La Nuova Ferrara

Ferrara

Svetlana morta tra rifiuti «Scusaci e riposa in pace»

Svetlana morta tra rifiuti «Scusaci e riposa in pace»

Le parole in un biglietto lasciato nell’edificio di via IV Novembre dove è deceduta L’assessore Borgatti: «Non sapevamo di lei». La salma ora tornerà in Ucraina

02 settembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





CENTO. «Avremmo potuto fare tanto, ora purtroppo possiamo solo chiedere scusa. Riposa in pace»: un mazzo di fiori e un messaggio lasciato da un anonimo attorno alle grate che oggi chiudono l'immobile abbandonato di via IV Novembre.

La città mostra così il suo volto umano, il suo senso civico, il dolore e il rammarico per quanto accaduto a Svetlana Chestiakova, senzatetto morta tra i rifiuti e il degrado nello stabilimento abbandonato di via IV Novembre. Senza lavoro, aveva perso la casa, prima a Cento poi a Pieve di Cento, e da tempo vagava per il centro della città in un profondo stato di disagio e di difficoltà. Senza che nessuno le abbia dato una mano o almeno abbia percepito il suo bisogno.

Per vivere, la donna ucraina, si rivolgeva infatti alle Caritas del capoluogo che le davano ogni giorno cibo e vestiti.

E viveva all'interno dell'immobile abbandonato, tra sporcizia e stracci. Uno spaccato di realtà, quello che è emerso con forza. Tuttavia, come sottolinea l'assessore ai servizi alla persona Grazia Borgatti, «non tutti coloro che sono in difficoltà si rivolgono al Comune per chiedere un aiuto». Così non aveva fatto Svetlana, per dignità e tanto altro.

Ciò nonostante, i dati sono significativi: «Negli ultimi due anni - riferisce - il numero degli utenti che ricevono contributi economici è costante. Sono circa 310 i nuclei assistiti comprensivi di famiglie o singoli adulti, e di famiglie con minori. La fascia di utenza che si rivolge allo sportello è concentrata nella fascia di età tra i 36 e 65 anni».

«La fascia più fragile tuttavia interessa gli over 50 - aggiunge - e si tratta di persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica e difficilmente riescono a trovare una nuova collocazione nel mondo del lavoro».

Un identikit che assomiglia molto a quello della donna ucraina. Seppur estremi, ma non unici come riferito dalle Caritas centesi, sono casi come quello di Svetlana che portano alla luce il volto della Cento più fragile: «I servizi sociali – spiega l'assessore Borgatti - non sono a conoscenza di casi simili a quello di Svetlana. L'accesso ai servizi avviene tramite lo sportello sociale, ed è comunque facoltà delle persone scegliere se rivolgersi ai servizi preposti. Esiste tuttavia una rete di servizi che collabora per dare assistenza alle persone fragili. Ciò nonostante, il Comune continuerà nel profondere il massimo impegno nel sostenere le fasce fragili della popolazione».

E dopo la tragedia venuta alla luce, sono stati rintracciati e avvisati i parenti della donna, in particolare la figlia che vive in Ucraina. E così, ora dopo l'autopsia e ottenute tutte le autorizzazioni del caso, la salma di Svetlana Chestiakova tornerà nel suo paese d'origine.

Beatrice Barberini