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L’ennesimo colpo all’Oasi: «Siamo davvero avviliti»

L’ennesimo colpo all’Oasi: «Siamo davvero avviliti»

Campotto, i pescatori di frodo “sfidano” nuovamente le istituzioni. Entrano nel casotto, rubano, distruggono, mangiano e bevono a volontà.

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CAMPOTTO. Un assalto all’oasi, l’ennesimo. Una ruberia che non ha precedenti. Una situazione che ha toccato il fondo e che ha superato il limite della tolleranza. Ma c’è di più: una sfida, quella dei pescatori di frodo, diretta alle istituzioni. Un affronto alle guardie volontarie e a tutti coloro che difendono un patrimonio come l’oasi di Campotto riconosciuta anche come Sic/Zps(Sito di interesse comunitario/Zona di protezione speciale), e vale a dire un bene europeo. Ma per i pescatori di frodo, tutto questo non esiste. Per loro è solamente una fonte di guadagno e per questo sarebbero persino arrivati a dire ad una guardia giurata: «È ora che la smettiate di rompere: noi dobbiamo lavorare». Insulto, minaccia? Di certo per le guardie volontarie, il controllo nell’oasi si sta facendo sempre più difficile e pericoloso. Persino le famiglie di tutti coloro che operano a difesa dell’oasi, hanno iniziato a temere per l'incolumità dei loro coniugi. Purtroppo, questa situazione è davvero degenerata proprio in occasione dell’ultima ruberia compiuta nello scorso fine settimana; i pescatori di frodo che quasi abitualmente scorrazzano in valle, non si sono limitati a rubare del pesce, questa volta sono risultati ladri e vandali. Tutto è successo nel cuore dell’oasi, in quel casetto dei pescatori situato nel bacino di “Cassa Campotto”, un luogo ristrutturato anche per i visitatori e per coloro che si apprestano ad imbarcarsi su quel famoso “Pesce di legno” spinto con un motore elettrico. Da una ricostruzione fatta dalle stesse guardie volontarie, nella notte tra sabato e domenica, la banda è entrata in azione dapprima rompendo un lucchetto di una sbarra di una stradina interna, poi, hanno raggiunto a piedi il casetto dei pescatori, luogo della ruberie. Ed è qui che hanno forzato cinque porte - persino quella del bagno per rubare il sapone liquido - per poi asportare dai magazzini tre motori fuoribordo di cui uno elettrico da montare sulle barche, compreso quello per il cosiddetto Pesce di legno». Hanno quindi ammucchiato 3 km di rete da pesca che era stesa nell’area del casetto e persino degli stivali. Tutta la refurtiva è stata caricata su una barca autoscolante, la stessa (poi ritrovata ieri mattina) che gli è servita per raggiungere un luogo dove avevano nascosto il furgone. Ma prima di partire con il carico - tra l’altro di un peso superiore alla portata della barca - i delinquenti hanno mangiato, bevuto e si sono lasciati andare a del puro vandalismo spaccando mobili e quant’altro.

«Non sappiamo più come fare - dice uno dei responsabili dipendente del Consorzio della Bonifica Renana - carabinieri, polizia provincia e le nostre guardie volontarie stanno facendo l’impossibile». (g.c.)