalla messa in latino celebrata in Vaticano, ma poi prende un’altra piega: «È stata una cerimonia officiata in modo impareggiabile, con una grande concorso di partecipanti provenienti da varie comunità europee. Papa Benedetto XVI ha dato la possibilità di recuperare e utilizzare la liturgia preconciliare», che per l’arcivescovo ha una doppia valenza: «rafforza la nostra identità ecclesiale» e la mette al servizio «di una rinnovata missione adeguata ai tempi in cui viviamo, secondo quella dinamica di apertura verso le vere esigenze degli uomini di oggi cui ci richiama continuamente Papa Francesco». Pausa. «Ma io - interloquisce Negri - pensavo mi chiamasse per i diavoli davanti al duomo».

L’intento era quello di transitare dal “vetus ordo” al Sinodo sulla famiglia, che proprio ieri si è concluso, passando per l’eucarestia ai divorziati, ma si sa che quando il diavolo ci mette la coda ogni proposito viene compromesso. E così la conversazione telefonica plana sulla lastra di marmo imbrattata a lato dell’ingresso del duomo. Tra i “graffiti” a pennarello ci sono almeno un paio di richiami luciferini: un satanico 666 accompagnato da un “call me”, che non sarebbe un omaggio al celeberrimo brano rock di Blondie, ma uno spregiudicato invito a stabilire il diabolico contatto.

Le scritte sono minuscole, ma il loro significato va amplificato stando alle preoccupazioni di monsignor Negri: «Diedi notizia venendo a Ferrara dall’altro mondo - dice il vescovo alludendo al suo arrivo da San Marino nella primavera 2013 - che qui erano attive tre sette sataniche, tutte molto legate ad ambienti giovanili, ma non fui ascoltato. Così come non lo sono stato quando, parlando di quanto avveniva e avviene davanti alla cattedrale, ho posto un problema educativo richiamando gli adulti di Ferrara, gli insegnanti, i genitori, a considerare che lasciare i giovani a questa deriva di tipo consumistico e istintivo avrebbe favorito il formarsi di una generazione di persone fragili da tutti i punti di vista. Hanno preferito trattarmi da povero bigotto piuttosto che interrogarsi e rispondere al mio richiamo, che non era certo contro i giovani. Poi arrivano i risultati, se semini vento...e adesso siamo ai satanisti davanti al duomo».

Per Negri non è solo questione di buona educazione. «C’e anche un problema di ordine pubblico, c’è il dovere e la necessità di assicurare condizioni di vivibilità. Bisogna anche far rispettare gli orari di vendita degli alcolici e non si dica che questo compete al vescovo. Sono altri che debbono preoccuparsi del rispetto delle leggi e del mantenimento dell’ordine pubblico».