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Eroina e nuove droghe sintetiche: il mercato a Ferrara

Eroina e nuove droghe sintetiche: il mercato a Ferrara

Ci sono drammi di cui il silenzio è complice. Di cui non si parla, come se il non evocarli servisse a tenerli a bada e lontano. Che crescono all’ombra dell’indifferenza e della vergogna. La droga. L’eroina che a Ferrara non è mai uscita di scena, testimonia Patrick, ragazzo tosto, uno che si è salvato e con dignità ne racconta gli inganni - di Daniele Predieri (a cura di Andrea Magrini)

16 ottobre 2017
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I tossici-zombie con le braccia consumate dai buchi saranno pure un lontano ricordo, ma in meno di un mese, tra agosto e settembre, le nostre cronache cittadine hanno contato quattro casi di overdose, di cui due letali. Una concentrazione anomala e inquietante. Siamo partiti da lì, dai numeri e dalle storie, per quella che è diventata una lunga inchiesta su una realtà sconosciuta ai più, pericolosamente sottovalutata. Difficile da accettare.

 

Sono teenager i nuovi eroinomani. Ragazzetti che sniffano e fumano roba all’uscita di scuola e nei lunghi pomeriggi di una città che ha spodestato Bologna come piazza di riferimento per lo spaccio e che sta integrando come pusher anche i richiedenti asilo.

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Di eroina ce n’è in quantità. Lo dice chi bazzica la stazione dei treni e le vie battute dagli spacciatori, geografia in evoluzione che si è estesa a via Bologna e alla zona universitaria, lo confermano le indagini e i sequestri di polizia e carabinieri, ne è clamoroso contrappunto l’incidente del cane che ha spazzolato un etto di ovuli. Fiumi di roba a prezzi stracciati, rapidamente letale. Droga totalmente sintetica? Quell’eroina gialla dagli effetti fino a cento volte più potenti che qua e là è comparsa in Italia? Forse. E’ il sospetto su cui lavorano le autorità sanitarie.

 

 

Patrick: "I due ragazzi erano miei amici"

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Patrick Carlini, 25 anni, è uscito dall’eroina grazie al Sert: "Sono uno dei pochissimi"

 

Ferrara piazza centrale dello spaccio, ampia clientela di giovanissimi

 

Nessun post su Facebook, niente commenti sui siti. Prende il telefono e chiama il giornale: "Sono un amico dei due ragazzi morti per overdose, sono un ex tossicodipendente e se volete vi racconto io cos’è l’eroina, oggi a Ferrara". Arriva alla Nuova e si presenta: "Mi chiamo Patrick Carlini, 25 anni. Una foto? Certo, nulla da nascondere".

 

In quasi un’ora racconta, mettendo a nudo la sua anima e tanto altro, di un ragazzo che ha iniziato a 13 anni a fumare erba, a 17 a usare l’eroina e a 21, grazie a Sert e comunità, è uscito dal “grande inganno”, in cui è caduto anche lui, ex animatore della parrocchia e dei Grest, uno dei mattatori del teatro tra i giovani.

 

"Avete scritto che l’eroina è ritornata di moda, oggi. Non è vero, il problema dell’ero c’è da almeno 10 anni tra giovani e giovanissimi. L’eroina non è tornata perché non se ne è mai andata, anzi tra i più giovani è sempre più presente".

 

Racconta e riavvolge il nastro di pensieri e ricordi: "Torniamo al 2010, come tempo storico, io sono un ex tossicodipendente e già in quel momento noi ragazzi che avevamo 17-18 anni ci passavamo l’ero, tutto facilitato dal fatto che prima si potesse fumare e non subito iniettare, questo è il motivo principale per cui i ragazzi si passano l’eroina. Oggi? Oggi ho 25 anni, e della mia generazione, ragazzi nati all’inizio degli anni Novanta sono uno dei pochi che si è salvato: c’è chi ci riesce, altri sono morti come gli ultimi due ragazzi (in zona grattacielo e a villa Fulvia, ndr), altri stanno seguendo strade che forse un giorno potrebbero portare allo stesso esito".

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Ma se non è mai andata via, nessuno parla più di eroina
"Se ne parla per lo spaccio, visto che in questi giorni sono arrivati i militari dell’esercito: d’accordo che arrivino, è giusto per le persone che hanno bisogno di sicurezza; ma fino a quando ci sarà domanda di eroina, non si potrà mai distruggerne l’offerta. Si possono mandare militari, carabinieri, tutte le forze dell’ordine che vogliamo, ma fino a quando ci saranno persone, ragazzi che usano droghe, non è attraverso i militari che si riesce a fermare lo spaccio: fa arrabbiare che alla fine si parli solo di zona Gad, militari, operazioni anti spaccio: ok è una realtà, ma non è tutta la verità. Solo agendo sulla domanda si può far qualcosa, e su questo penso non si faccia a sufficienza".

 

In che senso?
"Nel senso che in realtà esistono i servizi come il Sert o le Comunità terapeutiche che aiutano ad uscirne, io sono uscito grazie al Sert che mi ha inviato alla comunità Papa Giovanni XXIII di Denore, un posto al passo delle tossicodipendenze. Ma fuori non c’è sensibilità pubblica al problema dell’eroina o delle droghe, quello che si fa è respingere le persone che le usano senza capire perché c’è un disagio giovanile così grande. Ci domandiamo spesso e ci arrabbiamo perché ci sono tantissimi immigrati che spacciano: è una realtà oggettiva, perché non si può non dire che l’immigrazione per come è gestita non sia un disagio. Ma non ci guardiamo mai in casa? Non ci domandiamo perché ci sono così tanti ragazzini ferraresi che usano l’eroina oggi nel 2017?".

