«Servono nuove risposte Partire dalla prevenzione»
Per coordinamento dei centri antiviolenza e Rifondazione dell’Emilia-Romagna servono un intervento culturale nelle scuole e personale formato nelle questure
BONDENO. Lo sdegno, la preoccupazione, la ricerca di nuove risposte a un problema che pare acuirsi scuotono le coscienze. La quotidianità dei casi di violenza sulle donne «dimostra ancora una volta come la violenza di genere non possa essere relegata a una serie infinita di casi isolati sulle pagine di cronaca. La violenza sulla donne è sistemica, ed è lo specchio della grave asimmetria che ancora oggi regola il rapporto tra i generi». A ribadirlo è il coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, che interviene a seguito del femminicidio di Rossella Placani, 50 anni, uccisa domenica notte a Bondeno.
LE CHIAVI IN TASCA
«A connotare questo ennesimo episodio di violenza come femminicidio, prima ancora del fermo disposto per Saveri (il 45enne Doriano, compagno convivente della Placani, ndr), è stato il fatto che non vi fosse alcun segno di effrazione nella casa dove è stata uccisa Rossella Placani». Per questo, il coordinamento dei centri antiviolenza regionale sa «fin troppo bene che la violenza di genere molto spesso ha le chiavi di casa. Per questo abbiamo ribadito più volte l’importanza delle politiche di contrasto alla violenza di genere nel contesto pandemico, in cui molte donne, bambine e bambini sono state costrette in casa con mariti, compagni e padri violenti».
Per i centri antiviolenza è «fondamentale che la violenza di genere diventi una priorità a livello politico, superando la logica emergenziale che spesso accompagna questo dibattito. Solo così sarà possibile produrre il cambiamento culturale e sociale necessario a superare la violenza di genere».
Quello dei femminicidi è «un numero che si aggiorna troppo velocemente, eppure le leggi a tutela delle donne in Italia non mancano, sebbene vadano migliorate», dicono le sindacaliste Manuela Gozzi (Cgil), Rosamaria Papaleo (Cisl) e Francesca Arena (Uil). Per le sindacaliste «il fatto che la donna che sporge denuncia debba essere sentita entro tre giorni (come previsto dal codice rosso, ndr) sovraccarica il lavoro delle procure e i magistrati faticano a valutare rapidamente quali situazioni siano realmente gravi».
Per questo, a un anno dall’entrata in vigore del provvedimento, Cgil, Cisl e Uil chiedono «un intervento legislativo che colmi queste lacune e preveda un’adeguata formazione in materia, in modo da avere personale specializzato».
RIFONDAZIONE
«L’uccisione a Bondeno di Rossella Placati, 50 anni, operaia della Haemotronic di Mirandola dove era delegata sindacale per la Fictem Cgil, è l’ennesimo tragico femminicidio. Nei primi due mesi del 2021 c’è stato un femminicidio ogni 5 giorni, una strage che non si ferma mai, e i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale». A sostenerlo è Stefano Lugli, segretario regionale di Rifondazione Comunista Emilia-Romagna.
«La violenza economica, psicologica e fisica contro le donne, che arriva fino al femminicidio - prosegue la nota di Lugli - non è un incidente, ma è fatta da uomini contro donne. E gli uomini che la esercitano non sono trascinati alla violenza per passione o amore, e per questo da compiangere e scusare. Sono uomini che considerano le donne una loro proprietà e non ne riconoscono il diritto alla autodeterminazione. Contro la violenza di genere e la cultura patriarcale e maschilista che alimenta questo tipo di reati serve un piano d’intervento efficace e reale, subito, a partire dalla effettiva tutela delle donne vittime di abusi e maltrattamento. E serve lavorare con le giovani generazioni per sradicare la cultura patriarcale fin dalle scuole, in cui l’educazione all’affettività e alla sessualità deve diventare parte integrante del percorso formativo degli alunni nelle scuole di ogni ordine e grado. Ai familiari di Rossella Placati - chiude la nota di Lugli - vanno le più sentite condoglianze di Rifondazione Comunista dell’Emilia-Romagna». —
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