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Bassani e Rossi, ricorrenza non celebrata

Bassani e Rossi, ricorrenza non celebrata

Diciassette anni fa, il 13 aprile, scomparivano dalla scena della vita, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, Giorgio Bassani e Gianfranco Rossi, entrambi di religione ebraica ed uniti da un...

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Diciassette anni fa, il 13 aprile, scomparivano dalla scena della vita, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, Giorgio Bassani e Gianfranco Rossi, entrambi di religione ebraica ed uniti da un vincolo di parentela ma, soprattutto, da un grande amore per la cultura: entrambi personalità di grande intelligenza, furono dapprima “Critici eccentrici”, saggisti ed autori di classe poi, sia per la letteratura che per il cinema, ciascuno a proprio modo, certo.
Dallo scorso anno, in cui ricorrevano i cento anni dalla nascita di Giorgio Bassani, molte le celebrazioni a lui - finalmente - rivolte, anche se per questo anniversario comunque importante non è stata prevista alcuna iniziativa ufficiale, ‘dimenticanza’ non troppo giusta per uno dei più grandi rappresentanti della cultura cittadina, magari la pancia era piena per le tante iniziative del centenario...
È poi ‘giusto’ rivolgere un pensiero più attento a Gianfranco Rossi, “Spettatore non dimenticato”, parafrasando il titolo di uno dei molti testi da lui pubblicati. Rossi fu docente, narratore, poeta, amante e critico eccentrico, giovanissimo e non ancora laureato, di cinema per le colonne del quotidiano “Gazzetta Padana”, ma anche collaboratore, tra il ’52 ed il ’57, di altre testate specializzate e non, come “Il Caffé”, “Nostro tempo”, “Cinema nuovo” e “Cinema”, la bella rivista fondata da Vittorio Mussolini con la quale aveva collaborato, agli esordi, allora come ‘solo’ critico un altro grande ferrarese, Michelangelo Antonioni con il suo primo “Gente del Po”, nato su carta e divenuto, in seguito, pellicola. (m.c.n.)