«Ippocrate.org chiude l’assistenza a casa, troppi i medici sospesi perchè no vax, siamo perseguitati»»
L'annuncio del fondatore del movimento, «Troppi medici sospesi, sono perseguitati». Dallari, indagato per la morte di un paziente ferrarese, ha procedimenti aperti
Vi ricordate Ippocrate. org, il movimento che raggruppa medici in tutta Italia che curano pazienti Covid “no vax” al proprio domicilio, e finita – pur indirettamente – nel caso del paziente ferrarese no vax, morto al Sant’Anna che era seguito dal dottore Alberto Dallari di Reggio Emilia? Bene – come annunciato dal suo fondatore, Mauro Rango nel profilo Facebook di Ippocrate – chiuderà il servizio di assistenza perché «troppi sono i nostri medici sospesi». Medici volontari ai quali spiega lo stesso Rango «fino a qualche anno fa si sarebbe dato un premio, oggi sono perseguitati».
Perseguitati o no, tanti dei medici di Ippocrate. org sono stati allontanati dalla professione: «Sospesi, non possono più esercitare nemmeno in telemedicina, perché non si sono vaccinati», dopo aver curato 60mila persone a casa, «lasciate sole con tachipirina e vigile attesa che non avevano nessun altro a cui rivolgersi se non a un medico nostro», precisa lo stesso Rango. Che annuncia che pur costretti a chiudere (fino al 31 dicembre), il servizio riprenderà presto: «Stiamo cercando altri medici ancora iscritti all’ordine che possano continuare il servizio che abbiamo iniziato un anno e mezzo fa. Tanta gente ha bisogno di sostegno di assistenza e aiuto».
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Uno dei medici che faceva parte del pool di assistenza 999 di Ippocrate è Alberto Dallari, il medico di Reggio Emilia, indagato dalla procura di Ferrara per omicidio colposo (colpa medica) e omissione di soccorso: è il caso di Mauro Gallerani, 68 anni, centese, no vax convinto, che dopo essersi curato in casa, con l’assistenza di Dalalri tra il 25 agosto e il 3 settembre, finì al Sant’Anna, venne ventilato e poi intubato e morì un mese dopo il 7 ottobre per Covid e “comorbidità multiple”.
Bene Dallari, da quanto si apprende, non è sospeso dalla professione, ma l’Ordine dei medici di Reggio Emilia ha aperto nei suoi confronti due procedimenti disciplinari. Il primo era stato avviato non per il caso di Ferrara ma per un paziente di Reggio Emilia finito all’ospedale reggiano, mesi dopo essere stato curato per settimane per il Covid da Dallari (mai sfociato in denuncia).
E il secondo (avvenuto tempo dopo) per il caso di Gallerani, visto che nel fascicolo d’inchiesta è allegato anche il carteggio dello stesso Ordine medici reggiani che invita Dallari a dare spiegazione sulla vicenda che lo vede indagato: procedimento di cui non si conosce l’esito. O meglio è possibile supporlo. In quanto come accade sempre, in ogni Ordine professionale (dei Medici in questo caso) se per un associato oggetto di procedimento penale la Procura trasmette gli atti all’Ordine, questo deve aprire un procedimento, e attende poi le risultanze giudiziarie. L’inchiesta su Dallari è al rush finale: a breve sono attesi i risultati delle perizie poi la procura deciderà.
D. P.
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