 

Ma sono davvero tanti?
"Sì, sono tanti. E lo posso dire perché li incontro, faccio volontariato. Se uno passa in stazione, e ci passa non con il terrore ma con lo spirito di osservare, di giorno e non di sera o di notte, riesce a vedere tutto quello che accade. Tanti ragazzi e dietro loro c’è una persona e una storia".

 

Le storie dei tuoi amici, che se ne sono andati nei giorni scorsi.
"Io ero un grandissimo amico di M. il ragazzo che è mancato, di Villa Fulvia. Quando ho letto della zona dove era successo il fatto, ho subito capito: e quando ho saputo dopo aver telefonato ai genitori mi è caduto il mondo addosso, è scattato quasi un senso di colpa personale. Io e M. eravamo tantissimo amici. Ci siamo conosciuti alla parrocchia, eravamo prima bambini del Grest e poi animatori. Negli ultimi tempi non avevo ascoltato abbastanza quello che secondo me lui cercava di dire non a me, ma agli altri. Tutto il suo dolore".

 

Che era lo stesso dolore di O., trovato senza vita sotto il Grattacielo, anche lui tuo grande amico.
"Erano due persone diverse tra loro, con caratteri diversi, avevano entrambi 25 anni, facevano uso saltuario, nel senso che tutti e due non erano più dentro la morsa dell’eroina quotidiana: erano persone che vivevano la loro grande sofferenza e in certi momenti non ce la facevano e si buttavano in quella cosa che purtroppo – e sottolineo purtroppo – ti permette di non sentire quel dolore che ti divora dentro".

 

Quel dolore li ha portati dove sappiamo.
"Certo, ma ho sentito gente che diceva “se la sono cercata” ed è la più brutta cosa che un essere umano possa dire, per un semplice motivo: tu non hai conosciuto queste persone e non sai cosa avevano dentro, e soprattutto non sai quello che hanno lasciato agli altri, perché sia O. che M. hanno lasciato tanto nelle altre persone, qualcosa di spettacolare".

 

E come vorresti che venissero ricordati O. e M. ?
"Come due esseri umani. Non che parlando di loro si dica “sono morti due tossici”. No. Sono morte due persone, che avevano una storia, una famiglia, delle persone che gli volevano bene".

 

Uccisi dall’eroina. Ma quale eroina? Quale tipo, visto che ormai non si sa più cosa ci sia in giro. I tecnici parlano di eroina pura che diventa bomba.
"Io ti parlo da ex tossico: se davanti ho due spacciatori e uno ha eroina pura al 5% e uno al 30% io vado dal secondo. Nei momenti in cui i neri si picchiano non per gioco, voglio dire per la zona spaccio e lo fanno per conquistare il loro territorio, non vedo assolutamente impossibile che sia stata messa sul mercato non tanto eroina tagliata ma un’eroina più pura per adescare clienti, ragazzi".

 

Allora avresti scelto quella?
"Sì, e ogni persona che usa eroina sceglierebbe la roba più pura. Soprattutto se te la vendono a meno... Soprattutto se te la vendono a meno. Ecco, l’inganno dell’eroina e parlo per esperienza: una delle cose che mi portò a provare l’eroina, oltre che la curiosità, era che costava niente. Se tu vuoi comprare, non so, anfetamine, metanfetamine o tutti i derivati di queste robe chimiche, spendi molto di più rispetto all’eroina. Quando ho cominciato io, siamo nel 2010, con 20 euro la compravi. Forse oggi costa di più, visto che si parla di eroina gialla, di eroina bianca, ma con 30 euro oggi te la compri e così puoi passare la giornata. Quindi anche questo è cambiato tanto, il basso prezzo dell’eroina".

 

Tutto è cambiato sulla droga, ma è davvero così facile trovarla?
"A Ferrara, anni fa, c’erano momenti in cui lo spaccio dell’eroina non era in mano ai nigeriani, ma ai tunisini o nordafricani. C’erano momenti in cui non si trovava, vedevi della gente a determinate ore del giorno andare a Bologna, città simbolo dell’eroina, almeno in Emilia. Adesso? Adesso forse è possibile che da Bologna vengano a Ferrara".

 

Tu oggi non la usi più, ce l’hai fatta.
"Ce l’ho fatta per tre motivi: per la mia volontà, perché è anche vero che il tossicodipendente, ad un certo punto, fa le sue scelte. La mia famiglia che mi ha dato l’ultimatum: in comunità o fuori di casa. E poi Sert e comunità che non è centro di disintossicazione: là impari a ripercorrere i momenti della tua vita arrivando a capire cos’è stato che ti ha fatto scegliere di buttarti in un mondo anziché in un altro".

 

Finiamo da dove siamo partiti: volevi parlare di eroina, perché lo si fa poco e a vanvera. Può servire farlo?
"Eccome, bisognerebbe farlo molto di più, davanti a ragazzi che muoiono per la strada o che non sanno cosa usano. Se lo si fa, forse un genitore può non sentirsi solo, vale anche per un amico che è dentro l’eroina: per quanto sia difficile farlo con chi ha seri problemi di dipendenza, dobbiamo provarci".

