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Due anni da sindaco. Fabbri rilancia: mi candido per il bis

Gian Pietro Zerbini
Due anni da sindaco. Fabbri rilancia: mi candido per il bis

Bilancio biennale pensando al 2024: la città ha reagito alla grande alla pandemia 

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FERRARA. Due anni da sindaco di Ferrara. Domani è l’anniversario della sua elezione, una vittoria storica che ha portato, dopo 74 anni di ininterrotto potere della sinistra, un esponente di destra al vertice del Comune di Ferrara. Alan Fabbri accetta di tracciare un bilancio su questi primi due anni da primo cittadino, buona parte dei quali contrassegnati dall’emergenza covid.
Sindaco, la pandemia ha cambiato i programmi di mandato?
«Sicuramente è stata un’esperienza difficile da affrontare e quello che è capitato nessuno poteva prevederlo, nemmeno con la più fulgida fantasia. Come per il terremoto nel 2012, si sono fermati un po’ i programmi, ma devo sottolineare che c’è stato un grande senso di responsabilità nell’affrontare questa pandemia. Ferrara è stata un esempio ed è arrivata prima di altri territori, facendo in più di un’occasione da apripista. È stato così per la prevenzione con le mascherine, con la possibilità di aiutare le fasce economiche più colpite. Abbiamo cercato di lavorare e siamo stati precursori di quello che altri poi hanno fatto. Abbiamo avuto il coraggio di fare delle scelte. Bisogna avere la forza di trovare soluzioni immediate».
La sanità ha risposto alla grande...
«C’è stata un grande collaborazione con l’Usl, tanto che oggi in tema di vaccini, Ferrara risulta ai primi posti. È stato conseguito un risultato importante. Sono contento».
Tra i tanti problemi, secondo lei c’era qualcuno che poteva essere evitato. In pratica cosa non rifarebbe?
«Abbiamo costruito una squadra che partiva ex novo per amministrare la città. Non è stato facile, ma non sono rimasto deluso. Certamente tutto è migliorabile e c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Credo che adesso usciamo da un periodo di luna di miele con l’elettorato, è questo mi dà particolarmente la carica. Mi sono chiesto tante volte se quello che stavamo facendo era positivo, ho cercato di capire e anche se, ripeto, si può fare sempre meglio, sono soddisfatto. Questo sia a livello di sindaco/amministratore che a livello umano. Ho sentito in questi mesi l’affetto della gente. Mi è capitato spesso che persone del centrosinistra e che non mi hanno votato si siano rivolte a me facendomi capire che stiamo lavorando bene per la città. E questo lo apprezzo, perché vuol dire che quello che stiamo facendo non è ideologico, abbiamo fatto un’operazione di trasparenza importante ».
Amministrare comporta anche ricevere delle critiche sull’operato. Quali sono quelle che le hanno dato più fastidio in questi mesi?
«Direi le critiche sulla mia persona, in particolare certe critiche mosse da alcuni esponenti per fortuna una minima parte del partito democratico. Gente che appartiene a una classe politica che è rimasta fuori rispetto alla realtà della città e si tratta di una critica fine a se stessa. Primo di giudicare, io generalmente guardo. Ho visto invece prese di posizione preventive e prevenute nei miei confronti. Abbiamo portato avanti in questi mesi progetti importanti sulla sicurezza e il lavoro. Con certa sinistra, e mi riferisco all’armamento della polizia locale, vengono fuori posizione ideologiche, non vedo la realtà dei fatti. Devo confessare che con Aldo Modonesi c’è sempre stato un rapporto importante politico, pur nelle logiche contrapposizioni, e anche con buona parte del Pd a cominciare dal capogruppo Colaiacovo. Contesto le numerose critiche di altri esponenti del Pd, sempre monocorde».
A Ferrara gira voce ancora più dell’anno scorso che il vero sindaco sia in realtà Nicola Lodi, con sempre più potere e sempre nuove deleghe strategiche. Un “Naomo” in versione Lukashenko. Cosa risponde?
