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Risparmi azzerati «Carife mi aiuti» Prestito negato, il pensionato va in agenzia con tv e giornali I No al Salva-banche: serve un fondo per i casi più difficili

Risparmi azzerati «Carife mi aiuti» Prestito negato, il pensionato va in agenzia con tv e giornali I No al Salva-banche: serve un fondo per i casi più difficili

Ha visto azzerati i propri risparmi in Carife, 36mila euro, e la stessa banca gli ha negato un piccolo prestito per far fronte alle esigenze quotidiane (bollette Hera, colf) che non riesce a...

25 maggio 2016
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Ha visto azzerati i propri risparmi in Carife, 36mila euro, e la stessa banca gli ha negato un piccolo prestito per far fronte alle esigenze quotidiane (bollette Hera, colf) che non riesce a soddisfare con la pensione da informatore scientifico. Così ieri mattina Giosuè Arnone, 83 anni, si è presentato all’Agenzia 1 di corso Martiri della libertà per reiterare la richiesta di un prestito di 1.000 euro, «di meno di prima perché qualche soldo sono riuscito a trovarlo». Non ci è andato da solo, ma “scortato” da altri azzerati dell’associazione No al Salva-banche e sotto l’occhio delle telecamere di La7 e dei giornalisti. Il colloquio con il direttore dell’agenzia è durato un bel po’, e l’attesa è stata utilizzata da altri azzerati per raccontare la loro storia. «Tra azioni e obbligazioni in Carife ho perso 56mila euro, pensi che le azioni le ho acquistate nel 2012, quindi dopo l’aumento di capitale, 19.50 euro l’una - diceva Roberto Chiapatti - Nel 2013 avevo bisogno di 30mila euro e ho chiesto di vendere: non è possibile, mi dissero all’Agenzia 6, proponendomi... un prestito Findomestic. Ora aspetto le regole dei rimborsi e poi deciderò come muovermi. No, niente associazioni, non mi fido di nessuno, faccio con il mio avvocato». Ubaldo Bruciaferri, ex pescatore di Goro, tra i più attivi nelle proteste degli azzerati, ripeteva di aver perso i 132mila euro di risparmi messi da parte in una vita di lavoro.

L’attesa era tutta per Giosuè, che ha fatto capolino dopo circa tre quarti d’ora. «Com'è andata? Mah, non lo so, non so come andrà a finire. Aspettiamo: certo, ho recuperato un po' di soldi e adesso mi servirebbero solo questi mille euro» ha raccontato lui. Giovanna Mazzoni, esponente del gruppo dei risparmiatori azzerati, ha aggiunto che «il direttore ci è sembrato disponibile, ha detto che se ci sono problemi di liquidità, come abbiamo favorito in passato il signor Giosuè, continueremo a farlo. Certo, ha aggiunto, deve decidere la direzione generale. Questa persona dovrebbe poter disporre dei suoi risparmi e invece non può farlo. Per questo - ha concluso la risparmiatrice azzerata - abbiamo chiesto a Nuova Carife di istituire un piccolo fondo di soccorso per le persone in difficoltà. Si tratta di piccole somme, queste persone sono parsimoniose di loro, e Ferrara è la capitale del disagio. Un atto del genere ci sembra doveroso».

Dovranno «fare i raggi» alla situazione di Giosuè? «Mi sono sentita offesa da questa affermazione - ha aggiunto Milena Zaggia, altra esponente del gruppo - noi non abbiamo mai 'fatto i raggi' alla banca, anche per mancanza di competenze, e ora molti di noi si trovano in situazioni di grande difficoltà».

La mattinata dei No al Salva-banche si è conclusa con un volantinaggio in centro da parte del gruppo di giovani bolognesi che affianca gli azzerati ferraresi, e ha partecipato attivamente al corteo del 7 maggio. L’invito ai risparmiatori ferraresi è di partecipare all’incontro pubblico del 31 maggio (Sala della musica, ore 21) «per discutere insieme i passi successivi da mettere in campo» c’è scritto nel volantino. I No al Salva-banche ribadiscono che «saremo soddisfatti solo se e quando otterremo un risarcimento completo e generalizzato», e il riferimento non è solo agli obbligazionisti: come sottolinea Zaggia, infatti, «a Ferrara la grande maggioranza degli azzerati è composta da azionisti, e a loro non si dice nulla nel decreto rimborsi». I rappresentanti dell’associazione avevano chiesto ad Amici e Azzerati Carife di far partecipare due risparmiatori in condizioni di difficoltà particolare all’incontro di ieri pomeriggio, a Roma, con il viceministro Enrico Morando, «ci hanno fatto sapere informalmente che era meglio di no» riporta Roberto Bruciaferri.

Stefano Ciervo

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