 

Non solo eroina. Cresce il consumo di cocktail micidiali

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Di eroina si muore ancora oggi, tantissimi la fumano, altri la sniffamo. E lo fanno sempre più ragazzi e ragazzini. Ma l’eroina non è ritornata, nelle strade e tra i nostri figli, nipoti, amici degli amici, i giovani della porta accanto, perché non se ne è mai andata come ci ha raccontato Patrick. La dottoressa Luisa Garofani è la dirigente del Sert ferrarese. Ce ne parla.

 

Dottoressa Garofani, cosa sta succedendo là fuori?
"Succede che è in aumento la diffusione di sostanze sul territorio e cresce il consumo che è sempre più policonsumo: più sostanze insieme a basso dosaggio, spesso eccitanti; cambiano i modi, meno siringhe, più fumo e snoorting (con il naso), ma l’effetto dell’eroina è lo stesso e chi non lo sa scherza pericolosamente con il fuoco, e non posso che ripetere: non provateci, state facendo un salto nel buio, pensate di governare qualcosa che non conoscete affatto".

 

Cambia tutto là fuori, droghe e consumatori, anche per voi dei servizi?
"Cambia tutto velocemente là fuori, anche per noi dei servizi – spiega Luisa Garofani, dirigente del Sert dell’Ausl Ferrara, servizi tossicodipendenze che oggi si chiama Servizio dipendenze patologiche – perché non si tratta più solo di eroina ma di tanto altro: e di comportamenti che rovinano la vita con e senza sostanze o droghe, come il “gioco d’azzardo” (la nuova dipendenza, non meno pericolosa di altre, ndr). Tutto cambia è vero: droga, ragazzi, servizi. Ma l’eroina no".

 

Perché è sempre quella?
«Sì, è sempre quella, ma in più oggi abbiamo valanghe di sostanze chimiche che promettono sballo e a comando di poter tornare al proprio posto nella funzione assegnata. Come questa società chiede: risposte rapide e veloci, cambi di stato emotivo che confondono e rendono sempre più nervosi i rapporti tra le persone, aumentando l’incapacità di stare con gli altri: se non si ha tempo o non ci si sente tranquilli, lo si fa virtualmente e se non c’è nessuno da incontrare, non importa".

 

Così si salta nel buio: ma voi come potete riuscire ad intercettarlo, questo “buio”?
"Nei nostri servizi, non abbiamo visto questi giovani – come negli ultimi casi – consumatori/sperimentatori che ne fanno un uso saltuario. Entriamo in contatto con queste realtà spesso attraverso gli invii dalla Prefettura: persone fermate sul territorio, trovate in possesso di sostanze, oppure il primo incontro può avvenire in altro modo, purtroppo drammatico, direttamente in carcere, perché sotto l’effetto di sostanze hanno commesso reati gravi: risse, aggressioni, rapine o altro".

 

Abbiamo scritto nei nostri servizi che l’eroina è tornata con i suoi incubi, ma non è così.
"L’eroina non se ne è mai andata, è una droga tra le più amate e diffuse nel mondo, è la droga regina: solo tra i più giovani la sostanza più comune è la cannabis. Ma oggi a fianco delle “vecchie droghe” (eroina e cocaina) sono in circolazione cocktail micidiali, più sostanze (eccitanti o allucinogeni) consumate contemporaneamente, molte sconosciute, varianti di molecole costruite in laboratori clandestini che vengono messe sul mercato usando i consumatori come test per valutare gli effetti".

 

Quali effetti possono avere queste nuove droghe?
"Effetti che minacciano la capacità di controllo, nel caso dell’eroina sono devastanti per l’inesperienza dei consumatori e il potenziale di morte della sostanza che circola con un principio attivo più alto e quindi più pericoloso per l’insufficienza respiratoria: il motivo per cui si muore di overdose, come nei casi di cronaca e che porta a pensare che sia l’eroina il killer".

 

È sbagliato dunque pensare all’eroina killer?
"L’eroina non è killer, è eroina e basta. Al momento non sappiamo cosa vi sia dentro, sapremo se c’è altro in quello che circola appena i laboratori riusciranno a decodificare le sostanze da taglio presenti nella droga sequestrata".

 

Si tratta di una sorta di nuova eroina, qualcosa ancora non conosciuto?
"È qualcosa che può essere un tentativo di riprodurre eroina sintetica, da immettere sul mercato, non sappiamo con cosa la taglino: certo che quella in circolazione ha un principio attivo più alto (più pura) con un rischio più alto nei consumatori occasionali, del weekend, che non hanno dimestichezza con questa roba, che si affidano agli spacciatori che non sanno nemmeno loro cosa ci sia dentro quello che vendono. Sostanze che sono continuamente modificate per farle uscire dalla tabella di quelle vietate".

 

Per essere vendute, sempre di più, sempre di più: e allora fa paura solo chi vende droga e si chiama l’esercito...
"Se tanti hanno paura di chi spaccia droga e si invoca l’arrivo dell’esercito, che sia anche il benvenuto. Ma tutto questo non è solo un problema di ordine pubblico: e non possiamo dire che con l’aumento delle forze dell’ordine si possa sradicare la questione droga sul territorio. Non c’è solo questo".