«Ci sono in pratica abituato. Quando ero sindaco di Bondeno dicevano che il vero sindaco era Marco Vincenzi , per cui non faccio più di tanto caso a chi dice che adesso a Ferrara il sindaco è Lodi. Non sono preoccupato. Nicola è una persona che conosce molto bene la città da tanti punti di vista, interpreta bene le esigenze ed è un esecutore importante, riesce a portare a casa il risultato. Molto spesso è più moderato di me. A volte, ammetto, non condivido alcune modalità e dinamica nella sua comunicazione. Ma questo per me, perché sono lontano da certi stereotipi di sindaci della Lega. C’è la volontà di costruire qualcosa e poi mi sembra che ultimamente Lodi sia diventato più istituzionale. Lo promuovo».
Altro capitolo, ma stessa presenza ingombrante. Sembra una delega in bianco. La cultura a Ferrara è targata Sgarbi, qualcuno dice anche troppo, rivendicando maggiore autonomia per evitare situazioni difficili da gestire come quella dello strappo sul Teatro Comunale ...
«Vittorio ha la mia fiducia totale e posso garantire che non è una cosa scontata. Ha costruito molto in questi mesi. Ascoltando le opposizioni attuali, per loro Ferrara avrebbe perso un ruolo cardine in ambito culturale. Oggi questa critica è stata smentita dai fatti, dalle mostre portate a Ferrara alla visibilità in campo nazionale. Vittorio è riuscito a portare un humus importante a Ferrara. Ha portato Michele Placido, Moni Ovadia con la volontà in vari campi culturali di rimettere Ferrara al centro delle politiche nazionali della cultura, stiamo cercando di creare questo, al di là degli schieramenti e delle idee, con la collaborazione delle associazioni culturali e il mondo della musica e dell’arte. Una cultura che non è solo arte, ma anche tanta buona musica, dai concerti al Comunale, alla Summer Festival con un programma di grande spessore, a Ferrara Sotto le Stelle per soddisfare un altro target musicale. Proficua anche la collaborazione con il Meis, stiamo collaborando con il direttore Spagnoletto. Non vedo difficoltà. Sgarbi quindi gode della mia più completa fiducia. Ha creato un rapporto molto bello con la città. Tra l’altro si sta lavorando anche per lo Spazio Antonioni».
Passiamo ora alla spinosa questione dell’inceneritore. Qualche anno fa manifestavate in via Diana con il vostro leader nazionale Matteo Salvini per l’ambiente, ora la sua giunta si è trovata a dover digerire l’aumento dei rifiuti da bruciare. Lega di lotta o di governo?
«La giunta comunale, devo ricordare, ha dato parere negativo all’aumento dei rifiuti da bruciare. Sono io il primo a dire che dobbiamo bruciare i rifiuti che non riusciamo a smaltire. In realtà contesto il sistema che affida tutto a una multiutility. Il sistema Hera non l’abbiamo inventato noi. Dal punto di vista politico sono ancora convinto che l’inceneritore debba andare chiuso, perché bisogna incrementare ancora di più la raccolta differenziato. È sbagliato quindi addebitare a noi una responsabilità che non abbiamo. È assurdo che il Comune di Ferrara, negli anni scorsi, al netto del sistema rifiuti, giusto o sbagliato che sia, non abbia mai chiesto delle compensazioni ambientali. Sono dell’opinione che questo sistema vada abbattuto per tutelare maggiormente gli interessi della gente».
Ultimamente è esploso anche il caso del repulisti della commissione edilizia. Un atto che lascia sguarnito un settore strategico in questa fase. Era proprio necessario questa ulteriore frizione in un momento così delicato ?
«Da quanto mi risulta si erano creati dei problemi in seno alla commissione. Sono convinto che alcuni componenti rientreranno. Posso dire che nel giro di una settimana verrà rinominata la commissione. Sono dell’opinione che si tornerà operativi al più presto, recuperando il terreno perduto».
Lei aveva detto che avrebbe fatto un rimpasto a metà legislatura, i tempi sono quasi maturi. Ci può anticipare qualcosa?
