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I medici di famiglia del Ferrarese: tamponi rapidi in luoghi “separati”

Gi.Ca.
I medici di famiglia del Ferrarese: tamponi rapidi in luoghi “separati”

Assieme ai pediatri erogheranno il servizio anche in ambulatori dell’Asl in assenza di spazi utilizzabili

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Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici di base. Ma non tutti i titolari del servizio somministreranno il test ai loro assistiti: nei casi vacanti saranno l’Asl e i colleghi dei sanitari che non potranno essere coinvolti, compresa una quota di personale con incarico temporaneo, i medici della continuità assistenziale (ex guardia medica), dell’emergenza sanitaria e altri professionisti che operano sul territorio, a sopperire con strutture alternative e personale in modo da coprire l’intera richiesta del Ferrarese indirizzata verso questo canale di erogazione. Tra le sedi messe a disposizione dall’Asl ci sono gli ambulatori nelle Case della Salute e i cosiddetti “drive through”, dove opera anche l’esercito. L’obiettivo è ridurre i tempi necessari per individuare il virus nell’utenza sottoposta all’esame: l’esito infatti si potrà conoscere, scrive l’Asl, in un tempo variabile ma molto breve, tra i 4 e i 15 minuti.

In questo modo non si dovranno attendere giorni per sapere se l’assistito è positivo, come avviene quando si accavallano richieste massicce (ad esempio a causa di focolai), inoltre si accorcerà la lista d’attesa per l’esecuzione del tampone molecolare, che è il test diagnostico a cui è riconosciuta la maggiore affidabilità.

Chi potrà utilizzare il servizio

L’utenza è stata già circoscritta a due classi di potenziali contagiati: i contatti stretti asintomatici di un positivo (ad esempio un familiare), individuati dal medico di medicina generale o dal Dipartimento di Sanità pubblica, e i casi sospetti di contatto che il medico di base visita o che decide di sottoporre a test rapido. A livello nazionale, come è noto, è stato siglato un accordo il mese scorso per il coinvolgimento nell’attività dei medici di medicina generale.

Tra i 101 mila tamponi antigenici attesi dall’azienda territoriale (finora ne è stato consegnato circa un terzo) una quota consistente sarà affidata proprio agli ambulatori della medicina di base e alla pediatria di libera scelta. Ma una parte dei camici sarà esonerata: problemi di salute che rendono a sua volta l’operatore un soggetto fragile, l’età avanzata e l’assenza di spazi utili per poter separare l’utenza del tampone rapido da quella ordinaria, i motivi citati da medici di base e pediatri.

Il professionista che darà il suo contributo aggiuntivo rispetto all’orario di lavoro canonico (pediatri compresi) percepirà 18 euro per ogni somministrazione eseguita nel proprio ambulatorio e 12 se l’utente si sottoporrà al tampone in una struttura dell’Asl.

Il risultato dell’esame

Come saranno gestiti l’accesso dell’assistito e l’esito del tampone rapido? L’utente prenoterà dopo un triage telefonico (domande volte ad accertare il suo stato di salute).

Se il risultato sarà positivo, il paziente sarà segnalato al Dipartimento di Sanità pubblica e dovrà sottoporsi ad isolamento in attesa del tampone di conferma (test molecolare, non quello rapido). Saranno inoltre individuati i soggetti che necessitano di un maggior supporto. Il piano dovrebbe coprire l’ultimo periodo dell’anno in corso. La Regione ha già consegnato una prima fornitura, per i medici di base è prevista una specifica attività di formazione.

Gi.Ca.

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