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Appalto a Txt, libri scolastici a domicilio

Appalto a Txt, libri scolastici a domicilio

L’azienda di Occhiobello fornitore per tre anni: consegne a scuola. Insorge l’Ascom: bando sbagliato, ma niente ricorso

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Sarà la Txt di Occhiobello a fornire i libri scolastici per le scuole elementari del territorio municipale ferrarese. L’azienda, da vent’anni nel settore della distribuzione e commercializzazione di testi scolastici e universitari - movimentando ogni anno 4 milioni di volumi - si è aggiudicata il bando indetto dal Comune di Ferrara per l’affidamento del servizio (valore: 430 mila euro) a un unico gestore per i prossimi tre anni. Alla gara avevano partecipato due concorrenti: oltre alla Txt, un libraio ferrarese. «Per la fornitura dei libri alle scuole previste dal bando - si legge in una nota dell’azienda - la spedizione avverrà presso i diversi plessi degli istituti comprensivi del territorio comunicati dall’Ufficio istruzione del Comune di Ferrara, consentendo alle famiglie di ricevere i testi direttamente nella propria scuola di riferimento».

Inutile dire che il cambio di rotta, da parte dell’amministrazione municipale, è stato accolto con preoccupazione dai fornitori cittadini, e di questo malumore si è fatta portavoce l’Ascom con il direttore Davide Urban.

Nel mirino, le modalità con cui è stato concepito l’appalto, escludendo di fatto le piccole realtà locali e mettendo i commercianti di fronte al fatto compiuto: «Il problema di questo bando è alla radice - argomenta Urban - È mancata del tutto la concertazione con le imprese locali, un conto sono le riunioni pro forma, un altro il confronto vero». La gara, continua Urban «così come è stata concepita non poteva che creare vantaggio al di fuori del nostro territorio, a discapito dei locali, e con modalità di vendita certamente legittimi ma molto lontane da un’economia di prossimità come quella dei cartolai e dei piccoli esercenti».

Il danno, sottolinea, non si limita alla mancata vendita dei volumi, ma all’indotto creato, appunto, dal mercato di prossimità: «Un cliente che entra in libreria per comprare i testi, poi acquista anche altro materiale scolastico e didattico. È vero che le piccole realtà hanno sempre dovuto lottare con la grande distribuzione, ma sempre in un sistema di pluralismo, che portava comunque ricchezza. Senza dimenticare che la ditta vincitrice ha sede non solo fuori provincia, ma addirittura in un’altra regione, mentre le tasse per il nostro territorio le versano gli esercenti locali, gli stessi che fanno sacrifici per mantenere una vetrina in centro».

Ma sulla possibilità di un ricorso, ipotizzata prima della chiusura del bando, Urban frena: «La decisione spetta ai portatori di interesse, dunque a chi è arrivato secondo. Fare ricorso inoltre significherebbe bloccare tutto, e come associazione non intendiamo creare un disservizio che si ripercuoterebbe sulle famiglie».(a.m.)