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Carabiniere ucciso Dopo 31 anni si valuta una traccia genetica

Carabiniere ucciso Dopo 31 anni si valuta una traccia genetica

codigoro. Dopo la riapertura del caso, emergono novità sulla morte di Pier Paolo Minguzzi, il carabiniere originario di Alfonsine, nel Ravennate, ucciso nel 1987. I nuovi rilievi della scientifica...

25 novembre 2018
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codigoro. Dopo la riapertura del caso, emergono novità sulla morte di Pier Paolo Minguzzi, il carabiniere originario di Alfonsine, nel Ravennate, ucciso nel 1987.

I nuovi rilievi della scientifica eseguiti sui resti del militare hanno evidenziato, sotto l’unghia di un dito medio del ventunenne, tracce di dna che non appartengono al ragazzo. Minguzzi, all’epoca carabiniere di leva presso la caserma di Mesola e figlio di imprenditori agricoli, fu sequestrato il 21 aprile del 1987 da una banda di malviventi, che chiese un riscatto alla famiglia.

Fu ritrovato senza vita, incaprettato, in un fiume nei pressi di Codigoro. La Procura ravennate ha riaperto il caso lo scorso luglio, riesumando il cadavere e disponendo una nuova autopsia. Attualmente, con le accuse di sequestro di persona, omicidio aggravato e occultamento di cadavere, risultano indagate tre persone residenti ad Ascoli Piceno, Pavia e Ravenna. Secondo quanto emerso, il consulente tecnico incaricato dalla magistratura ha chiesto una proroga di tre mesi per proseguire con gli accertamenti.

Il 26 luglio scorso al cimitero di Alfonsine, è entrata la polizia di Stato con la Squadra Mobile e la Scientifica, assieme agli operatori contattati per la riesumazione della salma di Pier Paolo Minguzzi. Sotto i colpi dello scalpello, il marmo della lapide all’interno della cripta di famiglia ha ceduto per consentire la rimozione della bara che per 31 anni ha custodito il corpo del 20enne.

Così fu disposto dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal sostituto procuratore Marilù Gattelli, che hanno riaperto il fascicolo indagando per l’omicidio tre persone: il 55enne di Ascoli Piceno, Angelo Del Dotto; il 54enne di Pavia, Orazio Tasca e il 62enne di Alfonsine Alfredo Tarroni. Secondo l’ipotesi accusatoria che punta molto sulle innovazioni nelle ispezioni cadaveriche, furono loro a rapire il giovane carabiniere di leva. —

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