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Metalmeccanici, il rebus del futuro

Metalmeccanici, il rebus del futuro

Il nodo più complicato nell’immediato resta la Lamborghini Calor. Ma la Fiom chiede chiarezza anche da Berco e Vm

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CENTO. Dalla cassa integrazione alla Fca-Vm di Cento agli scioperi alla Berco, al taglio deciso dal Gruppo Ferroli per lo stabilimento Lamborghini Calor di Dosso e per 44 dei suoi addetti. È davvero un’estate caldissima, al di là di quelle che sono le temperature di questo ultimo scorcio di luglio, quella che stanno vivendo i metalmeccanici nel Ferrarese. Un’estate di incertezza che coinvolge due delle maggiori aziende ferraresi - Vm e Berco - e un marchio storico del territorio, legato al nome Lamborghini. Incertezza sul futuro occupazionale che sta preoccupando i lavoratori e non solo, come spiega Samuele Lodi, segretario provinciale Fiom- Cgil, partendo da quello che appare il caso più complicato nell’immediato: «Per la Lamborghini Calor confermiamo sciopero e presidio di martedì. Intanto lo stesso giorno in Regione il caso sarà all’attenzione della giunta dell’Emilia-Romagna» che affronterà l’interrogazione urgente presentata dai consiglieri Pd Paolo Calvano e Marcella Zappaterra. «L’intervento della Regione - continua Lodi - è importante perché questa vicenda va affontata al ministero».

Questo mentre non si dipana la situazione in Berco e Vm, che si preparano alle tradizionali ferie d’agosto: «Per Berco la situazione, per niente chiara, sarà centrale verso la fine di settembre - spiega il segretario Fiom - quando dovrebbero arrivare i risultati dello studio che è stato commissionato dall’azienda. Ma è chiaro che questo clima di incertezza non aiuta».

Discorso più o meno analogo per Fca-Vm, dove sono anche in corso i lavori antisismici dei capannoni. E il periodo di ferie - la ripresa nello stabilimento centese sarà il 29 agosto - permetterà di svolgere anche quelle parti di opere antisismiche più invasive. Ma resta il fatto che dal punto di vista dell’attività aziendale «non è ancora possibile capire quelle che sono le prospettive. Chiaro, però, che se contiamo la cassa integrazione, le ferie e i permessi comandati, arriviamo a oggi a una cinquantina di giornate di stop per i lavoratori».