È già caos attorno al centro: «Usate strade alternative»
A Cento inizia oggi uno dei mesi più difficili per la viabilità causa i cantieri aperti. È scontro tra amministratori, l’ex sindaco Lodi: «Abbiamo fatto tutti i controlli»
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CENTO. Inizia oggi, con la fine delle vacanze per molti, uno dei mesi più difficili per la viabilità a Cento. La chiusura del ponte Nuovo, assieme a tutti i cantieri aperti per il rifacimento del centro storico, mettono a dura prova la pazienza dei cittadini e le forze della polizia municipale. E con l’apertura delle scuole la salita sarà ancora più ripida. Per i veicoli con massa complessiva a pieno carico superiore a 7, 5 tonnellate, provenienti da Ferrara e diretti a Pieve di Cento o Bologna, che quindi non possono transitare sul Ponte Vecchio sulla base del suo ordinario limite di carico, si consiglia di utilizzare la SP66, proseguire sulla SP255 in direzione di San Giovanni in Persiceto, percorrere la provinciale fino all’intersezione con via G. Fanin e svoltare a sinistra su quest’ultima, quindi arrivare all’incrocio con la SP3 e svoltare a sinistra in direzione di Bologna, così da arrivare a Sala Bolognese e a Pieve di Cento passando per Castello d’Argile oppure da giungere a Bologna. In alternativa all’incrocio con la SP3 si può svoltare a destra percorrere il cavalcavia e arrivare alla rotatoria, dove a sinistra si può percorrere la SP568 verso Bologna oppure proseguire diritto verso Anzola Emilia sulla SP2.
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Le automobili potranno impiegare il Ponte Vecchio però è consigliato, per evitare il formarsi di lunghe code, utilizzare anche la strada di San Giovanni in Persiceto e, per le frazioni di Casumaro, Alberone e XII Morelli, il percorso attraverso Sant’Agostino e Galliera. Una bella bega per il primo cittadino, che chiede dunque la massima collaborazione da parte dei cittadini. «Gli esiti delle verifiche approfondite ci hanno consegnato le condizioni del ponte dettandoci le linee dell’intervento provvisionale, che ci consentirà in quaranta giorni di riaprire il ponte, anche al traffico pesante fino alle 33 tonnellate – spiega Fabrizio Toselli –. Di più, ci hanno indicato cosa fare dopo: l’intervento definitivo da 3, 2 milioni di euro. Li chiederemo al Governo che potrebbe così avere la possibilità di passare dalle parole ai fatti: abbiamo già il progetto di fattibilità che in tempi brevi ci permetterebbe di partire».
Duro l’attacco all’amministrazione comunale precedente. Secondo Toselli bisognava intervenire prima, considerato che di campanelli d’allarme ce ne sarebbero stati diversi. E specifica che «il provvedimento di chiusura del ponte Nuovo non è stato dettato da sollecitazioni politiche, peraltro successive all’inizio delle verifiche, o da un effetto Genova». «Nell’evidente tentativo di mascherare la propria incapacità e l’inconcludenza della sua amministrazione tutta - risponde l’ex primo cittadino centese, Piero Lodi -, Toselli ha fatto ciò che gli riesce meglio: ammiccato e alluso, cercando di far capire che l’amministrazione precedente non avrebbe fatto tutto ciò che era necessario per la sicurezza del ponte dopo il terremoto. Dopo il terremoto sono state fatte tutte le verifiche del caso. In particolare si è poi messo mano al Ponte Vecchio con un intervento straordinario che ha riguardato sia il ponte che la passerella ciclopedonale. Per quanto attiene il ponte nuovo, le relazioni non avevano evidenziato elementi di criticità. Evidentemente il passare del tempo ha modificato questa situazione». —