«In effetti credo che dovremmo fare un riflessione un po’ in generale tra qualche mese, per vedere e confrontare i programmi e i relativi sviluppi. Non vedo al momento delle difficoltà nelle persone che lavorano con noi. Sarà comunque fatto un confronto sereno e poi non deve essere solo il sindaco a farlo, ma ci sono anche le forze politiche che compongono la maggioranza e sostengono l’azione della giunta comunale. Tra sei mesi faremo il bilancio di metà mandato nel segno della massima trasparenza».
Ci saranno cambi nella pianta organica comunale?
«Alcune scelte le abbiamo già fatte con il taglio di molti dirigenti. La macchina amministrativa in questi mesi di crisi pandemica è andata avanti, ha lavorato bene, ho trovato anche molta disponibilità e collaborazione nel personale e questo mi ha confortato e aiutato anche nei momenti difficili. Voglio ringiovanire questo Comune, in linea con i valori che rappresentano Ferrara. In questa fase purtroppo sono bloccati i concorsi come in tutti i Comuni a causa del covid. Appena sarà possibile il Comune farà i bandi per assunzioni di personale e per ringiovanire la pianta organica».
Lo scorso anno aveva auspicato una pax politica anche perché si era in forte emergenza covid, confidando sul fatto che gli strascichi della campagna elettorale prima e della vittoria del centrodestra poi, fossero assimilati da entrambi gli schieramenti. Mi sembra invece che sia aumentata la conflittualità e il consiglio comunale, complice la modalità a distanza, regali siparietti poco edificanti...
«Premetto che abbiamo degli interlocutori seri e riconosco prima in Modonesi e poi in Colaiacovo la volontà di realizzare il bene della città al di là delle idee e degli schieramenti. Ho grande stima anche dell’architetto Fusari. Purtroppo, ci sono poi alcuni esponenti della sinistra che non riescono ad accettare il cambio di giunta. Devo anche recitare un mea culpa, perché sono anche gli esponenti della maggioranza che esasperano i toni. A volte però c’è anche una narrazione sulla litigiosità in consiglio».
Mi tolga una curiosità. La vediamo sempre meno alle cerimonie pubbliche. Perché questa allergia?
«Per me andare a parlare del 25 aprile in una scuola o del 2 giugno è importante come partecipare a una cerimonia pubblica. Preferisco avere maggiore contatto con la gente e occorre un linguaggio nuovo anche per ricordare la storia. Mi piace anche delegare comunque».
Capitolo Università. Zauli lascia dopo che le ha dato indubbiamente una mano per la sua elezione a sindaco. Cosa si augura in futuro?
«Zauli ha dato soprattutto una grande mano della città, ha fatto crescere il numero degli studenti, è una persona che stimo e da lui ho imparato molto cose. Si tratta di un rettore illuminato e ha dato qualcosa in più in questo territorio. Spero che il prossimo rettore tenga conto di quello che è stato fatto fino ad oggi».
Dopo due anni scade l’alibi di addossare colpe a quelli c’erano prima e bisogna incominciare a guardare a quello che si è fatto di proprio, non crede?
«Non ho mai addossato colpe ad altri, al netto di certe carenze come la sicurezza e il vuoto politico che si era in alcuni casi creato. Ho sempre sostenuto che ci ha preceduto ci ha consegnato un bilancio del Comune buono e che sono state fatte cose positive che abbiamo mantenuto. Mi lasci però dire che ci sono viceversa dei pregiudizi di quello che facciamo noi, rispetto a quello che facevano prima. Ma non voglio fare polemiche».
Giusto, basta polemiche. Ma un po’ di notizie fresche le vogliamo dare?
«Proprio oggi abbiamo avuto una riunione con il direttore generale dove sono state discusse alcune cose importanti. “La Casa dei polli” verrà letteralmente trasformata diventando un punto di accesso alle Mure per turisti e visitatori. Si sta realizzando una nuova struttura polisportiva per 15 milioni di euro. All’ippodromo verrà realizzata anche una biblioteca e un centro dedicato a Federico Aldrovandi. È stato avviato un ragionamento concreto sul centro congressi che nascerà dalle ceneri dell’ex Amga appena demolito e verrà data maggiore trasparenza su come i soldi dei cittadini verranno spesi dal semplice sfalcio dell’erba ad opere più complesse. A proposito di investimenti. Siamo di fronte ad una trattativa ormai ben avviata e in fase di chiusura. Una grossa azienda della logistica è prossima all’insediamento nell’area Sipro di Ferrara Nord su una superficie di 13 ettari. In questo momento di crisi l’arrivo di insediamenti produttivi con ampi sbocchi occupazionale sono sempre un’opportunità in più per il territorio».
