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VIOLENZA SULLE DONNE

Ferrara, dopo l’arresto altre minacce: «Sto venendo a ucciderti»

Ferrara, dopo l’arresto altre minacce: «Sto venendo a ucciderti»

Martedì ha tentato di sfondare la porta di casa della ex: bloccato dai carabinieri. Rimesso in libertà è tornato a tormentare la donna ed è finito di nuovo in manette 

30 aprile 2021
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FERRARA. Arrestato martedì dai carabinieri di Pontelagoscuro mentre cercava di sfondare la porta della ex compagna, due giorni dopo, rimesso in libertà dopo l’udienza di convalida dell’arresto, è tornato a minacciare la donna con una telefonata inequivocabile: “Sto venendo a casa tua per ucciderti”. Per lo stalker violento e recidivo sono così scattate ancora una volta le manette. L’uomo, un romeno di 39 anni, si trova ora nella camera di sicurezza della caserma dei carabinieri, in attesa di un nuovo processo per direttissima, ma per la vittima sono state giornate di puro terrore. Dopo mesi di minacce e vessazioni, la donna aveva avuto il coraggio di denunciare l’ex compagno, che per tutta risposta aveva cercato di far irruzione in casa. La vittima aveva chiesto aiuto al 112 ed era scattato il Codice rosso, con l’invio sul posto di due pattuglie e l’arresto del violento che, dopo la convalida, era stato rimesso in libertà.

Ieri è tornato a tormentare l’ex compagna, minacciandola di morte. Lei, nel panico, si è rivolta di nuovo ai militari, che di nuovo hanno fatto intervenire le pattuglie del Norm e della stazione di Pontelagoscuro. La donna però non rispondeva più al telefono fisso, perché nel frattempo si era rifugiata a casa di una vicina, che aveva la porta blindata. In soccorso della donna, in preda a una crisi di ansia, è arrivato anche il 118. Nel frattempo i carabinieri hanno perlustrato i dintorni, ma dell’uomo non c’era traccia. A tradirlo è stata una telefonata minacciosa che l’uomo ha fatto alla sua ex, dicendole di trovarsi molto vicino. La chiamata ha permesso di localizzare lo stalker, nascosto dentro a un furgone. L’uomo è stato così arrestato per atti persecutori e rinchiuso nelle camere di sicurezza della caserma in attesa del processo per direttissima. —

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