«Non sono un medico No vax, ho sbagliato. Mi sono fatta prendere la mano»
All'interrogatorio, la dottoressa Compagno “confessa” , fa i nomi e collabora. Venerdì poi altro faccia a faccia della Gennari con il pm
Anche lei, oggi, dice di essersi vaccinata. Aggiunge di non credere nel vaccino perché innocuo e sostiene non facesse – faccia – danni, mentre fino a pochi mesi fa, intercettata, diceva che faceva morire e che si doveva essere contro, per fregare lo Stato, tiranno sanitario che imponeva vaccini e green pass. Resta poco più di due ore in procura, interrogata ieri pomeriggio dal pm Savino e dai finanzieri, Chiara Compagno, il medico ancora oggi agli arresti domiciliari dopo esser stata coinvolta nello scandalo dei finti vaccini per falsi green pass. Nelle due ore con gli inquirenti “confessa”, fa i nomi anche di chi ha vaccinato veramente o falsamente, prima e dopo le intercettazioni (i casi non scoperti) . Assistita dagli avvocati Enrico Ferri, Lorenzo Valgimigli e Carlo Bergamasco lo ammette: «Ho sbagliato, mi sono fatta prendere la mano». Perché – riassumono i suo legali i passaggi dell’interrogatorio – si è sempre detta scettica sui vaccini, lo aveva sperimentato su suoi pazienti, gravi, che ha dovuto curare pur vaccinati e che le parole dure (citate nelle intercettazioni e negli atti d’arresto) erano frutto di una situazione di fortissimo stress: «Ha ricordato – spiega Valgimigli – che la campagna vaccinale è stata gestita dai medici di base e che in una situazione di pressione e born out si era ritrovata, per questo, a criticare e aver parole dure contro il sistema»: Stato e Governo. E ha anche ribadito, spiegano ancora i legali citando due punti fermi, che «non l’ha fatto per denaro e non perché aveva opinioni no vax». Tanto che la stessa Compagno ha ricordato di avere fatto molti vaccini veri. E allora perché ha fatto tutto questo, mettendosi nei guai, che la fanno restare ancora oggi agli arresti domiciliari, sospesa (e col rischio di essere radiata, in futuro) dall’Ordine dei medici? Lo ripete più volte, nell’interrogatorio, di aver preso conclusioni sbagliate, aver dato troppo retta ai pazienti, alle loro ragioni e alle loro scelte: avrebbe dovuto fare il contrario, far applicare la legge ai suoi pazienti, non aiutarli ad evitarla.
«Sì, ho sbagliato, mi sono fatta prendere la mano», da questo contesto che coltivava dubbi sull’efficacia dei vaccini ed era il momento in cui, si ricorda, c’era l’obbligo del super greenpass, che veniva visto come una assoluta lesione delle principali libertà.
«Ma non c’entrano nulla – ribadiscono i legali correggendo precedenti, avventate dichiarazioni – scelte ideologiche, né tantomeno deontologiche». Anzi, Valgimigli per chiarire la posizione della Compagno come medico, alquanto contorta e ambigua, cita i classici: «È come per Aristotele quando contrapponeva il medico schiavo al medico libero: lei purtroppo si è trovata ad essere medico schiavo ed ora, per fortuna, ritorna libero: era schiavo di un contesto, di una situazione, di una pessima gestione sanitaria e di una sottovalutazione del rispetto della legalità». I furbetti dei no vaccini volevano essere tali senza fare i conti con le violazioni di legge: quelle oggi contestate da procura e finanza. E così, ora la Compagno torna ad essere medico “libero”, a fornire chiarimenti, informazioni, anche i nomi di chi ha fatto vaccini veri e falsi. Le indagini vanno avanti, venerdì tocca di nuovo alla collega, altro medico “schiavo”, Marcella Gennari arrestata con la figlia per i finti vaccini per falsi green pass, anche per soldi e qui si parla anche di corruzione. Mentre dall’indagine, emergono sempre più nuove posizioni: tra queste quelle di altri profili su cui gli inquirenti si stanno sempre concentrando. È possibile che oltre ai farmacisti che ad oggi sono indagati per i collegamenti coi medici no vax, siano coinvolti altri professionisti.
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