La Nuova Ferrara

Ferrara

La Lega non segue Fdi: fiducia a Speranza

Ronny Gasbarri

Ma sarà chiesta una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia. Il ministro: «Grazie a me un piano ora c’è»

29 aprile 2021
3 MINUTI DI LETTURA





Ronny Gasbarri

Roma. Niente sfiducia a Roberto Speranza da parte di Lega e Forza Italia, con la richiesta però di una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia. Il centrodestra di governo vota quindi no alla mozione contro il ministro della Salute presentata al Senato da Fratelli d’Italia, e non rompe con la maggioranza che sostiene l’esecutivo Draghi, tenendolo di fatto in piedi. Speranza dal canto suo incassa il voto dell’aula di Palazzo Madama – 221 contrari alla sfiducia, 29 favorevoli, 3 astenuti – e ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, richiamando ancora a tutti all’unità perché l’emergenza sanitaria non è alle spalle.

«Comprendo le ragioni della battaglia politica – attacca il ministro – ma la politica non è un gioco d’azzardo sulla pelle dei cittadini. In un grande Paese non si fa politica su una tremenda epidemia. Non è finita come qualcuno vorrebbe far credere». Il bersaglio sembra la Lega che, come scrive Matteo Salvini su Twitter, «annuncia la presentazione di un disegno di legge per una commissione di inchiesta sul piano e sul comportamento del ministero della Salute e del ministro. Questo vale dieci volte di più di una mozione».

In Senato a spiegare la posizione del Carroccio è invece il capogruppo Massimiliano Romeo: «Diamo fiducia a Draghi perché siamo leali nei suoi confronti e nei confronti della maggioranza che lo sostiene».

Dopo aver ascoltato il “consiglio” di Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) – «incassi oggi la finta solidarietà della sua maggioranza, ma domani si dimetta» – Speranza tiene davanti ai senatori un discorso che inizia e finisce battendo sullo stesso punto: l’avversario è il Covid, nessun altro. «In questi mesi terribili ho fatto tutto quanto nelle mie forze per difendere la salute degli italiani – dichiara – nessuno di noi dovrebbe mai dimenticare che il nemico è il virus e che occorre essere più uniti che mai nel combatterlo, resistendo alla tentazione di trascinare la pandemia su di un terreno improprio».

Speranza esprime «amarezza» parlando dello scontro politico e del «linguaggio di odio che non può mai essere accettato»; boccia il tentativo «di sfruttare l’angoscia di tanti italiani per miopi interessi di parte» perché produce «danni enormi» non tanto a lui o al governo, quanto al Paese che deve restare unito «in un passaggio così delicato».

Speranza prende di petto il discorso legato al mancato aggiornamento del piano pandemico ricordando che il tema viene da lontano, «da 180 mesi durante i quali si sono alternati sette governi con diverse maggioranze. Troppo facile far finta oggi di non vedere» accusa, rivendicando il fatto che oggi la situazione è cambiata: «Posso dire a testa alta che ora il piano aggiornato c’è. Quello che non è stato fatto in molti anni è stato realizzato in pochi mesi, proprio durante il mio mandato».

«Di fronte a questo virus totalmente nuovo è del tutto evidente che il piano pandemico del 2006 non era sufficiente – aggiunge – il lockdown, le zone rosse, il blocco delle attività, la limitazione dei movimenti non sono decisioni adottate per complicare la vita delle persone, ma l’unica strada, in assenza del vaccino, per arginare la diffusione del contagio».

Riguardo poi al caso del report dell’ufficio Oms Europa di Venezia, «la scelta di pubblicare e poi ritirare quel documento – precisa Speranza – viene assunta esclusivamente dall’Oms, nella sua piena autonomia». —