La Nuova Ferrara

Ferrara

la denuncia di coldiretti in regione: stop alle importazioni selvagge

Il prezzo del grano crolla, perdite per 70 milioni

Il prezzo del grano crolla e sono a rischio sempre più posti di lavoro e sono previste perdite per 70 milioni di euro: la denuncia arriva da Coldiretti che chiede «più trasparenza nella filiera e...

2 MINUTI DI LETTURA





Il prezzo del grano crolla e sono a rischio sempre più posti di lavoro e sono previste perdite per 70 milioni di euro: la denuncia arriva da Coldiretti che chiede «più trasparenza nella filiera e sull'origine e qualità del grano importato». Una situazione che mette a rischio nella nostra regione il reddito di migliaia di produttori agricoli e di operatori della filiera, «ma la speculazione - ribadisce Coldiretti - mette in crisi anche due milioni di ettari in Italia a rischio desertificazione. La colpa? Sono aumentati gli arrivi di grano straniero nel 2016, mentre quello italiano è sottopagato.

Ed ecco i conti delle perdite: i produttori dell'Emilia Romagna - spiega la nota - hanno perso più di 70 milioni di euro per il crollo dei prezzi del grano, diminuiti rispetto allo scorso anno del 43 per cento per il grano duro e del 19 per cento per il tenero, senza che questo abbia portato nessun beneficio per i consumatori. L'analisi di Coldiretti Emilia Romagna arriva in concomitanza della giornata di difesa del grano italiano con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza in tutta Italia con lo slogan "no grano, no pane!" e con la presentazione del dossier Coldiretti su "La #guerradelgrano". Secondo Coldiretti il settore del grano ha fatto registrare un crollo senza precedenti, «riportando i compensi degli agricoltori a livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da "spacciare" come pasta o pane made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato». Non a caso nei primi quattro mesi del 2016 gli arrivi di grano in Italia sono aumentati del 10 per cento, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, finalizzati soprattutto ad abbattere il prezzo di mercato nazionale attraverso un eccesso di offerta. Il risultato? «E’ che un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, così come la metà del pane in vendita, ma i consumatori non lo possono sapere». E allora? Contro le importazioni selvagge, «per restituire un futuro al grano italiano occorre l'indicazione in etichetta dell'origine del grano utilizzato nella pasta e nei derivati/trasformati - conclude il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello - ma anche l'indicazione della data di raccolta (anno di produzione) del grano, assieme al divieto di utilizzare grano extra comunitario oltre i 18 mesi dalla data di raccolta». E fa l’esempio del grano canadese che mietuto a settembre arriva da noi in Europa e in Italia già vecchio.