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Profughi, vento di barricate anche a Ficarolo

Quinta colonna a Ficarolo
Quinta colonna a Ficarolo

Nel rodigino si diffonde la voce della requisizione di un albergo nel comune Veneto. Nicola Naomo Lodi (Lega): siamo pronti a mobilitare le persone, se la prefettura non farà marcia indietro sarà una Gorino 2. Lui rivendica il "metodo Naomo"  ma il sindaco e i cittadini di Goro ribattono in tv: nessuno ti ha mai chiamato e non sei il nostro portavoce

01 novembre 2016
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FICAROLO (ROVIGO). A pochi chilometri da Ferrara, a Ficarolo (Rovigo), potrebbe andare in scena una Gorino bis. Venti di barricate spirano infatti nel vicino comune del Veneto dove si parla con insistenza della requisizione di un albergo per l'accoglienza dei rifugiati. Le voci di una mobilitazione si rincorrono da ieri sera e a rilanciarle c'è il responsabile per l'immigrazione della Lega Nord di Ferrara, Nicola Naomo Lodi. «A Ficarolo ho già fatto un primo sopralluogo - ha dichiarato al Corriere Veneto - e attraverso Whatsapp siamo pronti a mobilitare decine di persone, dal Veneto e dalle regioni vicine. Se la prefettura non farà marcia indietro, sarà una Gorino 2». 

Parole simili le ha pronunciate in un servizio lanciato nel corso della trasmissione tv "Quinta colonna", su Rete 4, dove però è stato duramente contestato dal sindaco di Goro, Diego Viviani, e da alcuni cittadini. Lodi aveva dichiarato di essere stato chiamato dai residenti per applicare anche a Gorino il "metodo Naomo". Ma ha ricevuto una secca smentita da tutti i presenti in collegamento diretto da Goro: "Nessuno l'ha mai chiamato e non deve mai più farsi portavoce della gente di Goro e di Gorino".

La nuova contesa sui migranti è nata attorno alla paventata requisizione dell'Hotel Lory, un tre stelle che si trova a pochi chilometri dal centro del paese rodigino. Ma la vicenda si presenta piuttosto confusa, anche sulla requisizione, e i profughi non sono ancora arrivati. A Gorino, nei giorni scorsi, erano attese dodici profughe provenienti da alcuni Paesi dell'Africa ma le barricate erette da un gruppo di residenti hanno impedito il loro ingresso nella frazione del basso ferrarese dopo un provvedimento di requisizione firmato dal prefetto di Ferrara, Michele Tortora. Le donne sono state poi smistate in altri comuni della provincia estense.