 

E allora, voi e lei dei servizi, che esercito vorreste?
"Anche un esercito di genitori orgogliosi di un ruolo difficile e unico, consapevoli e presenti, in ascolto dei figli senza avere paura di non capirli e senza giudicarli; di loro, di questi ragazzi, non sappiamo mai abbastanza, di come si divertono, di cosa cercano, cosa li fa felici, dei loro bisogni veri".

 

Ma non basterebbe solo questo esercito.
"Vorrei anche eserciti di adulti vivi nelle loro aspirazioni, che non ripetano solo la sfiducia verso un mondo che non sono riusciti a fare più bello; di educatori che siano capaci di attirare l’attenzione dei giovani valorizzandone le potenzialità. Un esercito di comunicatori aggiornati competenti che possano orientare nel mare delle notizie sul web, di cui i ragazzi si possano fidare. E ancora di artisti, filosofi che riescano ad appassionarci a trovare un senso della vita che duri più di qualche minuto".

 

Alla fine, però si ha paura di tutto e non di questa normalità dell’eroina, che fa saltare nel buio i nostri figli, nipoti, amici degli amici, i ragazzini della porta accanto
"Dobbiamo contrastare una sorta di rassegnazione che ritiene che il problema sia solo “la droga”, che interessa solo chi è coinvolto, così ognuno è costretto a combattere la propria battaglia da solo. Serve una battaglia di tutti, di cultura e di futuro, di una società che ci rimetta insieme, da soli si è destinati a perdere qualsiasi battaglia, anche quella giusta".

 

L'allerta: invasione di eroina sintetica

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Hanno nomi apocalittici e sigle numeriche che fanno rabbrividire i tecnici che li leggono nelle relazioni sanitarie: sono le droghe sintetiche, e tra queste l’eroina prodotta in laboratorio che non ha nulla a che fare con quella “naturale”, un derivato alla lontana dell’oppio.

 

Ma non c’è ancora nessun allarme, anche perché in caso contrario le armi sarebbero già spianate sugli oppiacei sintetici. Perché se le parole hanno etimologie e significati precisi, mai come oggi e soprattutto parlando di eroina occorre usarle nel mondo più indicato possibile e parlare solo di allerta, al momento.

 

Primi sospetti e ipotesi. In attesa di riscontri, prove, risultati di analisi che farebbero spianare le armi di investigatori, sanitari, servizi tossicodipendenze, sul tavolo ci sono solo sospetti e ipotesi di lavoro che portano alla nuova droga sintetica, micidiale.

 

Anche a Ferrara, dopo gli ultimi casi di overdose (due ragazzi morti e due ricoverati a Cona, e salvati in tempo) si è messa in moto, ovviamente, la macchina delle indagini: non solo investigative di procura, carabinieri e polizia. Anche quelle sanitarie, tossicologiche per capire quali siano i principi delle sostanze che hanno causato questi 4 nuovi casi. Come del resto aveva spiegato la stessa dirigente Sert, Luisa Garofani, nei giorni scorsi, "ci sono in circolazione più sostanze sconosciute, varianti di molecole costruite in laboratori clandestini e messe sul mercato usando i consumatori come test per valutarne gli effetti".

 

Con effetti devastanti. Effetti devastanti per droghe potenti, svendute su tante piazze del Nord Italia a 15 euro e che hanno portato i tecnici dei servizi a lanciare un’allerta: tanto che i responsabili dei servizi, ad esempio quelli di Torino, parlano di principi attivi 100 volte superiori a quelli della normale eroina. Sostanze che uccidono, a prezzi stracciati (i 15 euro a dose): eroina non conosciuta da chi la acquista e che "pensa sia la solita, mentre non sa di iniettarsi una quantità di certo mortale", spiegano i tossicologici. Non è ancora allarme, dicevamo, poiché non vi sono riscontri, le analisi sono in corso, si attendono risultati. Anche se già con le prime ipotesi di lavoro, diversi inquirenti ferraresi interpellati, anche ad alti livelli, si dicono “preoccupati” per la situazione, per questa mancanza di certezze in attesa dei risultati tossicologici, lunghi ma necessari per poter capire il tipo di sostanza ed avere le prime tracce investigative su chi e come la faccia arrivare qui, in Italia, e a Ferrara.

 

Anche sull’eroina sequestrata questa estate, l’ultima grande partita di droga (un chilo sequestrata in una casa in Porta Catena), sono in corso accertamenti. Che dovranno stabilire se si tratta di eroina “naturale” o sintetica e come e dove possa essere stata fabbricata. Il problema resta, il vero problema è che di queste nuove droghe sintetiche da laboratorio si sa poco o quasi nulla.

 

Potente e sempre più a rischio. Una nuova eroina che ha "un principio attivo alto e un rischio che lo è altrettanto nei consumatori occasionali che non hanno dimestichezza con queste sostanze, che si affidano agli spacciatori che non sanno nemmeno loro cosa ci sia dentro quello che vedono", era stata la denuncia della dirigente Garofani.

 

Ma non è un problema solo di Ferrara, che viene amplificato. Lo è anche e in special modo dal punto di vista sanitario. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda) la diffusione di oppiacei sintetici sta diventando un problema di salute pubblica poiché non si parla solo di overdose ma di emergenze ospedaliere dovute a ricoveri per la scarsa conoscenza delle sostanze.

