La fine tormentata del circolo Arci Ravalle Presentata denuncia contro il liquidatore
La vicenda è del 2019 ma solo ora un ex socio chiede spiegazioni per due prelievi di denaro. La difesa: già chiarito tutto
il caso
Davide Bonesi
Una chiusura che ha fatto discutere due anni fa e che si porta ancora indietro qualche strascico, con tanto di denuncia per una presunta appropriazione indebita di denaro. Il circolo Arci chiuso dal 2019 è una ferita per tutta Ravalle e per quanti nel corso degli anni si erano impegnati prima da aprirlo e poi a gestirlo, facendolo diventare un punto di riferimento per la comunità. Ora questa denuncia riporta a galla la vicenda della chiusura, evidentemente mai del tutto digerita dai residenti.
Intanto una premessa, a parte il fatto che la presunta appropriazione è tutta da verificare, parliamo di una cifra comunque irrisoria, 2.400 euro, ossia due diversi prelievi in contanti di 1.000 e 1.400 euro effettuati dal liquidatore con il consiglio del circolo già sciolto e il locale chiuso. Una chiusura le cui cause vanno ricercate nella cartella dell’Agenzia Entrate giunta un paio d’anni prima per una impropria dichiarazione dei redditi. Parliamo di ben 30mila euro, poi ridotti grazie a un concordato a poco più di 10mila euro. Multa comunque prontamente pagata dal presidente e dai soci del consiglio nell’anno della dichiarazione dei redditi nel mirino (il 2012). Ma è chiaro che questo ha inciso sulla volontà di alcuni consiglieri storici di continuare l’avventura. Tanto che nel 2019, quando l’allora presidente ha deciso di dimettersi, nessuno ha preso il suo posto e così si è detto stop all’attività. Ed eccoci all’arrivo del liquidatore, chiamato a vender i pochi oggetti di valore rimasti nel locale per chiudere i conti.
IL DISGUIDO
Peccato che allo stesso presidente dimissionario qualche tempo dopo sia arrivato dalla banca l’estratto conto del circolo (in teoria non doveva più riceverlo), nel quale si vedono i due prelievi. E qui inizia la parte più confusa della vicenda, che ha portato quasi due anni dopo alla denuncia del liquidatore. Secondo l’ex presidente, a precisa richiesta non gli sono stati spiegati i motivi di questi prelievi di contante, tanto da chiedere consiglio sul da farsi a un altro ex socio. Quest’ultimo decide così di inviare una raccomandata al liquidatore, ponendogli la stessa domanda ma senza ricevere alcuna risposta. Da qui la decisione di sporgere denuncia al liquidatore, depositata in procura lo scorso 1 aprile, allegando la richiesta d’aiuto dell’ex presidente, l’estratto conto del circolo con evidenziati i due prelevamenti sospetti e la raccomanda senza risposta.
LA DIFESA
La vicenda è senz’altro strana, perché da noi interpellato il liquidatore ha spiegato che i 2.400 erano derivati dalla vendita alla cooperativa delle Case del Popolo di Ferrara di alcuni attrezzi del bar e che 1.400 euro erano stati dati alle due bariste come risarcimento per i mancati compensi, mentre i 1.000 euro rimasti sono da ritenere un compenso per il lavoro svolto. Il liquidatore ha poi aggiunto di aver spiegato tutto questo al presidente uscente al momento in cui gli arrivò la raccomandata dell’ex socio. Insomma, qualcuno non ricorderà bene come sono andate le cose, intanto però resta una denuncia che sicuramente non aiuta a mettere la parola fine sulla storia del circolo Arci di Ravalle. —
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