La Nuova Ferrara

Ferrara

Famiglie, si allarga l’area della povertà

Il 6,5% ha difficoltà a comprare da mangiare, cresce anche la fascia a rischio con redditi inferiori ai 780 euro mensili

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Come stanno i ferraresi? Globalmente un poco meglio rispetto al 2012, però si è ancora ben lontani dal recuperare la “botta” inferta dalla crisi economica. Per il futuro le speranze sono poche e c'è una fascia di povertà estrema che si allarga. Ne parla l'indagine sulle condizioni di vita a Ferrara, elaborata dal Comune ogni tre anni, utilizzando criteri di analisi e di misurazione analoghi a quelli di Istat ed Eurostat. I dati più recenti sono riferiti al 2015.

Consumi e risparmi. È preoccupante che il 58,6% delle famiglie dica di non riuscire a risparmiare (era il 62% nel 2012) e il 9,2% di queste ammette che oltre a spendere tutto il proprio reddito nel corso dell'anno deve ricorrere a prestiti. Dal 1994 i risparmiatori sono diminuiti dal 47% all'attuale 41,4%. Il 54,5% dei nuclei ammette di arrivare facilmente a fine mese, manifestano qualche difficoltà il 37,6%, mentre il 7,9% (in calo, era l'11% nel 2012) devono affrontare gravi difficoltà. L'8,4% dice di ricevere sussidi economici dalle istituzioni e il dato è crescente. Nel 30,6% dei casi (dimezzata la quota registrata nella precedente ricerca) si è dovuto ridurre gli acquisti. Sei famiglie su dieci dichiarano che nel 2015 la propria situazione è rimasta la stessa nel giro di un anno, per tre è peggiorata e solo per una è migliorata. Tendenze migliori che nel 2012 ma non basta, tanto che solo l'11,7% si attende segni positivi nei prossimi anni.

Povertà. Il 6,5% delle famiglie intervistate dice di essere in difficoltà per l'acquisto dei beni alimentari. Il dato coincide più o meno con quel 5,1% di “sicuramente poveri” (quelli ben al di sotto della soglia di povertà, ovvero sotto all'80% di quella standard): in precedenza eravamo al 4,7%. Così come cresce l'area delle persone a rischio di povertà, stando sotto i 780 euro di reddito mensile familiare medio: 15% contro il 14,3% del 2012. Dati più bassi a confronto con quelli nazionali: l'indicatore di severa deprivazione è al 2% (in Italia l'11,6%). Occhio alla categoria di “povertà relativa”: l'incidenza è all'8,4% (meno un punto sul 2009), quando fino a dieci anni fa si era stabilmente al 5%. Ma chi sono i poveri? In misura maggiore sono presenti nelle famiglie più numerose, tra i giovani, ovviamente tra i disoccupati ma anche i lavoratori autonomi (la loro incidenza di povertà sale al 9,4%) e tra gli stranieri.

Beni e tecnologie. L'abitazione è di proprietà o in usufrutto per il 72,2% delle famiglie. Il 18,9% (nel 2012 il 23,1%) non ha un'automobile: il 5% dice di non potersela permettere. Le bici vanno forte: due in media a famiglia. Crolla il telefono fisso: ce l'ha in casa solo il 43,7% (nel 1994 il 97,2%), parallelo è il boom dei cellulari, posseduti nel 95,2% dei casi. Sempre più diffuso il computer e la connessione a internet è per il 70,6% (64% il dato nazionale).

L’assessore Sapigni. «Si nota un leggero miglioramento della situazione - afferma l'assessore Chiara Sapigni, affiancata dal dirigente del Servizio statistica Fabio De Luigi e da Caterina Malucelli -. La ricerca è la base per gli interventi di assistenza con l'Asp e in collaborazione col terzo settore: mensa, dormitorio, last minute market, fondi per emergenza abitativa, tirocini formativi. Il problema di fondo è l'assenza di lavoro. Non facciamo tutto quel che vorremmo, stanno per entrare a regime alcuni fondi da Regione e Stato. L'emporio Il Mantello la prossima settimana inizierà a distribuire le card per poter ricevere beni alimentari».

Fabio Terminali