 

Allertare i consumatori. Per questo motivo, da più parti, i tecnici spiegano che - nella filosofia della riduzione del danno - occorre allertare i consumatori, per i possibili effetti di cui non si conosce il rischio concreto. Consumatori giovani e giovanissimi, vulnerabili, che non riescono a gestire sostanze e altro. Un rischio veramente alto, spiegano allegando una netta certezza: "Queste sostanze “sospettate” non sono assolutamente paragonabili a quanto c’era e c’è stato sul mercato fino a pochi anni fa".

 

Naloxone: il salvavita disponibile in farmacia

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Là fuori, nel mondo dell’eorina che cambia, c’è un farmaco che pochi conoscono, anche tra gli addetti delle farmacie, un farmaco “obbligatorio” (che deve essere sempre presente) perché è un salvavita: si chiama Naloxone, è un antioppiaceo e si usa contro l’overdose da eroina. La buona notizia – contrariamente a quanto accade in molte parti d’Italia – è che questo farmaco si trova nel Ferrarese, almeno in tutte le farmacie che La Nuova Ferrara ha visitato: 12 farmacie in tutto, ovvero 5 a Ferrara, 3 ad Argenta e 4 a Comacchio.

 

Obbligatorio averlo. Tutte avevano a disposizione una o più confezioni: un obbligo, è vero, anche perché, se invece che chiederlo i giornalisti lo avessero fatto i militari del Nas, allora sarebbero fioccate multe salatissime. Nelle stesse farmacie però abbiamo trovato confusione e troppi dubbi tra gli addetti: il Naloxone (il nome del principio), forse più famoso come Narcan (marchio di una casa farmaceutica) è un farmaco Sop (senza obbligo prescrizione), non serve la ricetta del medico né dei servizi tossicodipendenze (come ci è stato chiesto). Ma quasi tutte le farmacie non lo sapevano chiedendoci la ricetta medica: dovrebbero essere più informate! Perché chiunque può acquistarlo, come abbiamo fatto noi: prezzo 4 euro e 29 centesimi, e per salvarti la vita si possono spendere. E allora.

 

Ditelo in giro, che esiste. Allora, spiegano dai servizi, occorre che i consumatori, giovani e giovanissimi – occasionali e i più a rischio – sappiano questo, che esiste il Naloxone, come del resto "forniamo agli utenti del Sert". "È importante che sia presente in tutte le farmacie – è  il monito – e che tanti sappiano che si trova e che quei tanti lo facciano sapere in giro". Tra ragazzi e ragazzini. E anche adulti, i classici “weekeder”, che usano droghe ed eroina saltuariamente. E' in questa veste che ci presentiamo, forse non troppo convincenti. "Vorrei del Naloxone" e davanti a noi, sulla faccia dell’addetto di turno si disegnano sorpresa, stupore, distacco, imbarazzo.

 

Vorrei del Naloxone, lo avete? Da parte di chi sa cos’è o chi minimamente ne ignora l’esistenza. Alla prima farmacia, la Giardino, in Gad, Ferrara, ci chiedono la ricetta: "Non possiamo darlo". Scioriniamo quanto sappiamo: "E' un Sop, tabella 2 e 4 (obbigatori e salvavita), controlli al computer»". L’addetto controlla e lo trova, nel cassettone degli “obbligatori”. "Eccolo". Paghiamo 4.29 euro e sveliamo che siamo giornalisti. E sul viso dell’addetta si affaccia un sorriso, sollevato. Stessa richiesta di ricetta alla Farmacia Garibaldi: "Serve una carta dei servizi", ci dicono. Ripetiamo tutto, controllano e verificano: "Ha ragione, è un Sop. Lo compra? No, già acquistato". Terza farmacia, la Calzolari, via Cortevecchia: imbarazzo e stupore, richiesta di ricetta, verifica, e consegna del farmaco: "Non ci serve siamo giornalisti". Ma qualcuno ve lo chiede? "Lei è il primo". "Sono qui da 26 anni – dice uno dei responsabili – mai chiesto" e gli fa eco l’addetta al banco: "Io da 20 anni e vale lo stesso". Lasciamo il centro, per Porta Mare, farmacia comunale. Non c’è fila per i farmaci senza ricetta. E ci fiondiamo al banco: "Naloxone? ", controlla: "Non lo posso dare, serve la ricetta". Guardi che...Alle nostre spiegazioni, la domanda:"«Ma è un medico?". No, e vogliamo il Naloxone. Controlla, ce lo da e poi si scusa. "Non sapevo, ero impreparata". Quanti venduti?: "Uno nel 2016, uno 2017". Alla Fides, la farmacia h24 della città, sanno cos’è. Anche qui chiedono ricetta. Il chiarimento e la spiegazione, il sorriso.

 

Dalla città alla provincia. Da Ferrara a Comacchio, altre farmacie, stessi dubbi: a S. Giuseppe, Porto Garibaldi e Comacchio centro alla richiesta di Naloxone, la risposta seriale: "Perché me lo chiede?" . Messe da parte diffidenze, spiegato chi siamo, resta la confusione: "Abbiamo disponibili 4 confezioni – Farmacia Savonuzzi, S. Giuseppe – la legge ci obbliga alla scorta". E poi cadono, sulla ricetta: "Deve essere erogato con prescrizione medica, se il tossicodipendente si presenta senza ricetta, deve chiamarci il medico e il farmacista compilare apposito modulo per la somministrazione". No. Sbagliato. Nella farmacia “Adriatica” di Porto Garibaldi, idee più chiare: "Naloxone? Non è mai stata necessaria la prescrizione medica. Non può esserci risposta diversa, chi conosce la legge, lo sa bene. Da noi non è tuttavia mai stato richiesto". Disponibilità? "Due confezioni in casa".

