L'abbraccio della famiglia e poi Sara è volata via
E' morta la studentessa di 21 anni colpita da infarto all'arrivo della corsa di domenica mattina
FERRARA.L’avevano capito tutti, l’altra mattina sulla linea del traguardo, che le sue condizioni erano disperate. Nessuno, però, si voleva rassegnare a un destino tanto crudele. Che invece si è consumato. La notizia che tutti temevano e che ognuno sperava di non dover mai dare è piombata in redazione ieri pomeriggio alle 17: Sara Buccolini, la studentessa maceratese di 21 anni, iscritta alla facoltà di Architettura di Unife, non ce l’ha fatta. La giovane è spirata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Anna di Cona. Hanno fatto appena in tempo a raggiungerla le due sorelle maggiori, arrivate in mattinata a Ferrara, unendosi ai genitori, papà Silvano e la mamma Giuliana Papa, giunti in città nel pomeriggio di domenica. Gli ultimi istanti per stare vicini alla più piccola della famiglia, quella più fragile, anche se nessuno lo sapeva. Se non da domenica, quando il dramma di questa ragazza, ferrarese d’adozione e per scelta di studio, ha iniziato a consumarsi.
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Dalle 10.30 di una domenica solare come il suo sorriso, la vita di Sara era appesa a un flebile filo, dopo che si era accasciata al suolo, appena terminata la corsa non competitiva, la “Family Run” abbinata alla Ferrara Marathon. Una sgambata non impegnativa, 6 chilometri o poco più percorsi con gli amici in un’oretta, non certo uno sforzo importante per dei ragazzi di vent’anni. Ma per lei sì, perché, come pare abbiano appurato i medici, una malformazione congenita e sconosciuta a tutti stava per tradirla, colpendola senza via di scampo. Si è capito subito, infatti, che il suo quadro clinico era disperato. Troppo il tempo trascorso nel vano tentativo di rianimarla, quel suo non reagire ai soccorsi, immediati e professionali, era un segnale inequivocabile: il lavoro senza sosta del personale medico, proseguito per quasi un’ora e mezza sul posto, prima di caricarla in ambulanza e trasferirla all’ospedale, non l’aveva riportata cosciente, non aveva suscitato le reazioni fisiche sperate. E le notizie che si sono succedute nelle ore successive non lasciavano presagire nulla di buono.
La giovanissima, in ogni caso, è stata immediatamente soccorsa, i sanitari hanno iniziato a rianimarla, fra l’altro intubandola sul posto, prima di spostarla all’interno del tendone della Croce Rossa, allestito a pochi metri dal traguardo, di fianco alla statua del Savonarola. Poi l’ambulanza, la corsa a Cona senza mai interrompere il massaggio cardiaco, il ricovero in rianimazione. Tutto il possibile per questa ragazza, però, non è bastato a strapparla da un crudele destino.
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In un battibaleno, la notizia della sua morte ha fatto il giro del web. Centinaia gli attestati di vicinanza alla famiglia, i messaggi di cordoglio, lo sgomento collettivo. Ferrara si è immediatamente unita in un abbraccio virtuale ai genitori e alle sorelle di Sara, confermando con pensieri di solidarietà il bene che la circondava nella città “adottiva”. Un passo ufficiale, in questo senso, è arrivato dal consiglio comunale: su richiesta dell’assessore Simone Merli, l’assise, riunita proprio ieri pomeriggio, ha osservato un minuto di silenzio in memoria della giovane vittima. Lo stesso Merli, presente nei momenti tragici di domenica, si era prodigato assieme a Massimo Corà, presidente della Corriferrara, e sua moglie Erica per dare assistenza ai genitori della ragazza. Gli organizzatori della Ferrara Marathon avevano trovato l’alloggio, l’assessore si era messo a disposizione per ogni necessità, cercando di dare supporto alla famiglia in un momento tanto delicato. Segni tangibili di vicinanza, espressi durante le visite all’ospedale, dove un’intera famiglia era appesa a un filo di speranze.
Un filo che ieri pomeriggio si è spezzato, lasciando quei genitori e quelle sorelle nel più profondo dei dolori immaginabili. E gettando nello sconforto anche gli organizzatori della manifestazione: lo stesso Massimo Corà, in segno di lutto, ieri ha tolto le foto del profilo e della copertina di Facebook, sostituendole con il nero del lutto.
Ora si attendono le decisioni dell’autorità giudiziaria, che potrebbe anche disporre l’esame autoptico, e della famiglia, che dovrà fissare i funerali. Cose a venire, adesso è solo il momento del dolore.