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Multa da 20 milioni per Conserve Italia, la Ue: «Faceva cartello sui prezzi»

Katia Romagnoli
Multa da 20 milioni per Conserve Italia, la Ue: «Faceva cartello sui prezzi»

Il colosso cooperativo ha annunciato che presenterà ricorso. Altre imprese accusate hanno accettato la transazione con la commissione

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POMPOSA. Per oltre 13 anni Conserve Italia ha fatto parte di un cartello che ha «fissato i prezzi, concordato le quote di mercato e i volumi di vendita, ripartito clienti» nelle forniture di alcuni tipi conserve alimentari. Per questo la Commissione Europea ha multato con una sanzione da 20 milioni di euro il colosso cooperativo dell’agroalimentare (nel Ferrarese c’è lo stabilimento a Pomposa), che ha già fatto sapere di voler presentare ricorso di fronte alla Corte di giustizia europea.

Secondo le autorità comunitarie, Conserve Italia e i suoi partner «con il loro comportamento miravano a mantenere o rafforzare la rispettiva posizione sul mercato, mantenere o aumentare i prezzi di vendita praticati, ridurre l’incertezza circa la rispettiva condotta commerciale futura e controllare le condizioni di commercializzazione e di compravendita, così da sfruttare a loro vantaggio la situazione». A settembre 2019, le altre imprese accusate di far parte del cartello – Bonduelle, Coroos e Groupe Cecab – hanno accettato una transazione con la commissione. Conserve Italia, invece, ha deciso di non accordarsi con l’organo esecutivo dell’Ue, che ha quindi continuato a indagare secondo la normale procedura prevista per i cartelli.

L’azienda replica dicendo che nel 2013 aveva collaborato all’inchiesta aperta dalla Commissione Europea. «Rimane tuttavia il forte dissenso – si legge in una nota della società – sull’analisi della peculiarità normativa di un consorzio agricolo italiano di secondo livello, quale è Conserve Italia. Questo disaccordo con la Commissione aveva portato, nel settembre 2019, Conserve Italia a non aderire alla transazione proposta». L’azienda intende quindi tutelarsi, oltre che, conclude il comunicato, «difendere la peculiarità istituzionale e regolamentare del sistema cooperativistico agricolo italiano, e approfondire le motivazioni giuridiche della decisione della Commissione nell’ottica di un ricorso».

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