 

Come avviene per gli analgesici! Al villaggio Raibosola, farmacia “San Cassiano” , due confezioni: "Nessun obbligo di ricetta – eccepisce l’addetto – finora mai richiesto". Anche nella farmacia “Trepponti” , centro storico, controllano sul pc, mai richiesto da 2 anni. "Tuttavia – spiega la farmacista –, come avviene per il trattamento di analgesici ed oppiacei, occorre la prescrizione medica, almeno la ricetta bianca ripetibile. Naloxone però è il principio attivo, mentre la marca del farmaco è Narcan". Lo sappiamo. Le farmacie dovrebbero sapere altro.

 

Il suk dell'eroina a Ferrara, i grossisti trovano casa in città 

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Lo studio dell’Arma sui principi attivi delle droghe: chimica letale nelle sostanze. Eroina gialla, bianca, sintetica, cocaina a fiumi e “fumo” a chili e chili: è ormai un suk il mercato della droga in città, che si sposta, si trasforma. Da una piazza all’altra: i punti che si credevano chiusi alla droga adesso si riaprono, e viceversa, per la pressione di carabinieri e forze dell’ordine. Cambia il mondo della droga, dei consumatori (quelli storici invecchiano, ragazzi e ragazzini diventano quelli su cui indirizzare il mercato) e cambia la mappa in città dello spaccio.

 

New entry, zona di via Bologna. Restano i punti cardine, zona Gad con eroina, cocaina e marijuana mentre in via Baluardi resiste il “fumo”, hashish quanto se ne vuole. Ma attenzione: la new entry nella geografia dello spaccio, disegnata dall’Arma dei Carabinieri, è una zona attorno a via Bologna, tra via Tancredi e via Trotti Mosti. Oggi più che mai all’attenzione dell’attività antidroga degli investigatori di Ferrara. Mentre restano i punti “scambiatori” del centro (Carlo Mayr e San Romano) e soprattutto la zona di Porta Mare, tornata ad essere quello che era fino ad una decina di anni fa, per l’eroina. Ma se cambia tutto, cambiano anche le strategie, come spiegano dal Gruppo Carabinieri Ferrara, Reparto investigativo. Non solo repressive ma anche di prevenzione, di valutazione. E allora ecco uno studio, tutto ferrarese, su qualità e quantità dei principi attivi registrati nelle partite di droga sequestrate in tutta la provincia.

 

Studio che fotografa le droghe. Nella cocaina, la media è del 22%; per l’hashish il 20%, l’eroina si abbassa al 15% e la “maria” al 12%. Cosa vogliono dire questi numeri? Che nelle droghe, in quello che resta oltre queste percentuali, c’è solo chimica. E allora eccolo l’allarme, vero, da lanciare: "Attenti, consumatori, ragazzi e ragazzini e non. Nelle droghe che assumete c’è solo un piccola parte di stupefacente, il resto sono sostanze di cui non si conosce nulla: perchè sta sempre più aumentando la chimica nelle droghe acquistate". E’ la stessa indicazione fornita dai servizi del Sert, nei giorni scorsi, alla Nuova Ferrara. Di quella chimica di cui non si sa nulla. Tanto che non esiste più quella netta differenza di una volta tra droghe “leggere” e “pesanti”, poichè la componente chimico-sintetica, micidiale, è elevatissima. E allora ecco che la nuova eroina sta iniziando a girare sempre più nel suk di Ferrara, con prepotenza. Questione di mercato (imposto) e costi (calmierati).

 

Il fantasma si chiama Fentanyl. Fino ad arrivare al fantasma delle nuova eroina, più potente 500 volte di quella normale. Che sia gialla (l’allerta che viene dal Veneto) o sintetica con acceleranti dagli effetti letali: uno su tutti è il Fentanyl, il più forte farmaco oppioide considerato cento volte più potente della morfina. E’ ancora presto - dicono dal Gruppo Carabinieri Ferrara - per saperne di più sulle ultime overdose che hanno ucciso due ragazzi di 25 anni, in città: inchiesta in corso, analisi pure, si attendono i risultati, prima di “sparare” allarmi o altro. Ma se il suk è sempre più fornito di droga, la reazione è uguale e contraria se non superiore, non dovrebbe portare a grandi operazioni antidroga, per andare oltre i pusher in bici o spacciatori di basso livello?

