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Bambini all’asilo, il prefetto chiede spiegazioni al Comune sui criteri

Stefano Ciervo
Bambini all’asilo, il prefetto chiede spiegazioni al Comune sui criteri

E' scontro municipio-sindacati:  fino a Pasqua saranno in presenza meno della metà dei richiedenti. Ma è vietato il mix tra sezioni. Scoperto un caso e il Comune ammette: un errore

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FERRARA . Sono 480 le famiglie che hanno finora chiesto al Comune di poter mandare all’asilo i loro figli in questo periodo di zona rossa, per affiancare i bambini disabili e bisogni educativi spoeciali (Bes) ai quali è garantita la presenza. Tra di loro il Comune ha già scelto quelli, meno di 200, che sono già ammessi da qualche giorno in aula e continueranno ad andarci fino a Pasqua, per il sollievo dei genitori-lavoratori altrimenti costretti ad arrangiarsi con baby sitter o nonni. Sulla congruità delle modalità di scelta di questi bambini con le normative nazionali e il rispetto delle bolle Covid, che in almeno un caso sono state violate, il prefetto Michele Campanaro ha chiesto spiegazioni al Comune, e Cgil-Uil restano sul piede di guerra. «Dev’essere garantita la reale rotazione, non ci convince la discrezionalità con la quale al giunta ha scelto i bambini» hanno ribadito i rappresentanti delle due sigle anche l’altro pomeriggio, in un incontro con il Comune; la Cisl si è invece schierata con l’amministrazione.

I criteri

«Risponderemo molto tranquillamente al prefetto - ha anticipato ieri l’assessore Dorota Kusiak - La rotazione la stiamo facendo e i criteri con i quali abbiamo scelto il primo gruppo di bambini sono chiari: abbiamo valutato le esigenze lavorative dei genitori». La priorità, spiegano in Comune, è andata alle famiglie con entrambi i genitori fragili o impegnati in servizi essenziali in presenza, prendendo come riferimento la platea individuata domenica scorsa dal governo per il bonus baby sitter, ma ampliandola: ci sono quindi sia professionisti (medici compresi) che tabaccai come le stesse educatrici. Non sono state applicate divisioni per categorie socio-economiche, quindi, ma per condizioni lavorative rispetto all’emergenza Covid. Per comporre le mini-sezioni da sei per i nidi e otto alle materne, peraltro, non erano sufficienti le famiglie con entrambi i genitori “essenziali” della stessa sezione, quindi sono già entrati anche figli di famiglie “monoessenziali”.

Turnazioni più brevi? Il no del Comune è motivato con l’aumento del rischio di contagio tra bimbi: il periodo di due settimane è stato peraltro considerato ottimale sulla base di valutazioni tecniche. Dopo entreranno anche tutti gli altri in lista.

Cgil e Uil però osservano che la zona rossa in Emilia termina, salvo proroghe, a Pasqua, e quindi una turnazione garantita non c’è. «Meglio sarebbe stato prendere il modello di Bologna, che procede in ordine alfabetico» dice Leonardo Uba (Uilpa). Resta in sostanza sotteso il sospetto sindacale di rischio favoritismi o comunque di eccessiva discrezionalità.

le bolle

I protocolli Covid impongono di ridurre al massimo i contatti, e quindi le singole sezioni delle scuole d’infanzia restano isolate per formare “bolle”. «Ci risulta che con questa riapertura per i bimbi disabili e Bes le “bolle” in certi casi siano state rotte» riferisce Luca Greco (Fp Cgil), con il conseguente aumento di rischio contagio. Palazzo Municipale fa sapere che questo problema si è in effetti verificato ieri mattina, ma solo in un caso e per un errore nella compilazione di una lista: un bambino è finito in una sezione diversa dalla propria. Il problema è stato però individuato e risolto, e non ne vengono segnalati altri. Anche i sindacati hanno del resto preso atto delle dichiarazioni dei dirigenti comunali, sulla volontà di rispettare le “bolle”, come del resto imposto dall’Asl.

A proposito della riduzione del rischio contagio, Cgil e Uil avanzano la richiesta di tenere a casa le educatrici non direttamente coinvolte in queste attività inclusive, «ci sono stati casi di un bambino frequentante con 17 adulti» riferisce Greco. In questo modo, tra l’altro, si risolve il problema di cura di una famiglia “essenziale”. —

Stefano Ciervo

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