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Da 2 anni Fidas chiede una sede più grande «È una presa in giro»

Beatrice Barberini

Sembrava tutto deciso, poi il dietrofront del Comune  Il vicepresidente dei donatori di sangue: solo promesse

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RENAZZO. «Ad oltre due anni di distanza, il progetto di ampliamento della sede Fidas di Renazzo non ha ancora risposte. Dal sindaco, solo promesse non mantenute. Adesso basta. Una vera presa in giro nei confronti dei donatori e di un’associazione che si impegna tanto».

Il vicepresidente Paolo Tassinari, a nome dei donatori di sangue di Renazzo, esprime tutta la delusione rispetto all’immobilità in cui si trova il progetto che prevede un ampliamento delle sede di via Taddia. E per questo chiede risposte concrete.

LA FIRMA

«Dell’ampliamento della sede se ne parla da anni, ma con il sindaco Toselli – spiega Tassinari – sembrava si fosse trovato, oltre due anni fa, il modo e la volontà di dare concretezza al progetto. Durante la 48ª Festa sociale ci fu addirittura una simbolica sottoscrizione, da parte del nostro presidente Daniele Guidetti e di Toselli, della convenzione che dovrebbe prevedere un contratto di comodato d’uso per 12 anni, tra Comune e Fidas. Il sindaco aveva persino annunciato che, terminato il percorso senza dubbio complesso e ambizioso, si contava di far partire i lavori tra maggio e giugno. Ma da quella serata, nulla di concreto ancora è stato fatto. Tanti faremo e vedremo, troppe promesse, mai mantenute».

Ad oggi Fidas si trova senza alcuna risposta chiara ma anche senza convenzione, scaduta oltre due anni fa: «Fino ad un paio di mesi – continua Tassinari – del progetto sembrava che se ne dovesse occupare il Comune. Poi, no: “È l’associazione che se ne deve occupare”, ci hanno detto. Quindi vai a prendere tutta la documentazione in Comune e affidala ad un progettista. A maggio abbiamo ripresentato il progetto, più volte rivisto e sistemato. Telefonate continue, richieste di incontri per avere risposte, ma nulla. Il sindaco garantisce. Il progetto doveva andare in giunta per approvazione giovedì, ma non è stato così perché sono stati rilevati ulteriori problemi formali. Almeno ci venisse detto quali sono i problemi. In maniera concreta e pragmatica, insieme, si prova a risolverli. Ma niente. Una storia di cui non vediamo la fine. Ci sentiamo davvero presi in giro. Ai donatori che ci chiedono, non sappiamo più cosa rispondere», sostiene il vicepresidente.

SERVONO FONDI

È di maggio l’approvazione da parte del consiglio della lista degli interventi a cui destinare, all’interno del piano triennale delle opere pubbliche, l’avanzo d’amministrazione 2018. Tra questi, anche l’ampliamento della sede Fidas-Advs di Renazzo per 50mila euro.

«Per portare a termine l’intervento – precisa Tassinari – come associazione dovremo investire molte risorse. Ma che senso ha, se nemmeno l’amministrazione ci crede. Ad oggi, ritengo che non si meriti associazioni di volontariato come la nostra e tante altre: invece di esserne orgogliosa e sostenerne le attività e la voglia di fare, a titolo del tutto volontario, ci volta le spalle. Non sappiamo più a chi rivolgerci o a chi chiedere. Credo che Fidas meriti più attenzione». —

Beatrice Barberini

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