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Ecco l’assessore alla Gentilezza: «Basta “Io”, serve uno spirito di comunità»

Fabio Terminali
Ecco l’assessore alla Gentilezza: «Basta “Io”, serve uno spirito di comunità»

La delega attribuita dal sindaco a Letizia Fattori. Prime iniziative durante il festival “Ginevra” che si terrà in maggio 

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MOLINELLA. Sarà pure a costo zero, simbolica finché si vuole, tuttavia la delega attribuita in dicembre da Dario Mantovani, sindaco di Molinella, all’assessore Letizia Fattori è davvero particolare. Si occuperà di gentilezza, fattore prepolitico ma che la stessa politica può contribuire a diffondere. In tempi quanto mai “sgarbati”, la missione è da seguire con attenzione.

Assessore Fattori, come è nata l’idea della delega alla Gentilezza? «La proposta è nata in giunta, decidendo poi l’adesione alla rete nazionale costruita negli ultimi anni dall’associazione Cor et Amor, che invita i Comuni ad attribuire deleghe su questo argomento. Essendo personalmente educatrice di professione e già occupandomi delle deleghe ai Servizi extrascolastici, alle Politiche per la disabilità, alle Pari opportunità e alle Attività formative dell’infanzia, il sindaco ha pensato a me e di questo lo ringrazio».

Quali progetti concreti state preparando? «Abbiamo già iniziato, anche se il periodo non è semplice. Un primo momento importante sarà nel mese di maggio, quando a Molinella si terrà il Festival della Rivoluzione Gentile. Si chiamerà “Ginevra”».

Perché questo nome? «È associato ad “Artù”, il festival delle arti urbane nato nel 2020 a Molinella e che poi ha visto un’edizione tenersi anche sul territorio di Portomaggiore».

Cosa accadrà nei giorni del festival? «Una serie di eventi, tra laboratori e tavole rotonde, in collaborazione con le associazioni e le scuole. Chiameremo esperti del tema, professionisti in diversi campi, tra cui l’urbanistica e l’architettura, per realizzare una comunità più gentile».

Il target principale è quello scolastico. «Proprio così. Puntiamo su una nuova pedagogia su cui rimboccarci le maniche, partendo dai bambini e dai ragazzi. Per costruire un nuovo senso di comunità, che parli la lingua del noi piuttosto che quella dell’io. Ricucendo ferite, fratture e fragilità sociali causate dalla pandemia, che ha visto proprio le fasce giovanili più colpite dalla necessità di mantenersi a distanza».

A Molinella si è avuto durante questo periodo un aumento di atti vandalici? «Per la verità no, o almeno non risultano collegati alla crisi Covid. Di sicuro però gli adolescenti hanno bisogno di attenzioni particolari, soprattutto di non essere dimenticati. Sensibilizzeremo anche i genitori: serve un patto educativo tra loro, la scuola e le istituzioni come il Comune. Per creare fiducia reciproca e più gentilezza».

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