L’eventuale federazione Lega-Forza Italia come la vede?
«Guardi, onestamente sono così impegnato ad affrontare i temi della politica locale e ad amministrare la città che mi occupo poco di temi nazionali e seguo a distanza le manovre dei big nazionali. Sono contento del Governo e dell’operato dei nostri ministri. Lega e Forza Italia sono due partiti del centrodestra, siamo alleati, abbiamo visioni molto simili su numerosi punti. È un po’ come la mia squadra di giunta, ringrazio sempre i miei assessori che hanno tenuto fuori le loro idee politiche per il bene comune della città e si lavora per migliorare».
A proposito di contatti politici, chi sarà il prossimo presidente della Provincia di Ferrara?
«Sarà sicuramente un bravo sindaco e valuteremo con calma all’interno della maggioranza, aspettando magari i risultati delle elezioni amministrative di alcuni comuni importanti come Cento. In questa fase devo sottolineare in Provincia l’importante collaborazione che si è instaurata con il vice presidente Nicola Minarelli».
Vedo sintonie con Toselli a livello di amministrative. È il candidato anche della Lega?
«Con Toselli ci siamo visti di recente per un nuovo insediamento produttivo a XII Morelli. Lavoriamo entrambi per il bene dei rispettivi comuni. È ancora tutto prematuro».
Altra novità è il progetto per la realizzazione di mega concerti nell’area del Parco Urbano. Si parte?
«Ci stiamo lavorando da settimane. Occorre comunque per prima cosa attenersi alle direttive covid. Vogliamo realizzare in quell’ara verde spaziosa una delle realtà più importanti in Italia per ospitare concerti. Occorrono comunque servizi adeguati sia elettrici che idrici per garantire anche l’accesso in sicurezza delle migliaia di persone. L’obiettivo è quello di realizzare uno spazio come a Mestre o a Campovolo a Reggio Emilia anche se la volontà è riuscire ad offrire qualcosa di diverso e unica nella bellezza del nostro Parco Urbano.
Spal: Colombarini-Tacopina. Cosa sa il sindaco di questa vicenda e cosa si augura da tifoso spallino?
«L’ho appreso anch’io dai giornali. Ho chiamato Simone Colombarini per farmi spiegare questa cosa. Credo che la Spal sia un patrimonio importante da salvaguardare. La famiglia Colombarini è gente seria e per me è l’ottimale. Mi auguro, per il bene della Spal che rimanga».
Ferrara e i ferraresi. Come li vede?
«Ferrara è una città stupenda e i ferraresi hanno dato una dimostrazione di solidarietà con il Covid. Vorrei fare uscire Ferrara da un guscio di pessimismo che a volte ne oscura la bellezza e la forza. Bisogna rafforzare la rete di contatti per uscire più forti da questa devastante esperienza».
Vicenda Camera di Commercio. Ora anche il partito di Calenda (il ministro della riforma degli accorpamenti) spinge per l’autonomia di Ferrara. Se tutti sono d’accordo perché allora non si procede?
«Questa riforma della Camera di Commercio è stato uno sbaglio alla luce anche del fatto che quella di Ferrara è particolarmente virtuosa. Penso sia giunto il momento di mettere nero su bianco la giusta autonomia per la Camera di Ferrara».
Ferrara paga anche una carenza infrastrutturale...
«Siamo favorevoli alla Cispadana, alla terza corsia in A13, al nuovo binario per l’alta velocità. La Regione si sta muovendo. Speriamo si faccia in fretta».
C’è chi dice che presto lascerà Ferrara per Roma (2023) o Strasburgo (2024). È così?
«E chi l’ha detto? Se volevo fare il deputato ci sarei già in Parlamento. Mi piace fare il sindaco, a contatto con la gente».
Si candida quindi per il bis nel 2024 a sindaco di Ferrara?
«Certo, può scriverlo tranquillamente». —