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La proposta: la pesca diventi patrimonio Unesco

La proposta: la pesca diventi patrimonio Unesco

A Roma avviato l’iter di candidatura per l’inserimento nella lista. Coinvolti i Flag: «È un settore ad alto valore sociale e culturale»

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PORTO GARIBALDI. Presentato a Roma, nella Sala Clemente del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, il progetto Pcp – Patrimonio culturale della pesca promosso dai Flag italiani. Durante l’incontro, i Flag (Fishery local action group) italiani, compreso quello del Delta, partenariati pubblico-privati che intervengono nel quadro del Feamp per lo sviluppo sostenibile delle aree costiere, hanno presentato alle istituzioni nazionali e regionali il progetto, che mira a diffondere la conoscenza, a un pubblico più vasto, del patrimonio di pratiche e mestieri collegati al settore della pesca, avviando l’iter di candidatura per l’inserimento nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale Unesco. Il progetto è stato presentato alle presenza del sottosegretario di Stato al Mipaaf, Francesco Battistoni. L’incontro è stato aperto dal presidente del Flag veneziano Antonio Gottardo, capofila di un ampio partenariato costituito da 9 Flag di 6 regioni italiane: «Con questo incontro vogliamo coinvolgere le istituzioni in un percorso ambizioso che ci vedrà impegnati nei prossimi anni nella sfida di avviare l’iter di registrazione, come strumento per promuovere la pesca anche dal punto di vista culturale oltre che professionale».

Anche il Flag costa dell’Emilia Romagna, che era presente, è un attivo protagonista del progetto Pcp – Patrimonio culturale della pesca con un coordinamento specifico delle attività di comunicazione. «Il settore della pesca – dichiara Sergio Caselli – è detentore di un indiscutibile patrimonio ad alto valore sociale e culturale per le comunità costiere. Con il progetto Pcp si rafforza il legame tra le diverse marinerie e favorisce notevolmente il perseguimento di concrete strategie di sviluppo costiero, integrando relazioni tra i diversi settori economici, delle nostre marinerie della costa emiliano-romagnola, da Goro a Cattolica».

L’incontro e la tavola rotonda “La tutela e salvaguardia dei beni culturali legati alla pesca e all’acquacoltura” hanno permesso l’avvio di un confronto fra i territori e le istituzioni, durante il quale la sfida lanciata dai Flag è stata accolta favorevolmente e apprezzata in particolare per la metodologia con cui è stata promossa, cioé per l’approccio cooperativo interterritoriale e il riconoscimento del valore culturale di un’attività economica che ha saputo tramandare nel tempo saperi, tecniche e tradizioni.

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