La nube di fumo bianco arriva dal fuoco del Carso
Cittadini allarmati, decine di telefonate ai vigili del fuoco per l'odore acre. Ma nessun incendio
Lidi Dopo decine di controlli su tutto il territorio e una serie infinita di telefonate e segnalazioni sull’odore acre di fumo e la “nebbia” sui Lidi di Comacchio, i vigili del fuoco (e non solo loro) hanno ipotizzato che l’anomala situazione possa essere legata agli incendi scoppiati nel Carso.
Le nostre squadre per un’intera giornata hanno controllato pinete, aree verdi, decine di chilometri di litorale senza trovare nulla. Sono state impegnate anche nel Mezzano, pensando che la torba avesse ricominciato a bruciare come qualche anno fa, ma per fortuna il terreno è “fermo”. Ecco quindi che l’ipotesi Carso ha preso piede e in queste ore saranno sentiti esperti che potrebbero dare conferma.
Dopo una fase di relativa calma ieri l’incendio che sta interessando anche la regione del Carso, in Slovenia, si è nuovamente intensificato sul fronte sloveno, con i locali vigili del fuoco che stanno attualmente combattendo roghi in tre località separate. L’area colpita dall’incendio ha superato i duemila ettari, secondo quanto comunicato da funzionari della Protezione civile slovena e riferito dalla agenzia di stampa slovena Sta. Sono circa mille gli uomini impegnati nelle operazione di spegnimento e contenimento dell’incendio, il più esteso della recente storia nazionale.
Mercoledì, attorno all’ora di pranzo, il cielo sui Lidi è diventato “pesante” ed un odore di fumo più o meno intenso ha fatto scattare diversi allarmi da Lido Volano a Lido Spina. I pompieri sono stati chiamati da tutte e sette le località ma nessuno, a dire il vero, riusciva a dare indicazioni precise. «Eravamo in spiaggi quando l’aria è diventata pesante – raccontano alcuni turisti -. Vedevamo del fumo in lontananza, ma fumo bianco. E l’odore a tratti era forte».
Il devastante incendio è scoppiato lo scorso 19 luglio sul Carso, tra Monfalcone e Trieste. Impegnati per cercare di domare le fiamme 11 velivoli: nove elicotteri di vigili del fuoco e protezione civile e due canadair.
La preoccupazione resta comunque alta. «Nei giorni scorsi sono già avvenuti incendi boschivi che hanno richiesto l’intervento di numerose squadre di vigili del fuoco. Occorre fare di tutto per prevenire gli incendi causati dalla siccità di questi giorni». A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come «il perdurante stato di siccità mette a rischio le aree verdi, specie montane, a causa della possibilità di nuovi incendi che si potrebbero avere anche per via di arbusti, manti erbosi, eccessivamente secchi. Non è attivo, però, un controllo capillare nei periodi e nelle ore di massima allerta anche attraverso l’installazione di un sistema di telecamere e con le squadre di protezione civile, molte zone sono completamente prive di idonea segnaletica e non vengono evidentemente svolte ripuliture periodiche». l