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L’asfalto non basta Per il turismo in bici servono più servizi

L’asfalto non basta Per il turismo in bici servono più servizi

Destra Po, da Francolino a Gorino una fontana in ottanta chilometri A Lido Spina passa la ciclovia Adriatica ma il tratto resta inagibile

18 gennaio 2021
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Ci sono biciclette che sembrano astronavi, cariche di sacche, borse e borsoni. Stanno ben agganciati ai portapacchi posteriori e anteriori, al manubrio e al telaio. Spesso sono di cerata, impermeabili all’acqua, e fino a un anno e mezzo fa non era difficile incrociarle lungo la Destra Po o tra Bondeno e Ferrara sulla ciclabile del Burana. In sella i cosiddetti cicloturisti, ovvero coloro che hanno scelto la bici come ideale mezzo di trasporto e scoperta. Fermarsi a parlare con qualcuno, o anche solo farsi dire da dove arrivava, poteva essere un’esperienza. C’era chi arrivava dal Nord Italia e andava a Sud o chi dal Garda, passando da Mantova, raggiungeva il mare, ma c’era anche chi arrivava dall’estero: Spagna, Slovenia e Germania i Paesi più gettonati.

AL CENTRO D’EUROPA

La rete di collegamenti nel Ferrarese, oltre seicento chilometri tra ciclabili in sede propria, ciclabili in corsia riservata, percorsi in sede promiscua (bici, pedoni), itinerari ciclabili su strade secondarie a bassa percorrenza, si intreccia e interseca con due infrastrutture green ben più ampie: Eurovelo 8 e Ciclovia Adriatica. La prima va dallo stretto di Gibilterra a Cipro, la seconda da Trieste a Leuca. Entrambi gli itinerari, che appartengono alle grandi ciclovie internazionali, si snodano in parte su piste ciclabili in sede propria e in parte su strade normali. Per Ferrara passa Vento, tratto italiano di Eurovelo 8 che va da Venezia a Torino, e l’Adriatica che attraverso il Delta del Po arriva a Ravenna. In questo scenario internazionale di collegamenti ciclabili e percorsi “slow” la Città delle Biciclette - e con lei tutto il territorio circostante - si colloca in una posizione di rilievo.

SERVIZI E IL NODO DI RO

Ma l’asfalto non basta. La Destra Po, per esempio, con i suoi 124 chilometri (Stellata-Gorino) è la più lunga pista ciclabile in Italia ma i servizi scarseggiano. Poche, pochissime fontane e aree ristoro. Mancano panchine e tavolini, per non parlare di punti attrezzati per piccole riparazioni o “spuntini”. Da Francolino a Gorino, ottanta chilometri costeggiando il Po, non ci sono fontane. Nel 2016 era stato inaugurato a Ro il Bicigrill, area attrezzata composta da punto ristoro, officina per piccole riparazioni, servizi igienici e zona di sosta; un punto di riferimento in golena che ben si sposava con la cultura e la tradizione del territorio. Attraccato, infatti, si trovava il cosiddetto Mulino del Po, rifacimento degli storici mulini galleggianti con museo annesso. Di quell’oasi felice oggi rimane poco o niente. Il Bicigrill non è mai riuscito ad entrare a regime e pian piano è scivolato in uno stato di abbandono; anche il Mulino è gravemente danneggiato e aspetta di essere restaurato. L’architetto Ferraresi ora, su mandato dell’amministrazione di Riva del Po, sta studiando un piano di rilancio: il Comune ha messo a disposizione sessantamila euro per il recupero dell’area. La Destra Po fa parte di Eurovelo 8 e come tale, rientrando in un circuito nazionale e internazionale, dovrebbe offrire qualcosa di più alla gente che vi transita. Dopo l’inaugurazione nel 2001 e l’introduzione della segnaletica nel 2011, quest’anno - visto il ventennale - potrebbe essere l’occasione giusta per migliorare il percorso.

SULLA COSTA

La ciclabile che collega Lido Spina alle Valli di Comacchio e che funge da raccordo tra le province di Ferrara e Ravenna, è pronta ma inagibile. Fatta e finita, con tanto di arredi (panchine e cestini), è in attesa di essere collaudata. L’opera, costata tre milioni e mezzo di euro, se inutilizzata rischia di finire in malora. In alcuni tratti, infatti, la natura sta già riprendendo il sopravvento e certe parti della ciclabile non sono nemmeno più visibili. Il sindaco Pier Luigi Negri ha detto che, prima di aprire il passaggio, è necessario risolvere problemi legati alla stabilità dell’argine. Anche la Ciclovia Adriatica, che rientra nel progetto di itinerari targati Bicitalia, si collega a Eurovelo 8. Di quest’ultima fa parte pure la ciclabile del Burana che collega Ferrara a Bondeno seguendo il corso dell’omonimo canale. Questa, a differenza delle altre, non presenta particolari problemi. Ma come si diceva, asfalto a parte, per mettere a regime questo potenziale e far sì che il Ferrarese sia presente, non solo su mappe e cartine, servono piani di sviluppo, investimenti e soprattutto sinergie tra i comuni che ospitano il passaggio delle ciclovie. —

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