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Il nipote che uccise la nonna rischia l’ergastolo

Daniele Predieri
Il nipote che uccise la nonna rischia l’ergastolo

La procura di Ferrara contesta omicidio volontario con dolo eventuale e due aggravanti. La difesa: coi nostri atti dimostreremo che è un delitto senza l’intenzione  

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FERRARA. Ancora oggi non ricorda nulla, di quella sera del 20 novembre scorso e pertanto non può spiegare il perché, dopo aver cenato nella pizzeria della madre a San Martino, tornando verso a casa insieme sulla stessa verso a Ferrara dove abitava con la nonna in via Vallelunga, giunti in via del Lavoro e via Marconi iniziò a picchiare selvaggiamente la nonna che era quasi una seconda madre per lui. Il nipote Pier Paolo Alessio, 22 anni, non uccise a botte, a mani nude, la nonna Maria Luisa Silvestri, 71 anni, ma sapeva che così facendo, viste le sue condizioni di salute gravi, il cuore dell’anziana donna avrebbe ceduto, morendo di infarto.

Tradotto dalla procura

Tutto questo è stato tradotto dalla procura che ha chiuso le indagini sulla tragedia, contestando il reato di omicidio volontario con dolo eventuale: un tecnicismo che facendo i conti dell’aritmetica giudiziaria, sommando al reato le due aggravanti contestate (reato su persona anziana e sulla sua parente), porta il ragazzo dritto dritto a rischiare l’ergastolo. Tutto questo è contenuto nell’atto di chiusura indagini che la pm Barbara Cavallo ha notificato al ragazzo e al suo legale Pasquale Longobucco. E anche ai parenti stretti, la mamma e il nonno, che hanno capito il dramma nel dramma di questo ragazzo che ancora oggi nella sua testa ha la luce spenta per quella sera, e non ci costituiranno parte civile.

Omicidio volontario per dolo eventuale significa che Pier Paolo Alessio, picchiando la nonna in quel modo – pugni sul corpo, gettarla a terra e poi farle sbattere il capo contro montante portiera e il piantone del volante dell’auto su cui si trovavano – ha accettato il rischio che potesse morire ben sapendo – questa la tesi dell’accusa – delle condizioni critiche di salute della nonna, che soffriva di patologie cardiache, principali cause della morte.

Proprio su questi aspetti punta la difesa del ragazzo, poiché non tutto è definito: «La chiusura indagini ci dà la possibilità di conoscere gli atti d’accusa e presentare le nostre repliche difensive».

Confronto accusa difesa

Che partono da una perizia psichiatrica che indicherebbe la posizione border-line del ragazzo, e da quella medico legale difensiva che si sofferma sui colpi inferti non in organi vitali e sul fatto che il ragazzo non sapesse delle condizioni gravi della nonna: «Vi potrebbero essere spiragli per l’omicidio preterintenzionale», botte (senza un perché) e senza l’intenzione di uccidere. Ora il confronto tra procura e difesa, poi il passaggio al giudice terzo, udienza dopo l’estate. –

Daniele Predieri

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