La Nuova Ferrara

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Salvini e Draghi faccia a faccia così è stata scongiurata la crisi

Donatella Di Nitto

Con il voto sulla mozione di sfiducia si è ampliato il divario tra le forze politiche che compongono la coalizione di centrodestra 

29 aprile 2021
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RETROSCENA

Su Roberto Speranza non si scherza. Il centrodestra “di governo”, nato per risolvere l’affaire coprifuoco, cambia linea, consapevole che un “non voto” avrebbe colpito Mario Draghi, facendo traballare l’esecutivo dei migliori. È il passo successivo, quello che tutti si aspettavano e che ha messo al riparo Lega e Forza Italia da eventuali attacchi da parte dell’ala più a sinistra, Pd-Leu insieme a M5s, seduta anch’essa al tavolo di palazzo Chigi. Matteo Salvini alla fine non sente il sottosegretario Pier Paolo Sileri – ieri diventato papà – e decide di votare contro la mozione del partito di Giorgia Meloni in Senato contro il ministro della Salute.

La partita si era chiusa già martedì, dopo il colloquio tra il leader della Lega e il presidente del Consiglio nell’emiciclo del Senato. Il tema era il coprifuoco, trovare la sintesi sull’ordine del giorno in discussione alla Camera, che doveva mettere tutti d’accordo sminando gli attacchi di Meloni. Un faccia a faccia che alla fine, filtra, ha portato «un punto di equilibrio su tutto», anche sulla mozione di sfiducia a Speranza. Era chiaro che sfiduciare il titolare della Salute sarebbe stato l’equivalente di sfiduciare il presidente del Consiglio, a cui la Lega ha promesso lealtà e sostegno. L’unico dubbio era quello di trovare uno strumento che avrebbe comunque aiutato a sfatare ogni dubbio sull’operato di Speranza. Ecco allora la proposta di legge per l’istituzione della commissione d’inchiesta sul mancato piano pandemico, nella quale si chiede «di accertare se nell’ipotesi in cui il nostro Paese avesse aggiornato il proprio piano si sarebbe potuto limitare il numero dei morti». L’auspicio, si legge nella nota del centrodestra di governo, è che «attorno ad una proposta seria, si possa trovare la convergenza della stragrande maggioranza delle forze parlamentari».

Si rafforza dunque l’asse Lega-Forza Italia, una chiara strategia volta a rafforzare la presenza dei due partiti nella squadra di Draghi per parare anche i colpi e provocazioni lanciate dal Pd, come la legge Zan. Non è d’accordo la leader di Fdi che bocciata la mozione, tuona: «Tutti i partiti della maggioranza hanno deciso così di sostenere le scelte della gestione opaca e fallimentare della pandemia. Chissà se gli italiani la pensano allo stesso modo». Ora il divario all’interno della coalizione tradizionale è sempre più ampio, con una rincorsa a due per la leadership e tante incognite che per ora non vogliono essere risolte. —