FERRARA. Le conseguenze della chiusura del cracking di Marghera continuano a trascinarsi nell’incertezza determinata dalla decisione Eni. La Rsu di Basell esprime preoccupazione per la piega che sta prendendo la vertenza e ieri ha diramato un comunicato per ribadire la necessità di risolvere la situazione. «La settimana scorsa – dice Rsu di Basell – la Regione Emilia Romagna ha convocato sia Eni che Versalis, oltre alle istituzioni locali e alle organizzazioni sindacali, per ricercare una condivisione rispetto ad un piano di medio termine che assicurasse continuità e qualità delle forniture. A quel tavolo, presenti le prime linee di responsabilità delle due Aziende, è stata ancora una volta riproposta la fiducia che si deve riporre in coloro che stanno determinando questa situazione. Da quanto ci è stato riportato, è stata data ampia rassicurazione che la fornitura via nave offre le stesse garanzie sia in qualità che in continuità delle forniture prodotte con l’impianto in marcia, negando le disfunzioni prodotte nel 2014/15 negli impianti ferraresi di Versalis e Basell. Ed è stato per l’ennesima volta avanzato l’invito ad “avere fiducia” in Eni, che è la più grande azienda italiana protagonista della transizione green … La Regione, di fronte alla negazione dei problemi per i quali da oltre un anno si stanno producendo iniziative e stimoli per salvaguardare la competitività delle produzioni ferraresi, ha richiamato tutti a dare un contributo al tavolo nazionale del Ministero Sviluppo Economico, di prossima convocazione, auspicando che un possibile accordo debba anche vedere impegni delle imprese collegate alla decisione Eni. In attesa di questo incontro al Mise, dal quale auspichiamo non esca solo una procedura di definitiva chiusura di Marghera, ma piuttosto un ragionamento in ottica nazionale sul reale stato di competitività della chimica di base in Italia, nella giornata del 24 maggio si è svolto un incontro tra Basell Ferrara e Rsu». «Un incontro – dice ancora la Rsu Basell – di “aggiornamento da parte delle Direzioni Basell” sulle iniziative aziendali relative l’approvvigionamento delle forniture, a riprova del fatto che esse determinano una condizione fortemente sfidante alla luce della sospensione delle attività del cracking di Marghera. La Direzione ha confermato che in questi 15 mesi passati dall’annuncio della fermata, sono stati battuti i tradizionali terreni di confronto con Versalis, ma che non si è addivenuti a risultati tangibili, né strategici, né commerciali. Per tali motivazioni l’azienda ha quindi spiegato di aver prodotto la sua lettera al Governo italiano, per capire se il panorama che si determinerà con la chiusura delle attività di produzione monomeri sia di soddisfazione o meno per chi ci governa in nome del rilancio dell’economia del Paese (e come riferitoci, pare che a breve ci sia un incontro sul tema. ..proprio per la sollecitazione richiesta). In attesa di riscontri governativi, la direzione ha affidato al “top management” europeo il mandato ad un incontro/confronto ai massimi livelli con Eni direttamente, per tentare di superare il nulla di fatto commerciale prodotto nell’ultimo anno, ma pare che tale mandato non sia ancora stato portato a compimento». La Rsu ha ribadito che le implicazioni strategiche determinate dalla decisione Eni, potrebbero determinare la cancellazione per Ferrara di un patrimonio di attività industriali e di posti di lavoro; che è interesse della Rsu percorrere tutte le strade che possano determinare uno scenario che mantenga la competitività nel breve e nel medio periodo per le produzioni e la ricerca ferraresi; e che si metteranno in campo tutte le iniziative utili ad evitare il ripetersi, per Marghera oggi e per Priolo domani, della modalità “Porto Torres” (intanto chiudiamo tutto con promesse green, poi magari degli investimenti promessi ne facciamo solo il 20%). E questo non perché vogliamo sostituirci ai nostri colleghi veneti o siciliani, ma perché da questo assetto industriale dipende la presenza di altre attività in Italia, tra cui Basell (la quale conferma che nello scenario peggiore evocato anche nella lettera al Governo non sarà possibile gestire i 4 impianti di Poliolefine in Italia, 2 a Ferrara e 2 a Brindisi). «Serve pertanto – è la conclusione – che si componga uno scenario in cui gli impegni reali delle imprese (Eni per quanto riguarda la struttura di base che detiene, Basell per quanto riguarda contratti di fornitura e collaborazioni per rafforzarne la sostenibilità nel tempo) siano “certificati” dal Governo e dagli enti locali dei territori dove stanno i siti industriali, per non lasciarci “in braghe di tela” tra pochi mesi (Porto Torres docet…) . l © RIPRODUZIONE RISERVATA &nbsp;

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