La Nuova Ferrara

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LA DOMENICA

Nelle urne di Comacchio e Bondeno

Luca Traini
Una cittadina al voto durante le elezioni amministrative 2019
Una cittadina al voto durante le elezioni amministrative 2019

Il fondo del direttore de la Nuova Ferrara

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Giorni roventi. Anche sul fronte della politica locale, per la definizione degli accordi e delle candidature per Bondeno e per Comacchio, con riflessi sulle Provinciali e gli assetti del Parco del Delta. Si vota tra sette settimane, la presentazione delle liste è tra tre, entro mezzogiorno di un insolito 22 agosto. Ma è già agosto, appunto, e vanno raccolte accettazioni e firme. Sono i giorni delle scelte, complicate dal doppio turno che obbliga a valutare l’eventualità del ballottaggio. Anche a Bondeno, una volta ancora, perché il dato ufficiale della popolazione resta quello cristallizzato dal censimento del 2011, prima del terremoto, quando c’erano più di quindicimila abitanti.

A Bondeno è tornato in campo Davide Verri, primo sindaco di destra nel Ferrarese, che nel 1999 rovesciò la tradizione politico – elettorale matildea avviando un corso ancora ben saldo. Sotto l’egida leghista, il testimone è stato per sei anni nelle mani di Alan Fabbri, quindi è passato a Fabio Bergamini ed ora è obiettivo di Simone Saletti che regge l’amministrazione da quando Bergamini è stato eletto in Regione. La mossa di Verri ha sparigliato le carte. Il fronte composito della continuità parte in vantaggio, ma sa che nulla è scontato, soprattutto in un eventuale secondo turno.

A sinistra si valutava la possibilità di costruire un’alternativa civica, ma di necessità (e per) virtù è stata ufficializzata la più politica delle soluzioni. Spazio al giovane segretario cittadino del Pd, Tommaso Corradi. Condizioni ed esiti agli antipodi per i Dem di Comacchio che sembrano intenzionati a rinunciare al simbolo ed entrare nella civica Per Fare, spina dorsale dell’amministrazione uscente, saldando strategie e destini avviati con la candidatura vincente del sindaco Marco Fabbri al consiglio regionale nella lista del Partito Democratico.

Un passo indietro per partecipare a quell’esperienza senza connotarla politicamente – sarebbe penalizzante.
Un passo indietro c’è stato anche tra i civici, inatteso e determinante: la decisione del vicesindaco Denis Fantinuoli, primo cittadino ad interim e candidato in pectore, di interrompere l’esperienza amministrativa. Il suo percorso di avvicinamento alla sfida elettorale era stato misurato sulla prospettiva che la reggenza post Fabbri arrivasse al 2021. Non c’erano i tempi tecnici per una chiamata alle urne in primavera, ma con la pandemia non ci sono state neppure le condizioni. La data del voto amministrativo 2020 è slittata al 20 e 21 settembre, finestra utile anche per Comacchio. Fantinuoli, preso in contropiede e sotto pressione, ha rinunciato. La coalizione candida il capogruppo di maggioranza Alberto Righetti.

Nel 2017 i civici vinsero al primo turno, doppiando il centrodestra unito nel nome di Maura Tomasi, con la coalizione Dem all’11% e la sinistra radicale al 6%. A distanza di tre anni, Tomasi è deputata, eletta nel collegio uninominale, e alle Regionali di gennaio la Lega ha raccolto il 57% dei voti e il centrodestra complessivamente il 69%... le Comunali sono un’altra cosa, ma l’orientamento politico è chiaro. Fortissimo. Il blocco a guida leghista (i partiti della coalizione ed un paio di liste d’appoggio), alfiere l’ex assessore Pierluigi Negri, deve fare i conti con i malumori in Fratelli d’Italia che hanno prodotto la fuoriuscita di alcuni esponenti e con i tentennamenti di quel po’ che resta di Forza Italia, ma pare ben saldo. Ha il favore del vento e dei pronostici, è nella posizione dorata e scomoda di essere obbligato a vincere.

Attorno probabilmente un altro paio di candidature a sindaco, almeno. Ci proverà la sinistra (Rifondazione, Sinistra italiana, Città futura) con l’appoggio di un rivolo movimentista; ci sta pensando un ulteriore raggruppamento civico. Il tempo delle scelte per Comacchio sono i giorni in cui si consuma lo strappo al Parco del Delta, con gli amministratori del Pd di Ravenna che annunciano l’Aventino per la fuga in avanti dei colleghi ferraresi sulla designazione del nuovo presidente e il rischio concreto che l’ente che sarebbe dovuto essere interregionale (e negli auspici di caratura nazionale) si riduca a istituzione locale di piccolo cabotaggio. Storie che hanno lo stesso incipit, le dimissioni di Marco Fabbri, e che necessariamente si intrecciano per il peso che Comacchio ha nell’ente.

In autunno si voterà anche per la Provincia, amministrazione di secondo livello su cui si esprimeranno sindaci e consiglieri comunali del territorio, ciascuno per il peso della propria carica. L’elezione a presidente di Riccardo Bizzarri, primo cittadino a Masi Torello su cui convergeranno i voti di centrodestra, non sembra in discussione. La misura molto dipenderà dalle urne di Comacchio e Bondeno.
Buona domenica. —