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Utenti fragili, rabbia per le mail senza risposta

Dopo la replica automatica, il silenzio: cresce la protesta. Vaccini, problemi anche per i volontari e gli allergici

30 aprile 2021
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«Abbiamo ricevuto la Sua comunicazione, Le risponderemo appena possibile». Finiscono in questo modo le centinaia di mail inviate all’Ausl da parte di probabili soggetti appartenenti alle categorie definite “fragili”.

A questa categoria appartengono le persone che sono potenzialmente a rischio, ma che ancora non figurano negli elenchi di utenti invitati dalla stessa azienda sanitaria tramite Sms a procedere alla vaccinazione. Il sito istituzionale indica chiaramente che una volta inviata la mail all’indirizzo “fragilicovid19@ausl.fe.it” allegando eventuale documentazione medica, “un team di medici valuterà ogni singola istanza fornendo risposta ai cittadini”, risposta che raramente avviene: i giorni passano ma a quelle mail non viene dato riscontro, a parte quello iniziale da parte del risponditore automatico e alla quale decine di cittadini si domandano se sia possibile una tale mancanza. Tanto più che nei giorni scorsi l’azienda sanitaria aveva annunciato l’istituzione di una task force di otto medici con il compito di valutare le richieste e rispondere alle mail: metà di loro devono smaltire l’arretrato, gli altri devono occuparsi delle nuove mail, con l’obiettivo di smaltirne circa 500 al giorno. Ma le mail restano spesso senza risposta, mentre si fanno sempre più pressanti ed esasperate le segnalazioni agli organi di stampa.

Ai pazienti potenzialmente fragili si aggiungono poi persone appartenenti ad alcune associazioni di volontariato le quali destinano parte del loro tempo libero ad effettuare trasporti di pazienti potenzialmente affetti da covid e corrono gli stessi rischi del personale sanitario. In molti casi gli iscritti a tali associazioni sono già stati vaccinati, mentre alcuni sono tutt’ora in attesa non solo della vaccinazione, ma anche di una risposta alle mail di sollecito

Altre situazioni spiacevoli si sono verificate in sede di vaccinazione a seguito della anamnesi di soggetti allergici. Alcuni di loro, in particolare coloro che appartengono alle categorie “fragili”, vengono invitati a prendere un appuntamento per la necessaria visita allergologica. I tempi di attesa per l’esecuzione di tale visita è però di oltre un mese. In questo caso l’utente corre l’evidente rischio di contrarre il virus in attesa della visita allergologica, alla quale segue un ulteriore appuntamento per l’esecuzione della seduta vaccinale.

Situazioni che si ripercuotono quotidianamente in questo periodo di emergenza, dove la mancata risposta lascia ancor di più l’amaro in bocca . —

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