 

Le grandi inchieste del passato. In passato, erano state tante le operazioni: Calemi (ben 5 tranche), Novecento New (due filoni), Cacao, solo per citarne alcune che hanno fatto storia, con una raffica di centinaia di arresti (dal 2004 fino al 2008 con decine di chili di droga sequestrati), inchieste che duravano anni, con sconfinamenti internazionali e i carabinieri di Ferrara che arrivavano in tutta Europa: sono stati tra i primi ad accendere l’allarme sulla criminalità nigeriana con indagini che stroncarono il traffico di droga dalla Nigeria a Ferrara. In oltre 10 anni tutto è cambiato, anche gli strumenti normativi che hanno spuntato le armi delle inchieste. Ma ieri come oggi, sulla droga le indagini ci sono, sono in corso, e ovviamente coperte. Copertissime. A partire delle prime verifiche investigative sui nigeriani, un mondo a parte, con una criminalità che verte sulle 4 D: Denaro, Donne, Droga e Dio (il loro). Una criminalità con interessi diffusi, una peculiarità assoluta sulla quale si debbono accertare anche aspetti, occulti, legati alle religioni animiste che alimentano i clan. Tanti, tantissimi. Ma parlare di mafia è presto, servono riscontri, da tradurre nei reati associativi (criminali o mafiosi, le aggravanti del codice penale).

 

E qualcosa si muove, si sta muovendo, per valutare se la nuova ondata di eroina arrivi dai clan dei nigeriani, visto che in altre zone (Veneto) hanno il monopolio, impongono prezzi ed eroina, quella gialla che ha ucciso 10 ragazzi a Venezia.

 

Richiedenti asilo tra i pusher. Organizzazioni criminali che potrebbero essere arrivate anche a gestire i richiedenti asilo, “insospettabili”, accolti nelle strutture a Ferrara delle coop, ignare di questo. Tre casi negli ultimi giorni, che hanno portato i carabinieri di Ferrara a cercare riscontri: perchè se a un rifugiato, un migrante, gli trovi in tasca 500 euro, 20 dosi di “maria” o 4 etti di hashish (i recenti casi) o ancor peggio eroina, qualcuno deve avergliela data. Le nuove indagini antidroga partono anche da qui.

 

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I grossisti dello stupefacente. Nuovi filoni investigativi su nigeriani e richiedenti asilo che diventano spacciatori. Sempre più droga e sempre più gruppi che si spartiscono il mercato, il suk a Ferrara dove arriva eroina a chili mentre cocaina e “fumo” (hashish e marijuana) restano sui livelli di sempre. Ma cosa sta succedendo realmente, là fuori, sulla strada, secondo i riscontri investigativi e le ipotesi di lavoro dei reparti Antidroga della Squadra mobile della Polizia di Stato, alla luce soprattutto degli ultimi due maxisequestri di eroina (1 chilo a luglio) e di hashish (12 chili e mezzo giorni fa)?

 

Più consumi, maggiori arrivi. Succede che la domanda cresce, si consumano sempre più sostanze per una maggior richiesta da parte di consumatori di ogni età, con ragazzi e ragazzini al primo posto per i quali non serve nemmeno una “profilazione del target”, come insegnano i guru del marketing: la cercano, la trovano, la comprano. E così “loro”, ne portano il più possibile a Ferrara, diventato oggi il nuovo hub (centro di smistamento) di tutte le droghe per altri centri o città d’Italia, con traffici gestiti da nigeriani e magrebini arrivati probabilmente a dichiararsi una sorta di pax sullo spaccio, un tacito accordo per non creare faide, guerre, accendere allarmi e “lavorare” tranquilli. “Loro” sono soprattutto i gruppi di nigeriani che in città hanno quasi il monopolio e stano “pompando” eroina. E i magrebini che dopo anni sono stati messi in secondo piano dagli altri, che “rivali” non sono più: anzi. I trafficanti che “lavorano” a Ferrara si appoggiano gli uni agli altri, con un reciproco e tacito accordo: “se ti serve questo, io ti do altro”. E tutto ciò “disorienta” indagini ed investigatori, tutto ciò rende più difficoltoso arrivare a “loro”.

 

Una situazione preoccupante. A luglio, dopo il sequestro del chilo di eroina (il primo dopo anni, per quantità), dalla Squadra mobile parlavano di “sequestro preoccupante”. Perché l’eroina, anche se non è mai andata via, sta tornando sul piazza con prepotenza. E soprattutto, viene gestita dai trafficanti “grossisti” che si spostano da grossi centri, trovando casa e bottega a Ferrara, città piccola, meno controllata e con più facilità di movimento. L’eroina, poi, piace sempre di più perché costa 1/3 della cocaina, si fuma e si sniffa: ma attenti, attentissimi. Dopo i moniti dei servizi, di ex tossicodipendenti e dei carabinieri, anche dalla Polizia di Stato parte l’allerta. Perché se al momento è difficile, dal punto di vista investigativo e soprattutto tossicologico, indicare che tipo di sostanze vi siano dentro questi nuovi tipi di eroina, l’ipotesi – quasi una certezza di lavoro – è che tutto ciò che è dentro un grammo di sostanza, spesso sintetica, vi siano principi attivi “bomba” e “tagli” chimici letali. L’età di chi consuma droghe si abbassa sempre più, lo sanno alla Polizia, e purtroppo – spiegano – in tante scuole vi sono tanti giovani consumatori: un dato allarmante. Raccolto da tempo dalla Polizia, visto che lo stesso questore Antonio Sbordone ha voluto nuovi servizi antidroga davanti alle scuole e offerto collaborazione con le dirigenze degli istituti scolastici. Dove – ricordiamo – si usano droghe “leggere” che leggere non lo sono più.

