Dopo le botte con il mattarello, di nuovo in classe assieme
Lei è fidanzata con il 20enne condannato per l'aggressione, l'altro è il compagno di scuola picchiato: il caso allo Ial
FERRARA. Sono di nuovo in classe assieme, allo Ial di via Montebello. Come se non fosse successo nulla, meno di due mesi fa. Eppure lei, una diciassettenne, è stata la scintilla che ha scatenato una spedizione punitiva, avvenuta davanti all’ingresso dell’istituto, e di cui ha fatto parte: era infatti in macchina col fidanzato (un ventenne di Malalbergo che non frequenta la scuola professionale in questione), colui che con un mattarello ha picchiato e ferito due giovani, tra cui il compagno d’aula della ragazza, ritenuti colpevoli di importunarla con continuità. Per dire: l’ultima volta le avevano rubato gli auricolari.
Ricucire, ritessere le relazioni guastate dal tempo, è un compito complesso e a scuola si erano mossi da subito. «Ovviamente siamo intervenuti nell’immediato, chiamando l’ambulanza e i carabinieri», dice il direttore dello Ial, Enrico Benatti. Dopo il fattaccio c’era stato un inseguimento delle pattuglie di carabinieri e polizia perché il ventenne dopo aver maneggiato con violenza il mattarello (appartenente alla prozia, come dirà il giovane in tribunale, e presente per caso nel bagagliaio) si era dato alla fuga in auto, prima di essere bloccato alla periferia della città. Il processo per direttissima lo ha condannato, lo scorso 8 marzo, a cinque mesi e dieci giorni di carcere, da non scontare visti i benefici; mentre la ragazza è stata completamente scagionata.
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Dal punto di vista scolastico ed educativo, come si può immaginare, il difficile è arrivato nei giorni seguenti. «Tra la ragazza e il compagno di classe - spiega Benatti - tutto sommato la vicenda è stata digerita. Ne abbiamo parlato, ancora però ci sarà da lavorare. Ci ha aiutato l’educatore di corridoio, la nuova figura lanciata in via sperimentale dal Comune di Ferrara e da Promeco: affronta i ragazzi in modo informale, letteralmente nei corridoi; respira il clima che si vive, analizza gli elementi di criticità e prova a risolverli».
Della vicenda si sono occupati anche alcuni docenti, competenti nel ramo della psicologia. Poi c’è l’organizzazione interna dello Ial che dà una grossa mano. «Ci aiuta molto - racconta il direttore - avere due figure intermedie, tra gli insegnanti veri e propri e gli studenti: si tratta dei coordinatori e dei tutor attivati nei singoli corsi. In alcuni casi i tutor donna sono si trasformano in supplenti... delle mamme».
Lo Ial offre, a giovani in diritto-dovere d’istruzione e formazione, corsi gratuiti di “operatore della ristorazione” e di “operatore alle cure estetiche”. «Spesso i nostri sono ragazzi “difficili” - spiega Benatti - e da noi parlare di clima positivo e tranquillità è un eufemismo. Al di là della vicenda di inizio marzo, causata dal ventenne che non è un nostro studente, non riscontriamo casi di bullismo gravi come quelli di cui avete scritto in questi giorni. Da inizio anno abbiamo sospeso due ragazzi, ma non si tratta di uno strumento che a noi dà riscontri positivi».