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Nuova sede e Corteo. Il Palio si regala un bis tra storia e voglia di ripresa

Marcello Pulidori
Nuova sede e Corteo. Il Palio si regala un bis tra storia e voglia di ripresa

Folla nelle strade per seguire la rievocazione in costumi.  L’apertura alla Torre dell’Orologio alla presenza delle autorità

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Una giornata storica, e diversamente non poteva essere visto che il protagonista è stato il Palio di Ferrara. Giornata storica soprattutto per l’Ente Palio presieduto da Nicola Borsetti: ieri alle 17, i 2 Nicola più importanti del Palio di Ferrara, il Borsetti presidente e il Lodi assessore, hanno tagliato il nastro davanti alla nuova sede e ad almeno mille persone che ancora una volta hanno sfidato il freddo tagliente per essere presenti in Piazza Trento-Trieste. Il tutto alla presenza del vescovo Gian Carlo Perego. Un vescovo che ha reso onore ai patroni di Ferrara, San Giorgio e San Maurelio.

Una festa che ha avuto anche un prologo inscenato, proprio davanti alla nuova sede del Palio sotto la Torre dell’Orologio in Corso Porta Reno, da Fausto Bertoncelli accompagnato da alcuni amici come lui portatori di disabilità: «È uno scandalo sotto gli occhi di tutti – ha tuonato Bertoncelli, che ormai da decenni si batte contro ogni discriminazione – che in questa nuova sede dell’Ente Palio i disabili non possano entrare perché manca un ascensore e ci sono ancora le barriere architettoniche. Non si è pensato appunto a un ascensore che avrebbe consentito anche a noi di potere andare nella sede dell’Ente Palio». Una protesta che ha fatto molto rumore, un rumore che in breve ha raggiunto (come era prevedibile) anche le orecchie del vicesindaco Nicola Lodi il quale è salito nei nuovi locali esclusivamente in segno di ospitalità con le sole autorità, e ovviamente il presidente Nicola Borsetti.

Poco dopo, alle 16,15 nel piazzale di Porta Paola è iniziato l’evento.

Qui, nella “pancia” di Porta Paola, si sono radunate la Corte Ducale e le 8 contrade che hanno dato vita a un Corteo non soltanto Storico ma semplicemente straordinario, con bombarde e colubrine che hanno sparato a salve per dare il via, e infine per chiudere, le celebrazioni. Un Corteo che è poi sceso per Porta Reno, Corso Martiri della Libertà, entrando nel Cortile del Castello, per poi ridiscendere Corso Martiri in senso opposto e farsi trovare sull’attenti per l’inaugurazione della nuova sede. Alle 17 in punto Gianluca Maragno, nei costumi dell’araldo della Corte Ducale, Ludovico Carbone (siamo nel 1452) ha letto l’Editto di inaugurazione della Torre dell’Orologio, di fatto mettendo un suggello storiografico e coreografico al pomeriggio che resterà memorabile negli annali della rievocazione.

Come sempre, applausi scroscianti hanno accompagnato il passaggio dei figuranti, alcuni dei quali con le chiarine alla bocca, e avvolti nei costumi d’epoca. Una curiosità: fino al 1933 la Municipalità di Ferrara conservava gran parte dei costumi dell’epoca. Purtroppo proprio nel 1933, e dunque in pieno ventennio fascista, l’amministrazione di quel tempo, forse per raggranellare qualche monetina in più da mettere in cassa, vendette a un privato spagnolo l’intera collezione, privandosene per sempre. Il Palio di Ferrara è ripreso con cadenza annuale (fatta eccezione per le edizioni 2020 e 2021 cancellate causa Covid) nel 1968. Con costumi ugualmente splendidi, ma non d’epoca.

Un Palio al quale è andato ieri pomeriggio il pensiero di molti. Che attendono, che sperano nel progressivo attenuarsi delle restrizioni pandemiche. Per poter finalmente, dopo 2 anni di digiuni, tornare a fare festa con le gare dei cavalli in Piazza Ariostea. Cioè l’anima del Palio.

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