 

Ma l’hashis non è più leggero. Un tempo, ad esempio, nell’hashish e nella “maria” c’erano principi attivi che a malapena arrivavano al 2% o al 4%. Oggi invece, con le piante geneticamente modificate, si supera il 30%. Vale lo stesso per cocaina ed eroina, con principi attivi che schizzano e si moltiplicano per cento. La maggior parte delle droghe sono sintetiche, droghe prodotte in laboratori piccoli e clandestini fatti in casa, dove le molecole di sintesi cambiano di giorno in giorno, tanto che una partita di droga è diversa dall’altra, prodotta nello stesso punto. Parliamo di tutte le droghe chimiche che si conoscono, arrivando all’eroina. L’eroina gialla, una su tante, anche se non ancora comparsa nel mercato ferrarese (non vi sono riscontri e analisi, nelle inchieste in corso), è più che conosciuta dagli addetti, da chi è sulla strada e deve conoscere mercato e consumatori.

 

Basta una volta per rischiare. "È una sorta di nuovo crac e costa pochissimo", e l’allarme venuto dal Veneto è impressionante: 10 morti per overdose in due mesi, droghe 500 volte più potenti. E allora dalla strada dove gli uomini dell’Antidroga si muovono, arriva l’appello a ragazzi e ragazzini: "In giro ci sono droghe che causano danni irreparabili: non è vero che solo dopo un uso prolungato vi sono effetti devastanti: basta assumerne una volta, un paio di volte, per rischiare la vostra vita".

 

In crescita costante il numero di chi assume droga

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Nell’universo della droga sono l’altra faccia della luna, la parte che resta nell’ombra nelle cronache sugli arresti di pusher e trafficanti. Sono i consumatori di stupefacenti, elemento cardine del meccanismo della domanda e dell’offerta, il “target” a cui è destinato il prodotto, direbbero gli esperti di marketing. E a Ferrara sono in costante crescita. Lo dicono i dati del Nucleo Operativo Tossicodipendenze (Not) della Prefettura, l’ufficio a cui le forze dell’ordine indirizzano le segnalazioni di persone trovate in possesso di sostanze stupefacenti “per uso personale”.

 

Assuntori in crescita. Nel triennio 2014-2016 (i dati relativi al 2017 sono ancora in fase di elaborazione) il loro numero complessivo è aumentato di un centinaio di unità, mentre i casi di minorenni, dopo aver conosciuto una flessione nel 2015, l’anno scorso sono di nuovo tornati al livello di tre anni fa pur calando in percentuale dal 10 al 7,4%. I maschi sono in netta prevalenza rispetto alle femmine (in media il 90%) e le sostanze più rappresentate sono in gran misura hashish e marijuana.

 

Nel dettaglio, il numero totale di segnalazioni l’anno scorso è salito a 406, aumentando progressivamente dalle 302 del 2014 e le 324 del 2015. Resta pressoché costante (attorno all’80% con tendenza all’aumento) la quota di consumatori di “fumo”, seguita a distanza dalla cocaina (con una media del 12% ma in lieve flessione) e dall’eroina (oscillante tra il 6% e il 3,7%). Molto limitata (uno o due casi in termini assoluti) la presenza di altre sostanze come ecstasy, ketamina, speed, Lsd o anfetamine, droghe sintetiche con canali di spaccio e assunzione spesso diversi da quelli dei pusher di strada.

 

I provvedimenti. Ma quali sono le conseguenze per gli assuntori? Il loro recinto normativo è quello dell’ “uso personale”, come definito dal Testo Unico in materia di tossicodipendenza (il Dpr 309/90 modificato nel 2006). Ai consumatori è “dedicato” l’articolo 75 e, pur restando nell’ambito amministrativo e non penale, la segnalazione innesca una serie di provvedimenti di notevole impatto sull’esistenza quotidiana.

 

In fase di controllo, la sostanza viene sequestrata e, se il possessore ha la disponibilità di un’auto, scatta il ritiro immediato della patente per 30 giorni o, in caso di disponibilità di un ciclomotore, del certificato di idoneità tecnica, con successivo fermo amministrativo del mezzo. Questo, nell’immediatezza. Sarà poi lo stesso Not a valutare la fondatezza dell’accertamento anche in base alle analisi sulla qualità della sostanza, e ad avviare il procedimento amministrativo con i vincoli del segreto professionale e della riservatezza.

 

Il colloquio. Il trasgressore viene convocato per un colloquio; se minorenne sarà accompagnato dai genitori (o da chi ne esercita la potestà), anche per fornire loro informazioni sugli stupefacenti e alle strutture a chi rivolgersi per una consulenza. Scopo del colloquio non è solo stabilire quali sanzioni applicare, ma si tratta di un primo strumento di prevenzione e dissuasione soprattutto per i ragazzi che si stanno avvicinando all’uso di sostanze, spesso sottovalutandone i rischi. L’incontro è svolto da un funzionario assistente sociale delegato dal Prefetto e, se ne sussistono i presupposti, si può indirizzare l’assuntore al Sert per la sottoscrizione di un programma terapeutico. Programma che, se viene svolto con esito positivo ed è portato a termine prima della fine del procedimento sanzionatorio, comporta la revoca delle sanzioni da parte del Prefetto e la revoca del procedimento.

 

Se si tratta della prima segnalazione e di un caso di piccola entità, le conseguenze possono limitarsi a un’ammonizione con l’impegno di non assumere più stupefacenti.