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Il tour dell’ad Tavares non passa per Cento e il diesel va in Irpinia

Fabio Terminali
Il tour dell’ad Tavares non passa per Cento e il diesel va in Irpinia

Il manager offre prospettive più concrete al sito “gemello”. I sindacati: all’ex Vm si rischia una situazione drammatica

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CENTO. Sta proseguendo il tour dell’amministratore delegato Carlos Tavares tra gli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis. Un percorso a tappe fitte che però ancora non ha fatto sosta a Cento e non risulta, almeno finora, che una visita sia in programma a stretto giro di posta.

E quel che è emerso dalla puntata di giovedì scorso a Pratola Serra (Avellino) può lasciare quantomeno interdetti i lavoratori della fabbrica di via Ferrarese. In un contesto generale che porterà a percorrere, inevitabilmente, la strada dell’elettrificazione, Tavares prefigura tuttavia spazio per il diesel. Ma a beneficiarne rischia di essere solo il sito campano.

Le ombre si accumulano

Premessa: Pratola Serra e Cento sono il “cuore” della produzione diesel del marchio, già ai tempi della Fiat e di Fca. Stabilimenti da tempo definiti “a rischio” nell’ottica di un futuro green. Ebbene, a consuntivo della visita in Irpinia Tavares ha confermato che a Pratola Serra sarà prodotto il propulsore B.B2, un motore Euro7 diesel di ultima generazione che tra poco più di un anno sarà montato sui veicoli commerciali del gruppo. Insomma, una nuova missione industriale grazie a un buon rapporto qualità-costi nel processo produttivo e alla vicinanza con lo stabilimento della Sevel che produce appunto mezzi commerciali.

I sindacati hanno esultato: «Il motore diesel Euro7 – ha detto il segretario generale della Fmi-Cisl Ferdinando Uliano – garantirà buoni volumi produttivi a partire dal 2024. Il diesel è destinato a perdere quota negli anni, in vista del 2040, ma a Pratola Serra si concentrerà la produzione per l’intero Gruppo».

Va detto che il target a Cento è diverso rispetto a quello avellinese: all’ex Vm si produce per i veicoli del mercato americano. Restano tuttavia inalterate le ombre sul futuro (nel 2021 i dipendenti sono scesi da 930 a 780), a fronte di una prospettiva che Stellantis prefigura per lo stabilimento “gemello” di Pratola Serra, dove la carenza di volumi produttivi datava almeno dal 2008. Anche a Melfi, pochi giorni fa, Tavares ha dato qualche buona notizia, dopo aver chiuso l’accordo con i sindacati per portare da 15 a 17 i turni di lavoro. Mentre sarebbe a rischio la gigafactory da realizzare nel sito di Termoli.

A Cento, dove da qualche mese si vocifera di una possibile cessione da parte di Stellantis, ipotesi smentita dai vertici, ci si aggrappa alla data del 1º marzo, quando sarà svelato il piano industriale del Gruppo.

Sindacati in allarme

Intanto, la Fiom-Cgil cita l’ex Vm tra le fabbriche per cui occorre «un confronto con azienda e istituzioni e per individuare gli investimenti necessari alla transizione sulle nuove tecnologie». Per la Fim-Cisl a Cento «ad oggi è in corso solo lo sviluppo di mantenimento dell’attuale motore V6, nelle varie versioni che potrebbero consentire la produzione fino al 2023: è necessario avere una risposta concreta su questo aspetto che rischia di creare una situazione drammatica».

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