La Nuova Ferrara

Ferrara

elezioni 2018

Forza Nuova: «Il fascismo un punto di riferimento»

Forza Nuova: «Il fascismo un punto di riferimento»

Presentazione “blindata” al bar Venezia dei candidati nei collegi Ferrara e Cento. Il segretario Fiore: «I poteri forti vogliono zittire le forze patriottiche»

17 febbraio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





FERRARA. È in un bar Venezia blindato da personale della questura e da una pattuglia dei carabinieri che il segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, ha presentato ieri i candidati ferraresi Marco Centineo (uninominale Camera Ferrara), Melissa Migliari (uninominale Camera Cento) e Riccardo Balboni (plurinominale Senato Ferrara). Del resto, la comunicazione dell’incontro invitava a «non diffondere il luogo dell’appuntamento», temendo disordini da parte dei «centri sociali», additati da Fiore insieme «alla magistratura e ai media», come i «poteri forti che vogliono impedire di parlare alle forze patriottiche». Diritto negato, sostiene, anche dalla «disposizione illegittima di togliere voce a chi non dichiara di essere antifascista e di rifiutare la xenofobia. Ma noi non accettiamo diktat». Interviene a togliere ogni dubbio residuo Riccardo Balboni, ringraziando «tutti i camerati per il lavoro fatto finora». Solo poche parole da parte di Centineo («sono pronto a difendere i nostri cittadini, l’Italia agli italiani, votateci»), Migliari resta in silenzio, poi lo spazio è tutto per Fiore e i punti fissi di Forza Nuova: blocco dell’immigrazione, sviluppo demografico e sovranità nazionale in senso antieuropeista.

La coperta è corta per ripianare il debito pubblico e trovare risorse a sostegno delle fasce deboli? Per Fiore basta dare la possibilità ai singoli Stati «di emettere moneta», assicurando che no, assolutamente no, «non ci sarà inflazione». Se il fascismo, rivendica Fiore, «resta un punto di riferimento, oggi le emergenze e i problemi sono altri». Si torna all’immigrazione: «Non siamo razzisti, devono andarsene i falsi rifugiati, quelli che non hanno diritto di stare in Italia e che vengono reclutati dalla mafia nigeriana».

Sui fatti di Macerata: «Sono la conseguenza di un delitto efferato, abbiamo condannato il gesto di Traini, ma si tratta di una persona con problemi mentali, non facciamone un mostro». Il vento sta cambiando, è convinto Fiore: il 4 marzo non porterà governabilità, ma un «cambiamento epocale che è già iniziato: fino a pochi anni fa il 75% degli italiani era per lo Ius soli, ora la stessa quota è contraria». Dopo le elezioni «l’opera di galvanizzazione del territorio continuerà, contro un sistema sempre più lontano dai cittadini, che porta il gender a scuola». Soddisfatto, infine, della crescente presenza di donne in Fn, che «istintivamente» sentono che i loro figli «sono in pericolo». (a.m.)