Maranello, primi riscontri sulla morte di Samantha: l’autopsia conferma: embolia da silicone
Escluso il malore letale: si teme una puntura sbagliata e la sostanza è finita nel sangue. Ora servirà tempo agli esperti per le relazioni finali
MARANELLO. Il passaggio è di quelli determinanti perché da lì si snoderanno il resto degli accertamenti investigativi. Servirà ancora tempo per avere delle certezze assolute visto che ora la palla passerà ai vari specialisti che dovranno elaborare quanto emerso ieri all’Istituto di Medicina legale del Policlinico di modena, ma dall’autopsia è già arrivata qualche indicazione sulla morte di Samantha Migliore, deceduta dopo il ritocco al seno fatto in casa.
Da quanto si apprende è stato in primis escluso il malore. Si tratta di un aspetto non secondario, perché se fino a ieri era verosimile la correlazione tra l’iniezione e il decesso della mamma 35enne, ora quel legame è molto più forte e sostanziato da prove certe. Correlazione che avrà ripercussioni anche sul ruolo di Pamela Andress, unica indagata nella vicenda (attualmente residente a Cento) e che continuerà a rispondere – proprio grazie all’evidenza scientifica – anche di morte per altro reato, oltre che di esercizio abusivo della professione medica e omissione di soccorso, ossia gli altri due reati contestati per la puntura nell’abitazione di via Vespucci e l’allontanamento repentino mentre Samantha stava già male.
Escluso il malore, allora il lavoro del dottor Vittorio Gatto, specialista in Medicina legale e incarico della perizia da parte della Procura di Modena (il fascicolo è affidato al dottor Pasquale Mazzei), e dei consulenti delle parti (il marito della vittima si è affidato al dottor Pasquale Migliorini), si concentrerà sull’azione del silicone sul corpo della donna. Che effetto ha avuto l’iniezione? La prima ipotesi formulata dagli specialisti – ma occorrerà tempo per avere una relazione definitiva e approfondita che assumerà importante valore anche in un’eventuale procedimento penale – è collegata a un’embolia. Detto in modo molto pratico: si sospetta che Pamela abbia erroneamente infilato l’ago in un vaso sanguigno, iniettando la sostanza chimica nel sangue, provocando l’occlusione. Quanta sostanza è presto dirlo ma i primi riscontri parlano di una quantità piuttosto elevata presente nel corpo della mamma deceduta, aspetto che lascia quindi presupporre un trattamento durato a lungo.
L’altro fronte scientifico riguarda invece la composizione della sostanza iniettata sulla quale sono in corso verifiche dopo il prelievo dalla siringa sequestrata nell’abitazione di Maranello. Si procederà poi alla comparazione con tutto il materiale trovato nell’abitazione di Napoli di Pamela, laddove gli investigatori hanno scoperto numerose siringhe, silicone pronto all’uso e anche bisturi che lasciano ipotizzare un’abitudine a eseguire interventi medico-estetici illegali su diverse pazienti che ambivano a farsi più belle a fronte di un piccolo risparmio economico.
Ieri, in un programma di Rai 1 nuovo collegamento a Ferrara con i legali di Pamela e non sono mancate parole pesanti con Antonio Bevilacqua, futuro marito di Samantha, a sua volta collegato.
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