La Nuova Ferrara

Ferrara

Il finto broker incassa tre anni di pena

di Daniele Predieri
Il finto broker incassa tre anni di pena

Alessandro Cominato a processo per truffa, falsi ed esercizio abusivo. Beffati i 37 ex clienti, alcuni nemmeno parte civile

3 MINUTI DI LETTURA





Tutto scontato, come da copione, all’udienza preliminare, al processo in cui Alessandro Cominato, ferrarese di 55 anni, ragioniere e promotore finanziario abusivo, era accusato di aver creato un buco di 2 milioni di euro, raggirando una 40ina di clienti. Alla fine ha patteggiato la pena di 3 anni, inflitta dal giudice Piera Tassoni dopo averla concordata con la procura, pm Stefano Longhi, per una serie di reati che vanno dalla truffa aggravata, falsi in scritture private e soprattutto - quello più grave - di esercizio abusivo di promozione finanziaria.

Insomma, raccoglieva soldi dai risparmiatori - promettendo percentuali di rimborso altissime e ingannando i clienti - senza avere nessun titolo per l’attività di broker, un “fai da te” finanziario di cui hanno pagato le conseguenze ben 37 clienti di Ferrara e del Centro nord. Non poteva farlo ma lo ha fatto per 8 lunghi anni, dal 2005 al 2013, rastrellando 1 milione 855 mila euro, restituendo - nella forma di interessi che servivano per ingannare i clienti, e rinnovare la loro fiducia - appena 300mila euro.

All’udienza davanti al giudice, Cominato ha incassato - tutto sommato - una pena non pesante. La vera “pesante” pena è per i suoi clienti, alcuni dei quali non si sono nemmeno costituiti parte civile contro Cominato, vista la totale possibilità di ottenere restituzione di denaro o risarcimenti da parte dell’imputato. Perchè come ricordavano le stesse vittime del buco di Cominato e gli atti giudiziari dove il fatto è vergato nero su bianco, la Guardia di finanza che ha svolto i controlli e trovato riscontri nelle indagini alle accuse ha verificato che dei 15 conti correnti bancari aperti durante la sua lunga attività abusiva, non c’è nemmeno un centesimo. Anzi, la situazione economica di Cominato è - attualmente - talmente compromessa - da quanto si apprende a margine del processo, dalle parti - tanto da costringere Cominato a ricorrere ad assistenza privata e pubblica e avrebbe seri problemi anche per pagare l’affitto di casa, e guai per morosità. La storia, dunque si ripete: oltre il danno, per molti dei clienti la beffa: di quel milione e mezzo di euro mancanti non vi è alcuna possibilità di rientrarne in possesso, nemmeno la benchè minima parte, nemmeno le briciole. La vicenda, ricordiamo, conclusa con il processo, venne alla luce con le prime indagini nel 2013, dopo le denunce di alcuni clienti. Questi, dopo diversi segnali sospetti tra cui l’interruzione del pagamento degli interessi, cadenzato di sei mesi in sei mesi, segnalarono l’impossibilità di rientrare in possesso dei propri investimenti, anche di poche decine di migliaia di euro: avevano avuto la conferma, ieri come oggi, che nei conti di Alessandro Cominato non c’era - e non c’è - un centesimo.